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ORIZZONTE DI PIANURA

La Ferrovia Suzzara - Ferrara, anch'essa oggi rientrante nella gestione FER, segue per vari tratti l'argine maestro del Po, in uno scenario agricolo profondamente padano. Il 19 marzo 1997, la ALn 668.10 (Fiat-OM, 1962), analoga alle prime ALn 668 delle FS, corre tra San Benedetto Po e Pegognaga.
ORIZZONTE DI PIANURA - S. Benedetto Po

 

I treni diserbanti sono costituiti da appositi carri che vengono fatti marciare a bassa velocità, mentre spruzzano il liquido diserbante lungo la massicciata. Il 26 aprile 2002, uno di questi treni, trainato da una D.345, ha percorso la linea da Monte Antico ed è in arrivo a Montepescali, nel paesaggio agricolo della campagna grossetana.
ORIZZONTE DI PIANURA - Montepescali

 

Al tramonto del 5 gennaio 1999, una E.444R è in testa a un treno Genova - Torino, presso Donna (foto G. Demuru).
ORIZZONTE DI PIANURA - Donna

 

Le Ferrovie del Sud-Est gestiscono una vasta e ramificata rete a trazione diesel che attraversa la penisola salentina. La locomotiva diesel BB 160 mostra la sua vivace colorazione ripresa dalle E.656 FS, mentre traina una carrozza in servizio locale Lecce - Gagliano del Capo, tra Parabita e Matino, il 25 agosto 2004 (foto G. Demuru).
ORIZZONTE DI PIANURA - Parabita

 

ORIZZONTE FERROVIA

Indice analitico:
Elenco dei mezzi di trazione

ALe 540.002 (San Remo)
ALe 601 (S. Nicola A.)
ALe 724 (Santhià)
ALe 801 (Corniglia)
ALe 801.005 (Albisola)
ALe 803 (Vignale)
ALe 840.040 (Fossacesia)
ALe 840.046 (Pozzolo F.)
ALe 880.072 e 082 (S. Vito)
ALn 663.1002 (Nibbia)
ALn 663.1004 (Nibbia)
ALn 663.1168 (Lagnasco)
ALn 663.1204 (Arma)
ALn 668 (Fossacesia)
ALn 668 (Termini I.)
ALn 668 (Gambolò)
ALn 668 (Vinzaglio)
ALn 668 (Cava Carbonara)
ALn 668 (S. Bernardino)
ALn 668.1048 (Ferruzzano)
ALn 668.1048 (Bova Marina)
ALn 668.1518 (Casale M.)
ALn 668.1551 (Vignale)
ALn 668.1705 (Chioggia)
ALn 668.1805 (Nicorvo)
ALn 668.1847 (Tromello)
ALn 668.2412 (Vignale)
ALn 772.3301 (Golfo Aranci)
ALn 773 (Castel d'Agogna)
ALn 773 (Torreberetti)
ALn 773.3535 (Milano)
ALn 990.1008 (Balestrate)
D.345 (Mede)
D.345 (Montepescali)
D.345 (Caltignaga)
D.345.1047 (Nicorvo)
D.345.1113 (Torreberetti)
D.445 (San Remo)
D.445 (Sillavengo)
D.445.1028 (Roseto C.S.)
D.445.1030 (Roseto C.S.)
D.445.1087 (S. Lorenzo)
E.424 (Olevano)
E.424 (Ponzana)
E.428.014 (Milano)
E.428.191 (Vasto)
E.428.207 (Celle)
E.444.053 (Ponzana)
E.444.081 (Cervo)
E.444.086 (Albisola)
E.444.091 (S. Lorenzo)
E.444R (Alassio)
E.444R (Albenga)
E.444R (Olcenengo)
E.444R (Donna)
E.444R.049 (Aregai)
E.464 (Castelbuono)
E.623.103 (Castellazzo)
E.626 (Ponzana)
E.626.033 (Ancona)
E.626.410 (Novara)
E.632.047 (S. Germano V.)
E.633.015 (S. Lorenzo)
E.633.040 (Laigueglia)
E.636 (Noli)
E.636 (S. Vito)
E.636.010 (Gioiosa Marea)
E.636.198 (Pedaso)
E.636.244 (Ceriale)
E.636.265 (Tusa)
E.636.356 (S. Lorenzo)
E.636.360 (Manarola)
E.636.445 (Ospedaletti)
E.636.452 (Borgio Verezzi)
E.645 (Praia a Mare)
E.645 (Aregai)
E.645 (Cervo)
E.645.021 (S. Vito)
E.645.033 (Aregai)
E.645.034 (Aregai)
E.645.079 (Aregai)
E.645.084 (Ceriale)
E.645.306 (Tusa)
E.646 (Olevano)
E.646 (Trecate)
E.646.010 (Ancona)
E.646.011 (Laigueglia)
E.646.065 (Aregai)
E.646.086 (Sori)
E.646.126 (Torino di Sangro)
E.656 (Alassio)
E.656 (Laigueglia)
E.656 (Aregai)
E.656 (Vernazza)
E.656 (Praia a Mare)
E.656 (Cervo)
E.656 (Andora)
E.656 (San Remo)
E.656 (San Remo)
E.656 (Manarola)
E.656.005 (Cervo)
E.656.008 (Laigueglia)
E.656.097 (Cefalù)
E.656.195 (Aregai)
E.656.298 (Taormina)
E.656.406 (Laigueglia)
E.656.412 (S. Lorenzo)
E.656.466 (Cervo)
E.656.471 (S. Lorenzo)
E.656.544 (San Remo)
E.656.549 (S. Stefano)
ETR.302 (Vignate)
ETR.450 (Aregai)
ETR.450 (Ancona)
ETR.450 (Piacenza)
ETR.500 (Ancona)
FAS ALe 07 (S. Vito)
FAS ALe 08 (Ortona)
FAS ALe 09 (S. Vito)
FAS ALn 776.051 (S. Vito)
FAS ALn 776.051 (S. Vito)
FNC DE 520-06 (Ferrera E.)
FNM DE 500-03 (Solaro)
FNM EA 750 (Novara)
FPS ADn 610 (Luzzara)
FPS DE.424.08 (Luzzara)
FSE BB.160 (Parabita)
FSF ALn 668.10 (S. Benedetto Po)

