Foto 30-38/38  << Pag. precedente   ^ Indice ^      (foto singola)

I porti turistici: lo scempio non ancora finito

Loano.  Anche qui, dove già c'era un porto di dimensioni piuttosto consistenti, si è pensato di ingrandirlo, addirittura raddoppiandone la superficie. I lavori, cominciati nel 1995, si sono trascinati con lentezza e ancora nel 2006 la nuova area è un deserto di terra ben lungi dall'essere completato. Nel frattempo, oltre metà della spiaggia tra Pietra e Loano si è ridotta a un ammasso di fango e scogliere artificiali.
I porti turistici: lo scempio non ancora finito - Loano.

 

S. Lorenzo al Mare.  Il comune di San Lorenzo, che era scampato alla cementificazione del porto di S.Stefano, 15 anni dopo non ha voluto essere da meno. Nel 2005 sono cominciati i lavori per l'ennesimo, catastrofico porto, a meno di 5 km dall'altro. La sede della ferrovia, presto sgomberata, diventa una comoda area per organizzare il cantiere. Chissà da quanti anni la società immobiliare non vedeva l'ora che i binari si togliessero d'impiccio.
I porti turistici: lo scempio non ancora finito - S. Lorenzo al Mare.

 

S. Lorenzo al Mare.  Ecco il manifesto pubblicitario dell'intervento. Inutile dire che il "paradiso" turistico includa non solo il porto ma anche ampie residenze, che in opere del genere non mancano mai. E dal cartello dei lavori apprendiamo che tanto scempio è addirittura finanziato dall'Unione Europea! Una prova fino troppo eloquente delle scelte con cui si utilizzano le risorse europee: ne prendo atto e, d'ora in poi, mi considero a tutti gli effetti "politicamente ateo".
I porti turistici: lo scempio non ancora finito - S. Lorenzo al Mare.

 

C'era una volta l'architettura ferroviaria

[controesempio] Alassio.  Il fabbricato di stazione, costruito negli anni '20 in sostituzione dei tipici edifici in legno ottocenteschi, è un gioiellino architettonico, raffinato ed elegante. L'intera stazione, ricca di aiuole, palme e fontane è del tutto consona al pregio ambientale della Riviera.
C'era una volta l'architettura ferroviaria - <i>[controesempio] </i>Alassio.

 

[controesempio] Genova Pegli.  Anche una stazione più piccola, all'interno della conurbazione genovese, mostra una sua piacevole dignità estetica, e la sua piazza è anzi elemento di qualità urbana al margine di un quartiere residenziale piuttosto massiccio.
C'era una volta l'architettura ferroviaria - <i>[controesempio] </i>Genova Pegli.

 

Genova Pra.  ... ed ecco invece una stazione del XXI secolo. Un deserto infinito di cemento e squallore, circondato da reti metalliche e piloni di pesantissimi viadotti. La nuova stazione di Pra è stata inaugurata a fine 2005, in modo da permettere l'allargamento della strada sul vecchio tracciato abbandonato: una variante costosa, trascinatasi per anni, che non dà alcun beneficio alla ferrovia ma solo alla strada: lo scempio è anche investire sulla ferrovia, non per migliorarla, ma solo per toglierla di mezzo.
C'era una volta l'architettura ferroviaria - Genova Pra.

 

[controesempio] Genova Voltri.  Il ponte sul torrente Leira: tre esili archi in mattoni che quasi nemmeno si notano, nel loro veloce apparire tra le case della città antica.
C'era una volta l'architettura ferroviaria - <i>[controesempio] </i>Genova Voltri.

 

Genova Pra.  E che cosa è questo "coso", osceno e immenso, che spunta sulla costa di Pra, dipinto in un inverosimile e ridicolo azzurro? Guardate la prossima foto...
C'era una volta l'architettura ferroviaria - Genova Pra.

 

Genova Pra.  ... è il viadotto del raccordo Voltri-Ovada, integralmente sigillato da una specie di barriera antirumore, che ne aumenta a dismisura l'impatto visivo. E anche quando il tubo azzurro finisce, i piloni del sovrappasso sulla strada sono enormemente più massicci e pesanti di qualunque ponte tradizionale. Superfluo immaginare quanto sia costato...
C'era una volta l'architettura ferroviaria - Genova Pra.

 

Foto 30-38/38  << Pag. precedente   ^ Indice ^   

[Indice della sezione / This Section]

[Home page]