Tempio di Diana e Ponte Cinese. Il percorso prosegue per il Viale delle Camelie (inevitabilmente privo di fioritura a fine estate) e verso la parte alta della collina, al Castello del Capitano (che non ho visitato in questa occasione, perché aperto solo nei weekend). Attraverso delle grotte artificiali (anch'esse parzialmente chiuse in settimana) lo spettatore ottocentesco compiva il passaggio di "purificazione" dagli inferi al paradiso, approndando alla scena più spettacolare del parco, sicuramente una meraviglia anche agli occhi di oggi: il Lago Grande con il Tempio di Diana e il Ponte Cinese su un ramo del lago, che dà accesso a una sponda che siepi e recinzioni fanno sembrare un'isola. |
Tempio di Diana. Il tempietto neoclassico circondato dalle acque è diventato il simbolo del parco. |
Pagoda (dettaglio). La Pagoda si trova al centro, tra le due campate del Ponte Cinese. |
Tempio di Diana e Ponte Cinese. In primo piano la raffinata struttura metallica del ponte. Sullo sfondo, dietro al Tempio, si intravede il Ponte Romano con cui prosegue il percorso di visita. |
Pagoda. |
Casino di Flora. Il ramo meridionale del Lago Grande dà la sensazione di trovarsi su un'isola, al di là della quale si rivela il Casino di Flora a pianta ottagonale. |
Casino di Flora. La volta affrescata. |
Casino di Flora. L'edificio si affaccia su un prato, pressoché l'unico di tutto il parco. Due archi contrapposti sono aperti, ed inquadrano prospetticamente una statua dall'altro lato. |
Casino di Flora. Primo piano con le decorazioni a stucco e la vista "in trasparenza" della statua di là dell'edificio.. |
Casino di Flora. La stessa prospettiva in trasparenza si ha dall'altro lato, centrata sull'Obelisco che si trova oltre il Lago Grande. Le altre finestre sono chiuse da vetri gialli decorati, che filtrano la luce in una tonalità dorata. |
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