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Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936

Liguria. 
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La regione è relativamente povera di linee minori. E' interessante l'indicazione come linee in costruzione del collegamento Imperia - Garessio, che non venne mai realizzato, e addirittura di un terzo valico di Genova. A Ponente sono indicate le tranvie di San Remo (verso Ospedaletti e Taggia) e, isolata, la linea Bordighera - Ventimiglia. In seguito verranno chiuse per essere trasformate nelle filovie ancor oggi (più o meno) esistenti.

Oggi sopravvive solo la preziosa Genova-Casella, elettrificata già dall'apertura (1929), mentre tra le perdite più significative dal punto di vista turistico, ricordiamo l'inconsueta Guidovia della Madonna della Guardia.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Liguria.

 

Lombardia occidentale. 
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E' impressionante la rete di tranvie e ferrovie in concessione che percorrevano, come una fittissima maglia, tutta la zona a nord di Milano fino a Como, Varese ed ai Laghi lombardi. A sud, da notare la poco conosciuta tranvia Stradella - S. Maria della Versa.
La Milano-Magenta/Castano è il celebre Gamba de Legn, rimasto con trazione a vapore fino alla soppressione (1957) rappresentando così l'ultima tranvia a vapore in ingresso a Milano. Già dal 1932, la Monza-Trezzo-Bergamo era invece esercitata ad accumulatori, una soluzione di nicchia sopravvissuta fino al 1958. A titolo di curiosità, non compare già più la tranvia a vapore Milano-Lodi, gestita dalla TIP, in realtà chiusa di lì a poco (marzo 1937).

Oggi sono ancora in esercizio ovviamente le Ferrovie Nord Milano (ad eccezione dei rami minori Como-Varese e Castellanza-Valmorea), la Monza-Molteno, passata alle FS, e la "Vigezzina" Domodossola-Locarno. Tra le tranvie rimangono le ultime due ben note: la Milano-Mombello (Limbiate) e la tratta Milano-Desio della linea per Seregno. Tra Cascina Gobba e Villa Fornaci (Gessate) la tranvia è stata sostituita nel 1972 dal prolungamento della Metropolitana 2.

Le perdite significative dal punto di vista turistico sono sicuramente parecchie: la Stresa-Mottarone, la Intra-Premeno, le tranvie di Varese, la Porlezza-Menaggio, le due linee bergamasche. A proposito di queste ultime, ricordiamo che la linea della Val Brembana è sempre stata elettrificata a 6.000 Volt in corrente alternata monofase a 25 Hz, inconsueta soluzione d'avanguardia risalente addirittura al 1906. La sede della linea della Val Seriana per Clusone è invece stata riutilizzata nel primo tratto fino ad Albino per una nuova tranvia di tipo suburbano, aperta nel 2009.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Lombardia occidentale.

 

Lombardia orientale. 
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Brescia appare come il fulcro di un'estesa rete di tranvie extraurbane a vapore, a cui si aggiunge la lunga linea che raggiungeva Mantova e, da qui, Ostiglia. La bellissima ed estesa ferrovia della Valcamonica (103 km da Brescia a Edolo) è fortunatamente sopravvissuta: su di essa si svolge oggi un più che dignitoso servizio cadenzato, caso pressoché unico in Italia tra le linee a principale valenza turistica. Nel Mantovano, è tuttora in esercizio la Suzzara-Ferrara, mentre la Mantova-Peschiera, chiusa nel 1967, rappresenta l'occasione perduta di connettere questa città d'arte con le località turistiche del Lago di Garda.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Lombardia orientale.

 

Trentino-Alto Adige. 
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A Trento la linea per Malè, ancora a carattere tranviario, partiva dalla stazione di Torre Verde: verrà poi trasformata in ferrovia, tuttora in esercizio. La tratta sull'altopiano del Renon della Bolzano-Collalbo conclude il breve elenco delle linee sopravvissute, nonostante praticamente tutte fossero turisticamente notevoli. Al primo posto tra le linee perdute, non solo in Alto Adige ma a livello italiano, sta l'indimenticabile Ferrovia delle Dolomiti Calalzo-Cortina-Dobbiaco. Stranamente in Alto Adige non viene indicata la ferrovia della Val Gardena Chiusa-Ortisei-Plan, già linea militare austriaca costruita durante la Grande Guerra: in quel periodo era in ricostruzione per poi essere aperta l'anno successivo, 1937, sempre con trazione a vapore, che manterrà fino alla chiusura (1960).
Si nota anche che come nazione confinante è indicata la Germania, anziché l'Austria, come se la mappa fosse successiva all'Anschluss (aprile 1938): questo fa pensare che la stampa possa essere posteriore di qualche tempo alla data "formale" di riferimento.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Trentino-Alto Adige.

