Valmadrera. Nei primi anni '80, la trazione trifase è scomparsa per sempre, e non si effettuano più servizi regolari a vapore (gli ultimissimi, proprio nelle zone del basso Piemonte, arrivarono al 1977-78). Tuttavia il vapore inizia a diventare sempre più protagonista di treni storici rievocativi, sfruttando un numero nemmeno troppo ridotto di macchine, appartenenti agli ultimi Gruppi del servizio regolare: 625, 640, 740, 940 e 880. Proviamo allora a ripercorrere i primi anni '80, selezionando gli scatti a colori di Giovanni Demuru, che proprio inseguendo le ultime vaporiere ancora accese ha iniziato la sua esperienza di fotografo. A dicembre 1981, la 625.129 effettua un treno speciale lungo la Lecco-Molteno ed è qui ritratta in sosta a Valmadrera. |
Verona. Un soggetto tipico di chi inseguiva la fine della trazione a vapore nei primi anni '80 erano le file di macchine accantonate. L'ordinata ripetizione di cinque 625 caratterizza l'inquadratura, evitando che appaia puramente documentativa. Per la cronaca, tra queste macchine c'era anche la 625.142, poi riparata e protagonista di una lunga storia di treni speciali. |
Livorno. Ad agosto 1982 il fotografo, non ancora maggiorenne, era in vacanza a Diano Marina, quando ebbe notizia che a Livorno la locomotiva diesel addetta alle manovre si era guastata, e pertanto era stata riaccesa una 835 per assicurare le manovre nello scalo di Calambrone. Inoltre in deposito stazionavano regolarmente accese, a turno, una 740 o una 940 per il carro soccorso. Partito dunque per Livorno, è riuscito a fotografare la 835.062 in movimento in deposito, insieme alla 740.329. Per la 835, si trattava di una delle ultime tre unità ancora accese in tutta Italia (le altre erano la 053 a La Spezia e la 166 a Foligno); le 835 avrebbero smesso di circolare di lì a poco, mentre la 740.329 continuerà poi la sua carriera per tutti gli anni '80 alla trazione dei treni storici. |
Livorno. La 835.062 manovra in deposito. |
Livorno. 835 e 740 fianco a fianco. |
Livorno. |
Strambino. Un altro uso sporadico ma tipico delle macchine a vapore, in quegli anni, erano le corse prova per l'abilitazione alla trazione a vapore del personale del Genio Ferrovieri, che esercitava la linea Chivasso-Aosta (il Genio verrà poi utilizzato su questa linea fino al 2001). Di norma la corsa prova si svolgeva tra Chivasso e Ivrea, con una 640, locomotiva tipica della linea. Nella foto, è utilizzata la 133 al traino di una carrozza Corbellini. |
Cuneo. Nel basso Piemonte erano di casa le 880, che avevano concluso il servizio regolare proprio in queste zone, sulla Saluzzo-Airasca, nel 1978. In una bella giornata di febbraio 1983, la 880.045 viene riaccesa ed effettua varie corse intorno a Cuneo, in alcuni casi al traino del solo bagagliaio per treni merci. |
Moretta. La 880.045 sosta a Moretta, lungo la Saluzzo-Airasca, con il suo treno merci. Oggi qui la ferrovia non esiste più - è stata chiusa a fine 1985 - ma la 880.045 si è salvata, e dopo una lunga stagione al traino dei treni storici, è oggi ricoverata a Torino Ponte Mosca in attesa di tempi migliori. |
Villabassa. Vapore sotto la neve per la 940.022 impegnata in un merci in Val Pusteria, a metà strada tra il servizio regolare e il treno fotografico. |
Cosenza. Il nostro viaggio inizia sulla Paola-Cosenza a ottobre 1985, una delle ultime volte in cui si poté assistere allo spettacolo del vapore sull'itinerario a dentiera via Rende: la nuova linea in galleria venne infatti aperta nel 1987; nel 1991 ci fu un embrione di servizio turistico tra Cosenza e Rende; poi più nulla. |
Cosenza. Il deposito locomotive FS. All'estrema sinistra spunta una ALn 64, utilizzata per i servizi regolari della Paola-Cosenza, fino all'apertura della nuova linea. A destra, di là del muretto, i binari delle Ferrovie della Calabria, la celebre rete già delle Calabro-Lucane che univa Cosenza con Catanzaro e saliva sulla Sila fino a S.Giovanni in Fiore, passando per i 1405 m di S.Nicola-Silvana Mansio, la più alta stazione ferroviaria italiana, 30 m in più del Brennero. Oggi (2013) la Cosenza-Catanzaro è spezzata in due tronconi, con il tratto intermedio interrotto per frana, e nessun treno, nemmeno turistico, sale più a S.Giovanni in Fiore. |
Cosenza. Le 8 macchine a dentiera Gruppo 981 (Breda, 1922, su licenza della svizzera SLM) erano a vapore surriscaldato e doppia espansione: i cilindri a bassa pressione (collocati superiormente) azionavano la ruota dentata, mentre quelli ad alta pressione azionavano normalmente le ruote motrici. La particolarità era che le corse delle due coppie di pistoni erano fra loro in rapporto 1:2,2, cioè i pistoni a bassa pressione facevano 2,2 volte le corse degli altri. Questo era necessario per le leggi termodinamiche, per sfruttare adeguatamente anche il vapore a bassa pressione, dato che i cilindri erano di identico diametro (normalmente i cilindri a bassa pressione hanno un diametro maggiore di quelli ad alta pressione). Conseguenza vistosa era che la ruota azionata dai cilindri a bassa pressione (visibile nella prossima foto) girava nettamente più veloce delle ruote motrici, e anche in senso opposto. Naturalmente un adeguato rapporto di ingranaggi ristabiliva la corretta velocità e il verso di rotazione per la ruota dentata che ingranava nella cremagliera. Ad aderenza naturale, le 981, al pari delle 980 da cui derivavano, si comportavano come normali locomotive a semplice espansione. |
Cosenza. Primo piano, con il meccanismo di azionamento della ruota dentata: il pistone a bassa pressione è quello all'altezza del volto del macchinista; da qui la corrispondente biella motrice punta alla ruota più alta, sulla sinistra. Si notano anche i sottili tubi per l'acqua di raffreddamento dei cilindri, da usare quando in discesa veniva attivato il freno a repressione, e in alto a sinistra il dischetto rotondo rosso, che ruotava per segnalare quando era innestata la ruota dentata. |
Cosenza. Si carica il carbone in deposito. L'edificio sulla destra è quello della stazione FS. Le locomotive D.341 come quella sullo sfondo erano una presenza abituale in Calabria, utilizzate in particolare sulla linea jonica. |
Foto 1-15/39 ^ Indice ^ Pag. successiva >>