Sulmona Introdacqua. La nostra gita comincia a Sulmona Introdacqua, la stazione secondaria della città - ma più vicina al centro storico - servita solo dalla linea per Carpinone e Isernia (e dunque oggi priva di servizio regolare). Sono le 12.50 e siamo arrivati qui, con comodità e tempismo, partendo da Milano con l'italo delle 7.15 e noleggiando un'auto a Roma Tiburtina. Per strada abbiamo incontrato ogni possibile meteo, dal cupo della pianura al diluvio di Arezzo, dal pallido sole di Roma, fino nuovamente alla pioggia di Avezzano. Ancora mentre entriamo in stazione il cielo è coperto, ma quando arriva il treno si apre in un inequivocabile sole: è la prima fortuna di queste giornate. La 940 a vapore e la D.445 con le Centoporte sono partite in mattinata: ora è la volta della Littorina: l'ALn 556.2331 (Breda, 1940), insieme con le due ALn 668 Fiat: la 1401 (1956) e la 1452 (1959). |
Cansano. Mentre le automotrici risalgono la valle del Gizio passando da Pettorano, noi le precediamo a Cansano, attendendole al viadotto in ingresso della stazione. Il paese è più in basso, sulla sinistra, mentre in alto a destra si staglia l'inconfondibile profilo della Maiella, il massiccio più rilevante dell'Abruzzo meridionale. Il gioco delle infinite curve della linea permette ora di avere in luce le ALn 668. |
Cansano. Alla partenza del treno il veloce mutare delle nuvole continua ad assistere i fotografi, con la ferrovia al sole e il versante scuro della Maiella per sfondo. |
Campo di Giove. La ferrovia prosegue a salire con pendenza costante del 28 per mille: dai 348 m di quota di Sulmona, siamo già passati ai 948 di Cansano e ora ai 1069 di Campo di Giove. Le automotrici, appena arrivate, devono attendere l'incrocio con la 940 di ritorno da Roccaraso. L'edificio in primo piano è il serbatoio dell'acqua, un tempo necessaria per alimentare le locomotive a vapore: in tutte le stazioni della linea la cisterna è racchiusa in un corpo in muratura, per proteggerla meglio dai rigori dell'inverno. |
Campo di Giove. Arriva la 940, naturalmente orientata a ritroso, e ne fotografo il duomo sullo sfondo della Maiella. A questo scatto, accosto l'immagine della 940 che l'indomani sosta a Roccaraso e poi riparte da Palena, osservata da decine di persone. Proprio a Palena, alcuni signori mi chiedono quali altri treni passeranno di lì: rispondo che mancano ancora il diesel e le littorine, ma non sono convinti; dicono "ma quest'altra, quando torna?" e mi mostrano sul cellulare la foto della 940 dal lato del camino. Ho faticato non poco a convincerli che era proprio quella appena partita, ma girata al contrario. E insistevano "guardi che si confonde". Be', ma anche no... :) |
Campo di Giove. Primo piano dell'ALn 668.1452 con l'edificio del serbatoio idrico. |
Campo di Giove. Effettuato l'incrocio, le automotrici ripartono dalla linda stazione, imbandierata per l'occasione, mentre il cielo si è fatto più sereno. |
Campo di Giove. Pochi istanti dopo, il mio socio inquadra il treno sugli scambi d'uscita, tra gli abeti di questa località dallle sembianze alpine. L'edificio a sinistra è il Grand Hotel Zeus, oggi chiuso. |
Palena. Percorriamo la deserta strada del valico della Forchetta, fermandoci anche a lasciar passare un gregge che l'attraversa, e arriviamo a Palena di nuovo nel rapido rincorrersi delle nuvole. Siamo ormai a quota 1257, tra i prati del Quarto S.Chiara (il paese di Palena è 10 km più a nord). |
Palena. Anche la partenza del treno è miracolata dal sole: un istante dopo, sarà tutta ombra! |
Rivisondoli. A Rivisondoli corro per entrare in stazione, ma mi accorgo che l'ingresso è dall'altro lato del fabbricato; mi giro proprio nel punto in cui finisce l'asfalto e comincia il ghiaietto...e mi ritrovo per terra, con una botta notevole alla spalla (ma la fotocamera sana!). Nel mentre il mio socio inquadra la littorina a fianco del caratteristico fabbricato. Siamo a quota 1268, la "Stazione più alta della rete dopo quella del Brennero", come recita la celebre targa. |
Castel di Sangro. Intanto si è messo a piovere, così senza particolare fretta precediamo il treno a Castel di Sangro, dove...ritorna il sereno, con una bella luce che contrasta con il versante della montagna in ombra. Proprio a metà del versante, sul lato sinistro della foto, si riconosce il viadotto ferroviario, situato lungo la discesa al 25 per mille da Roccaraso ad Alfedena. A Castel di Sangro siamo infatti tornati parecchio più in basso, a quota 802. |
Castel di Sangro. Dall'altro lato si inquadrano le ALn 668, sullo sfondo delle colline che sono già in Molise. Nel rettifilo del binario si intuisce l'inizio della rampa che risale verso la galleria di Monte Pagano. |
Montenero Val Cocchiara. Ormai nel tardo pomeriggio, l'alternanza di nuvole e sereno cede il posto a una pallida velatura... E' l'occasione per provare questa inquadratura in controluce, con le automotrici che percorrono il rettifilo tra Montenero e Alfedena, sullo sfondo dei Monti della Meta, di confine con il Lazio. Ad Alfedena la linea piegherà verso destra per iniziare la salita in direzione di Roccaraso. Noi invece puntiamo verso casa, cioè verso l'appartamento che abbiamo trovato nel centro storico di Pettorano sul Gizio, che si rivelerà vintage e confortevole. Proprio dalla piazza del paese, ormai nell'oscurità, assisteremo al transito delle automotrici illuminate che attraversano il versante boscoso. |
Sulmona Introdacqua. La domenica inizia con un acquazzone, ma noi siamo a messa nella moderna chiesa del Cristo Re, a Sulmona. Il mattino si prospetta coperto almeno per un po' di tempo; torniamo comunque a Introdacqua per la partenza del treno a vapore: 940.041 (Reggiane, 1922) e tre carrozze a terrazzini in castano e Isabella. |
Foto 1-15/65 ^ Indice ^ Pag. successiva >>