Borghetto S. Spirito. E' il paese dopo Loano: 2400 abitazioni occupate e 7800 "seconde case". Una densità edilizia che ha riscontri solo nella peggiore periferia del nord-Milano. E' l'esempio più didattico e più triste di uno scempio senza pari, di un diluvio di cemento che non si doveva fare. I palazzi si accatastano uno sull'altro, a distanze oscenamente basse, quasi finestra contro finestra. I due della foto si trovano tra la stazione e il mare. |
Borghetto S. Spirito. Addirittura, per guadagnare vani abitabili, alcuni palazzi hanno una pianta a 'C', con balconi e finestre che danno su una specie di cortile dove non dico il sole, ma nemmeno la luce riesce mai ad arrivare. Lo scempio, prima ancora dell'aver costruito, è come si è costruito. |
Borghetto S. Spirito. Questo edificio di sei piani si affaccia direttamente sul viottolo asfaltato che fa da lungomare. Ovviamente, in assenza di parcheggi, ogni metro utile è occupato da auto in sosta. |
Borghetto S. Spirito. Ed ecco il lungomare. Benché proprio nel 2005 la parte a ponente sia stata pedonalizzata, con un risultato tutto sommato soddisfacente, qui non si va oltre un semplice nastro di asfalto: nulla a che vedere con gli splendidi lungomari dei centri di antica tradizione turistica. Lo scempio è aver costruito dimenticando gli spazi pubblici. |
Borghetto S. Spirito. Di là della ferrovia, un'infinita schiera di palazzi si succede a distanze modestissime. E' facile immaginarsi a quante persone quei binari abbiano "dato fastidio", impedendo qualche palazzo in più. |
Borghetto S. Spirito. Ancora palazzi appena a ridosso della ferrovia. |
Borghetto S. Spirito. Lungo la via Aurelia, altri edifici con pianta a 'U', utilizzata per aumentare lo spazio utile. |
Borghetto S. Spirito. Quasi al confine con Loano, lo sguardo spazia per un attimo verso le movimentate cime calcaree della Val Varatella; la presenza di uno sfondo naturale di pregio rende ancora più triste il diluvio di cemento che gli si è anteposto. |
[controesempio] Borghetto S. Spirito. Qualcuno potrebbe pensare che chi scrive voglia "accanirsi" proprio contro Borghetto. In realtà ho sempre amato questi luoghi e l'antico centro del paese, ricco di pregevoli architetture liguri, come si vede bene nella foto. Ma l'apprezzare questo tessuto storico è come provare ancora più dolore per ciò che colpevolmente gli è stato fatto intorno. |
Borghetto S. Spirito. Ed ecco la ferrovia. Quanti vi vedranno la barriera, quella che taglia in due il paese? Ma quale barriera? Quale paese? Le case nella sottile striscia di terra tra la ferrovia e il mare semplicemente non dovevano essere costruite (confronta quanto fosse sottile questa striscia, riguardandola in una cartolina storica). Quello era lo spazio adatto per un autentico lungomare. Lo scempio è aver costruito nel posto sbagliato>. |
Borgio Verezzi. Tra Borgio e Pietra, la via Repubblica è un singolare asse interno, parallelo alla costa, spazioso e solare, tracciato con un certo respiro. Ma è un asse cieco: ad un estremo si interrompe contro il torrente Maremola, all'altro cozza contro il nucleo centrale di Borgio. Le varianti dell'Aurelia costruite negli anni '30 erano progettate per diventare "itinerari", alternativi alla viabilità storica. Qui invece la qualità del tracciato, che pure c'è, rimane solo estetica, non è più in grado di farne un vero itinerario. E allora è come se, di pari passo con la cementificazione, si siano ristretti gli orizzonti - progettuali e pianificatori - e non si sia più avuto il coraggio di pensare con larghezza di vedute, di guardare al dopodomani. Finché non ve n'è stato più lo spazio materiale. |
Pietra Ligure. Il panorama della periferia di Pietra dal mare è fatto solo di palazzi disordinati. Sulla collina, le minuscole frazioni di Verezzi osservano da lontano... |
Pietra Ligure. Ma dove finiscono, tutti i villeggianti? In una spiaggia profonda pochi metri, quattro file di ombrelloni, l'ultima già sul bagnasciuga! La capienza della spiaggia doveva essere presa come intelligente misura della capacità ricettiva naturale; invece si è costruito dieci volte tanto. |
Pietra Ligure. Un "parco pubblico" che non è neanche un cortile. Dietro il pino si intravedono i fili della ferrovia: il parco è già finito lì. Il disappunto non è tanto per quello che c'è, ma per tutto quello che non si è fatto. L'assenza di spazi pubblici è il primo vero dramma di questi luoghi di cemento. Che tristezza, al pensiero degli stupendi parchi storici del Genovesato! |
Ceriale. Verso l'estremo del paese, il lungomare si allarga in questa pineta, che accoglie cittadini e turisti con la sua piacevole frescura. Sembra incredibile ma questo fazzoletto di alberi è il più vasto verde urbano costiero di tutto il Loanese: altrove, il nulla. |
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