Perché non un vero libro?
Se il lettore è arrivato fino a qui, probabilmente ha anche pensato che questo lungo album fotografico assomiglia sul serio a un vero libro, con una sua copertina, il frontespizio, i testi introduttivi e le cartoline in apertura dei capitoli. Se ne sarà dunque domandato la ragione, e allora mi sembra doveroso dare qualche spiegazione in più. Questo album assomiglia a un libro per il semplice fatto che era nato proprio per essere un libro stampato, che desse seguito a quelli in bianco e nero , già realizzati nel 2002 e 2003. L'avevo pensato sul finire del 2005, mentre esploravo per le ultime volte la Ortona-Casalbordino, che tanto vi è rappresentata, e l'avevo costruito durante i primi sei mesi del 2006: non è infatti banale selezionare 130 foto, coinvolgendo cinque o sei altri fotografi, stabilire un ordine e un'impaginazione, effettuare tutte le scansioni nella maniera migliore possibile, scriverne le didascalie.
Poi mi ero affidato a una Casa Editrice, che avrebbe dovuto curarne l'edizione, e che a sua volta si è affidata a una Tipografia.
Il libro è stato effettivamente stampato, nell'estate del 2006, in 500 copie, per un costo di produzione di poco superiore a 5000 Euro. Ma quello che ne è uscito, almeno secondo il mio (severo?) metro di giudizio, era ben lontano dall'accettabilità.
In estrema sintesi, il libro presenta una successione apparentemente casuale di foto stampate correttamente, foto visibilmente troppo chiare e foto visibilmente troppo scure (oltre a difetti minori, soprattutto dominanti viola e verdi, saturazione eccessiva e alcuni casi di maschere di contrasto palesemente esagerate). In realtà, la Casa Editrice aveva ritenuto di dover far "sistemare" le mie scansioni da un'Azienda Terza, che ha prodotto la versione poi stampata.
Per una serie paradossale di coincidenze (CD che non si trovavano più, confusione nelle prove di stampa, dichiarazioni della Tipografia secondo cui "il controllo a monitor non può dare indicazioni certe sulla correttezza delle immagini", fretta della Tipografia di concludere il lavoro, ...) sono stato in grado di avere in mano i file rielaborati solo a stampa avvenuta.
Ancora oggi non mi capacito di come sia stato possibile, per l'Azienda Terza, produrre un risultato tanto disomogeneo, partendo da scansioni che - belle o brutte che fossero - erano enormemente più omogenee.
La Tipografia ha sempre ritenuto che il suo unico compito fosse stampare i file così come forniti. Io tuttavia rimprovero loro di non aver dato alcun valore aggiunto al proprio lavoro. Sarebbe bastata una telefonata, il segnalarmi che qualcosa sembrava non tornare. Nulla. Alle mie perplessità, che pure avevo manifestato, è sempre seguito un "non si preoccupi, va tutto bene". Avrei di gran lunga preferito molte meno rassicurazioni e molti più dubbi: sono convinto che la qualità finale se ne sarebbe avvantaggiata. Così come sono convinto che una tale disomogeneità sarebbe stata perfettamente visibile anche sul più economico dei monitor, se solo si fosse fatto un controllo.
Per chi volesse verificare le differenze, è disponibile un confronto tra le immagini esattamente come le avevo consegnate io, e quelle rielaborate, utilizzate per la stampa.
Visto il risultato, ho deciso di non mettere in vendita il libro, sobbarcandomi per intero il costo di produzione (salvo, per dovere di verità, il costo del lavoro dell'Azienda Terza, che la Casa Editrice ha scelto di non fatturarmi).
Tengo a precisare che questi commenti non suonano certo nuovi, né per la Casa Editrice, né per la Tipografia, alle quali sono già stati fatti per iscritto a stampa conclusa. La Casa Editrice, con cui - credo - è sempre esistito un rapporto di stima reciproco, era contraria alla non-pubblicazione, ma alla fine ha rispettato la mia scelta. La Tipografia non si è presa nemmeno la briga di rispondermi. Si è fatta viva solo per intimarmi il saldo degli ultimi 1000 Euro, che avevo cautelativamente decurtato dal pagamento, e che all'inizio del 2007 ho provveduto a versare.
Per la cronaca, conservo a casa qualche copia, mentre la maggior parte non l'ho nemmeno ritirata dalla Tipografia. Avevo suggerito loro di regalarle a qualche scuola, dubito che l'abbiano fatto.
A distanza di tre anni, riguardando le foto e la stessa "trama" del libro, sono giunto alla conclusione che sia giusto renderlo disponibile ai lettori, in una forma consona alla pubblicazione web, ma mantenendo nel contempo la fedeltà al testo originale, e con in più il vantaggio delle scansioni integralmente a 1024 pixel.