Pietra Ligure. Un "parco pubblico" che non è neanche un cortile. Dietro il pino si intravedono i fili della ferrovia: il parco è già finito lì. Il disappunto non è tanto per quello che c'è, ma per tutto quello che non si è fatto. L'assenza di spazi pubblici è il primo vero dramma di questi luoghi di cemento. Che tristezza, al pensiero degli stupendi parchi storici del Genovesato! |
Ceriale. Verso l'estremo del paese, il lungomare si allarga in questa pineta, che accoglie cittadini e turisti con la sua piacevole frescura. Sembra incredibile ma questo fazzoletto di alberi è il più vasto verde urbano costiero di tutto il Loanese: altrove, il nulla. |
Loano. Almeno in alcuni quartieri, la qualità edilizia è superiore a quella di Borghetto, con volumetrie meno ossessive. Ma il tessuto urbanistico anche qui è colpevolmente carente: tutti questi palazzi sono "appoggiati" al terreno come casette di Lego sopra un foglio di asfalto, senza un'autentica trama viaria né il minimo spazio verde. |
Balzi Rossi. Uno scempio più sottile, difficile da cogliere, è la modifica della forma della costa, mediante il progressivo interramento del fronte mare. Qui ai Balzi Rossi, al confine con la Francia, il parcheggio è stato ricavato aggiungendo un piano artificiale al margine di quella che era una costa inequivocabilmente alta e rocciosa. In alto, la "casa dei doganieri" cantata da Montale, aggrappata alla roccia sul tracciato storico dell'Aurelia, appare assai più coerente con la forma naturale del luogo. |
Balzi Rossi. Se il parcheggio poteva ancora apparire discreto, quanto meno per i bei pini che lo ombreggiano, il "residence", che ha modificato anch'esso la forma della costa (si veda il muro di sostegno a mare) spinge purtroppo a un giudizio più severo, a causa del luogo inopportuno in cui sorge: proprio davanti al celebre complesso paleontologico della Barma Grande, la grotta dove furono ritrovati i più importanti resti preistorici della Liguria. Va detto che l'antropizzazione è qui di vecchia data: ad inizio secolo vi sorgeva un grande casinò liberty e poi, durante la guerra, una postazione fissa di artiglieria francese. A parere di chi scrive, tuttavia, la costa dei Balzi Rossi, spettacolarmente "aspra", era inadatta a un'edificazione residenziale come questa, poggiata lungo la sottile e preziosa linea di demarcazione tra roccia e mare. |
Capo Nero. Nell'elenco degli scempi non potevano mancare i palazzi di Capo Nero, tra San Remo e Ospedaletti, la cementificazione più rozza e massiccia tra tutte quelle che hanno attaccato i "capi", cioè i promontori che in Riviera separano un paese dall'altro: una separazione che in questo caso si è persa del tutto. Più a destra (non visibile) è stato eretto persino un grattacielo. |
[controesempio] Andora. Al limitare occidentale della piana, si riconosce ancora il tessuto agricolo, fatto di ulivi e terrazzamenti, dove si incontrano pregevoli ville suburbane. |
Andora. Ma proprio dalla stessa strada della foto precedente, ecco il panorama verso la costa: una distesa infinita di palazzi e "seconde case". La qualità urbanistica è un po' superiore a quella di Borghetto, ma l'orizzonte del mare si è fatto quasi un miraggio... |
[controesempio] Andora. Poche centinaia di metri, e appare la stazione. Curiosamente, i rigogliosi alberi della sua piazza nascondono quasi del tutto la città e rifanno di Andora un paesaggio agreste, con i suoi orti davanti al binario. Ma è solo questione di tempo: fra pochi anni anche qui la ferrovia sarà un ricordo. |
Alassio. I porti: l'altro grande, incessante, distruttivo attacco alla costa. Costruiti in origine al margine del paese, sfruttavano in modo tutto sommato accettabile l'effetto "insenatura" tipico dei centri di Riviera, ma poi hanno via via invaso ogni altro tratto di costa. Alassio, già negli anni '60, costruì il suo porto appoggiandolo al Capo di S. Croce, ma "dal lato opposto": non affacciato sulla città, bensì aperto verso Albenga; questa soluzione, pur vantaggiosa perché non sacrificare la spiaggia urbana, andava però a cementificare il tratto iniziale della costa tra S.Croce e il Vadino, fino ad allora incontaminata. Intorno al 2002, il porto è stato ulteriormente ampliato (il parcheggio con l'asfalto più chiaro e il molo di sinistra). |
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