 

Veneto. 
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In quegli anni, le maggiori città venete erano il centro di estese reti tranviarie a vapore, molte delle quali verranno in seguito elettrificate per poi scomparire definitivamente o essere trasformate in filovie (anch'esse però destinate alla chiusura).

Tra le linee perdute turisticamente rilevanti, è da citare la linea dell'Altopiano Piovene Rocchette - Asiago, a trazione a vapore e dentiera. Le tranvie vicentine, sia elettriche, sia a vapore (a cui si aggiungerà nel secondo dopoguerra la trazione diesel) costituivano una rete vasta e multiforme, tra le ultime a scomparire (entro il 1980). Sopravvive invece la Mestre-Adria.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Veneto.

 

Friuli e Venezia Giulia. 
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Poiché il periodo è antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, l'Istria, parte della Dalmazia e Zara sono ancora italiane. La ferrovia Parenzana (Trieste - Buje - Parenzo) è già stata chiusa nel 1935 per cui non compare più nella mappa, come anche la tranvia extraurbana Mattuglie - Abbazia - Laurana, chiusa nel 1933. Da notare invece la linea Pirano - S. Lucia di Portorose (ove sorgeva la stazione della Parenzana), che nel 1912 aveva sostituito la filovia di prima generazione Pirano - Portorose, caso abbastanza unico, in quanto nei decenni successivi sarebbero state le filovie a sostituire le tranvie.
Le ferrovie Portogruaro - Bertiolo - Udine e Bertiolo - Palmanova - Rubbia - Sasseto, allora indicate come in costruzione, in realtà non sono mai state completate. Tra l'altro i lavori sulla tratta Rubbia - Sasseto non dovrebbero essere mai iniziati, così come è rimasta solo sulla carta la ferrovia Villa Opicina - Sappiane, indicata anch'essa come in costruzione.

La breve ma caratteristica tranvia Trieste - Opicina e la Udine-Cividale rappresentano le uniche sopravvissute.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Friuli e Venezia Giulia.

 

Emilia. 
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Partendo da Parma e scendendo lungo la Via Emilia, la cosa che immediatamente salta all'occhio è che ogni città capoluogo era il fulcro di una rete composta da ferrovie concesse e tranvie, elettrificate o a vapore. Il fatto poi che tutte queste reti fossero in qualche modo interlacciate fra di loro generava una fitta maglia di linee che copriva tutto il territorio pianeggiante della Regione. E' in particolare impressionante la vasta e fitta rete di tranvie interurbane facenti capo a Parma, per lo più a trazione a vapore.
Si notano poi le costruende ferrovie Casalecchio - Vignola, attivata nel 1938 in sostituzione della parallela tranvia; Fidenza - Salsomaggiore, attivata nel 1937, anch'essa per rimpiazzare una linea tranviaria; Rolo - Mirandola, quest'ultima mai completata. Da notare anche il tronco Massalombarda - Imola, aperto nel 1934 e che verrà chiuso solo dieci anni dopo assieme alla tratta Imola - Fontanelice.

Scendendo lungo la costa adriatica della Romagna, troviamo le perdite più significative dal punto di vista turistico: le due ferrovie concesse che partivano da Rimini e raggiungevano da una parte Novafeltria (a quel tempo e fino al 1941 ancora chiamata Mercatino Marecchia) e dall'altra la Repubblica di San Marino. Quest'ultima, tecnicamente rilevante per il forte dislivello da superare, rimase in esercizio appena 12 anni, dal 1932 alle distruzioni belliche del 1944.

Oggi l'Emilia è nonostante tutto ancora abbastanza ricca di ferrovie regionali: sette reti sono sopravvissute, ormai tutte confluite nella gestione FER. E' disponibile una situazione più recente nella mappa del 1986 dalla rivista Voies Ferrées Ediz. Italiana.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Emilia.

 

Toscana. 
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La ferrovia della Garfagnana è ancora incompleta, mancando la tratta di valico che sarà aperta solo nel 1959. Stupisce la fitta rete tranviaria a nord di Viareggio, semisconosciuta e in parte elettrificata. Ad Arezzo fa capo la ferrovia a scartamento ridotto proveniente da Fossato di Vico, interrotta durante la seconda guerra mondiale e mai più riaperta, con la sola eccezione della tratta tra Sansepolcro ed Umbertide che verrà riutilizzata dalla FCU proveniente da Perugia. La Siena - Monte Antico via Buonconvento compare ancora come ferrovia concessa: oggi è una normale linea FS, parte del collegamento Siena-Grosseto, dopo essere rimasta chiusa dal 1966 al 1980. Proprio la sua riapertura determinerà poi il declino del più lungo itinerario via Asciano, chiuso nel 1994 e oggi in esercizio solo come linea turistica del Trenonatura. Si nota infine la rete di tranvie elettriche che, partendo da Firenze, raggiungevano numerose località limitrofe come Sesto Fiorentino, Peretola e Bagno a Ripoli.

