Pomeriggio dell'8 agosto 2006, dal marciapiede della stazione di Borghetto S.Spirito. La prima foto per documentare sistematicamente uno scempio: quello che è stato fatto alla costa, una cementificazione rozza e brutale che probabilmente non ha eguali. E' insieme casuale e spontaneo che abbia cominciato proprio oggi, mentre con la stessa sistematicità andavo a cogliere le fascinose geometrie architettoniche dei fabbricati di stazione di Loano e Albenga, architetto Narducci. La prima considerazione è che non si tratta di una fotografia facile: quel diluvio di palazzi, quell'assenza di spazi urbani, quell'incombenza di pareti verticali - così antitesi delle palazzate storiche - non è cosa che si racchiude facilmente in un'immagine. Anzi! Ma tale è la sfida, cercando di mantenere la qualità tecnica del risultato. Poi ci sono le sensazioni; tra tutte, un senso amaro e invadente di oppressione: dover guardare lo scempio, là dove ero invece solito cercare le tracce della forma preesistente, il tessuto urbano storico, la val Varatella di sfondo. E, insieme, c'è la consapevolezza che questa è un'indagine senza rimedio, che non può essere propositiva, perché è troppo tardi; in questo è simile alla ferrovia, che, quando scompare, è "per sempre". Quei palazzi di Borghetto tra i binari e il mare semplicemente non dovevano essere costruiti, quello doveva essere uno spazio pubblico: posso documentarlo, ma non posso risolverlo. Ecco dunque che cosa ho fotografato. Quello di cui dobbiamo, se non vergognarci, quanto meno rattristarci. |
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(Foto Studio Merlo, Genova). |
(Foto Alfredo Noak, 1880 circa). |
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