Borghetto S. Spirito. Ed ecco la ferrovia. Quanti vi vedranno la barriera, quella che taglia in due il paese? Ma quale barriera? Quale paese? Le case nella sottile striscia di terra tra la ferrovia e il mare semplicemente non dovevano essere costruite (confronta quanto fosse sottile questa striscia, riguardandola in una cartolina storica). Quello era lo spazio adatto per un autentico lungomare. Lo scempio è aver costruito nel posto sbagliato>. |
Borgio Verezzi. Tra Borgio e Pietra, la via Repubblica è un singolare asse interno, parallelo alla costa, spazioso e solare, tracciato con un certo respiro. Ma è un asse cieco: ad un estremo si interrompe contro il torrente Maremola, all'altro cozza contro il nucleo centrale di Borgio. Le varianti dell'Aurelia costruite negli anni '30 erano progettate per diventare "itinerari", alternativi alla viabilità storica. Qui invece la qualità del tracciato, che pure c'è, rimane solo estetica, non è più in grado di farne un vero itinerario. E allora è come se, di pari passo con la cementificazione, si siano ristretti gli orizzonti - progettuali e pianificatori - e non si sia più avuto il coraggio di pensare con larghezza di vedute, di guardare al dopodomani. Finché non ve n'è stato più lo spazio materiale. |
Pietra Ligure. Il panorama della periferia di Pietra dal mare è fatto solo di palazzi disordinati. Sulla collina, le minuscole frazioni di Verezzi osservano da lontano... |
Pietra Ligure. Ma dove finiscono, tutti i villeggianti? In una spiaggia profonda pochi metri, quattro file di ombrelloni, l'ultima già sul bagnasciuga! La capienza della spiaggia doveva essere presa come intelligente misura della capacità ricettiva naturale; invece si è costruito dieci volte tanto. |
Pietra Ligure. Un "parco pubblico" che non è neanche un cortile. Dietro il pino si intravedono i fili della ferrovia: il parco è già finito lì. Il disappunto non è tanto per quello che c'è, ma per tutto quello che non si è fatto. L'assenza di spazi pubblici è il primo vero dramma di questi luoghi di cemento. Che tristezza, al pensiero degli stupendi parchi storici del Genovesato! |
Ceriale. Verso l'estremo del paese, il lungomare si allarga in questa pineta, che accoglie cittadini e turisti con la sua piacevole frescura. Sembra incredibile ma questo fazzoletto di alberi è il più vasto verde urbano costiero di tutto il Loanese: altrove, il nulla. |
Loano. Almeno in alcuni quartieri, la qualità edilizia è superiore a quella di Borghetto, con volumetrie meno ossessive. Ma il tessuto urbanistico anche qui è colpevolmente carente: tutti questi palazzi sono "appoggiati" al terreno come casette di Lego sopra un foglio di asfalto, senza un'autentica trama viaria né il minimo spazio verde. |
Balzi Rossi. Uno scempio più sottile, difficile da cogliere, è la modifica della forma della costa, mediante il progressivo interramento del fronte mare. Qui ai Balzi Rossi, al confine con la Francia, il parcheggio è stato ricavato aggiungendo un piano artificiale al margine di quella che era una costa inequivocabilmente alta e rocciosa. In alto, la "casa dei doganieri" cantata da Montale, aggrappata alla roccia sul tracciato storico dell'Aurelia, appare assai più coerente con la forma naturale del luogo. |
Balzi Rossi. Se il parcheggio poteva ancora apparire discreto, quanto meno per i bei pini che lo ombreggiano, il "residence", che ha modificato anch'esso la forma della costa (si veda il muro di sostegno a mare) spinge purtroppo a un giudizio più severo, a causa del luogo inopportuno in cui sorge: proprio davanti al celebre complesso paleontologico della Barma Grande, la grotta dove furono ritrovati i più importanti resti preistorici della Liguria. Va detto che l'antropizzazione è qui di vecchia data: ad inizio secolo vi sorgeva un grande casinò liberty e poi, durante la guerra, una postazione fissa di artiglieria francese. A parere di chi scrive, tuttavia, la costa dei Balzi Rossi, spettacolarmente "aspra", era inadatta a un'edificazione residenziale come questa, poggiata lungo la sottile e preziosa linea di demarcazione tra roccia e mare. |
Capo Nero. Nell'elenco degli scempi non potevano mancare i palazzi di Capo Nero, tra San Remo e Ospedaletti, la cementificazione più rozza e massiccia tra tutte quelle che hanno attaccato i "capi", cioè i promontori che in Riviera separano un paese dall'altro: una separazione che in questo caso si è persa del tutto. Più a destra (non visibile) è stato eretto persino un grattacielo. |
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