Scomparse tutte le tranvie e la maggior parte delle ferrovie concesse, oggi rimangono solo i due rami di Arezzo (per Stia e Sinalunga), entrambi elettrificati.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Toscana.

 

Marche, Abruzzo. 
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Notiamo qui le tranvie e ferrovie Ancona - Falconara, Porto Civitanova - Civitanova Marche, Porto San Giorgio - Fermo - Amandola, Chieti Stazione - Chieti Città: tutti collegamenti che saranno successivamente sostituiti con filovie (nel caso di Porto San Giorgio solo fino a Fermo), di cui oggi sopravvive a fasi alterne solo quella di Chieti. Da segnalare anche la sconosciuta tranvia di Offida, aperta nel 1926 e chiusa nel 1952. A nord, manca l'indicazione della Fano - Fermignano - Urbino: probabilmente perché proprio tra il 1933 e il 1941 la linea venne sospesa ed autosostituita per il fallimento della società esercente, per essere poi esercitata dalle FS, che la chiusero infine nel 1987, lasciando Urbino priva di ferrovia. Dopo le distruzioni belliche, anche la linea FS Fabriano-Urbino venne ricostruita solo nella tratta iniziale fino a Pergola (e nel breve tratto Fermignano-Urbino di connessione con la linea da Fano).

La perdita più rilevante dal punto di vista tecnico e turistico è sicuramente quella dell'intera rete della Sangritana, tra Ortona e Castel di Sangro. In origine a scartamento ridotto, e poi ricostruita nel dopoguerra a scartamento ordinario, è stata progressivamente abbandonata, man mano che lo stato del binario avrebbe richiesto degli interventi di manutenzione, e nonostante la consolidata presenza del servizio turistico del Treno della Valle. L'ultimo tratto originale, da Marina di San Vito a Lanciano, è stato chiuso a novembre 2006. L'anno successivo è stato riaperto su un nuovo tracciato moderno: 10 km che rappresentano oggi l'unica tratta in esercizio di una rete che ne contava oltre 150.

Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Marche, Abruzzo.

 

Umbria, Lazio. 
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Una delle linee più interessanti è senza dubbio la famosa ferrovia Roma - Fiuggi - Frosinone, che si potrebbe anche chiamare "ferrotranvia", in quanto si alternavano tratte con caratteristiche tranviarie e altre ferroviarie. Oggi sopravvivono i primi km fino a Giardinetti, ma già allora aveva cominciato a contrarsi: nell'anno di redazione della mappa la linea appariva spezzata in tre parti: da Roma a Fiuggi, da Vico nel Lazio a Guarcino, da Frosinone a Frosinone Scalo. Manca all'appello la tratta Fiuggi - Vico - Frosinone che dal 1° luglio 1935 era priva del servizio viaggiatori, ma non del servizio merci. Di fatto quindi la linea era ancora completa, ma ancora per poco tempo: infatti il 15 maggio 1936 verrà soppressa la diramazione Vico - Guarcino e quindi il 1° marzo 1937 il tronco Fiuggi - Frosinone (che però, tre anni dopo, sarà parzialmente riaperto fino ad Alatri). Si segnala anche la breve linea FS Palo - Ladispoli che verrà soppressa di lì a poco (1938). Manca l'indicazione della tranvia Anzio-Nettuno (è rappresentata solo la ferrovia), chiusa nel 1936 e sostituita da un'effimera filovia, poi disastrata durante la Seconda Guerra Mondiale.

Al primo posto tra le perdite turisticamente rilevanti c'è senza dubbio la celeberrima Spoleto-Norcia, con spettacolari caratteristiche alpine, chiusa nel 1968. Oggi, oltre alla citata tratta di Giardinetti, rimangono la Terni-Perugia-Umbertide-San Sepolcro, la Roma-Ostia-Lido (che continua ad essere classificata ferrovia ma ha caratteristiche assolutamente da metropolitana) e la Roma-Viterbo, metropolitana nel primo tratto e poi in stato di semiabbandono fino a Viterbo.
Ferrovie concesse e tramvie estraurbane, 1936 - Umbria, Lazio.

 

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