 

 

Fotografie di Giorgio Stagni, Giulio Canevari, Matteo Cerizza, Franco Dell'Amico, Giovanni Demuru, Claus Pusch e Donato Rossi.

Revisione immagini di Francesco Bloisi.

Si ringraziano i membri del forum di www.photorail.com per i suggerimenti e le preziose informazioni fornite.

Scritto tra marzo e luglio 2006. Pubblicato su questo sito a settembre 2009.

Originali su pellicola negativa e diapositiva. Scansioni effettuate in maggioranza con Canoscan FS 2710. Scansioni cartoline con Canon 640P. Elaborazioni con Photoshop 5.

ORIZZONTE FERROVIA - CREDITS

 

 

Giorgio Stagni, nato a Milano nel 1969, è laureato in Ingegneria ambientale, indirizzo urbanistico, al Politecnico di Milano. Ha alternato il lavoro di programmatore software con la pianificazione dei trasporti, prima presso il Politecnico e poi negli uffici della Regione Lombardia, dove ha seguito il processo di riforma del servizio ferroviario regionale e gli esperimenti di affidamento tramite gara. Si occupa di fotografia ferroviaria dalla metà degli anni Ottanta. Nel 2002/2003, ha pubblicato due libri fotografici in bianco e nero. Per questa nuova opera si avvale dell'importante contributo di Franco Dell'Amico, di Savona, Donato Rossi, di Trezzo d'Adda (MI) e Giovanni Demuru, di Monza, che già aveva collaborato ai libri precedenti. Completano il quadro degli autori di Orizzonte ferrovia Claus Pusch, di Friburgo (D) e due fotografi più giovani, Matteo Cerizza, di Cologno Monzese (MI) e Giulio Canevari, della provincia di Pavia.

Restauro della E.636.147, Milano Smistamento, marcature eseguite a stencil, aprile 2006 (foto C. Vianini).

ORIZZONTE FERROVIA - AUTORI

 

Perché non un vero libro?

Se il lettore è arrivato fino a qui, probabilmente ha anche pensato che questo lungo album fotografico assomiglia sul serio a un vero libro, con una sua copertina, il frontespizio, i testi introduttivi e le cartoline in apertura dei capitoli. Se ne sarà dunque domandato la ragione, e allora mi sembra doveroso dare qualche spiegazione in più. Questo album assomiglia a un libro per il semplice fatto che era nato proprio per essere un libro stampato, che desse seguito a quelli in bianco e nero , già realizzati nel 2002 e 2003. L'avevo pensato sul finire del 2005, mentre esploravo per le ultime volte la Ortona-Casalbordino, che tanto vi è rappresentata, e l'avevo costruito durante i primi sei mesi del 2006: non è infatti banale selezionare 130 foto, coinvolgendo cinque o sei altri fotografi, stabilire un ordine e un'impaginazione, effettuare tutte le scansioni nella maniera migliore possibile, scriverne le didascalie.

Poi mi ero affidato a una Casa Editrice, che avrebbe dovuto curarne l'edizione, e che a sua volta si è affidata a una Tipografia.

Il libro è stato effettivamente stampato, nell'estate del 2006, in 500 copie, per un costo di produzione di poco superiore a 5000 Euro. Ma quello che ne è uscito, almeno secondo il mio (severo?) metro di giudizio, era ben lontano dall'accettabilità.

In estrema sintesi, il libro presenta una successione apparentemente casuale di foto stampate correttamente, foto visibilmente troppo chiare e foto visibilmente troppo scure (oltre a difetti minori, soprattutto dominanti viola e verdi, saturazione eccessiva e alcuni casi di maschere di contrasto palesemente esagerate). In realtà, la Casa Editrice aveva ritenuto di dover far "sistemare" le mie scansioni da un'Azienda Terza, che ha prodotto la versione poi stampata.

Per una serie paradossale di coincidenze (CD che non si trovavano più, confusione nelle prove di stampa, dichiarazioni della Tipografia secondo cui "il controllo a monitor non può dare indicazioni certe sulla correttezza delle immagini", fretta della Tipografia di concludere il lavoro, ...) sono stato in grado di avere in mano i file rielaborati solo a stampa avvenuta.

Ancora oggi non mi capacito di come sia stato possibile, per l'Azienda Terza, produrre un risultato tanto disomogeneo, partendo da scansioni che - belle o brutte che fossero - erano enormemente più omogenee.

La Tipografia ha sempre ritenuto che il suo unico compito fosse stampare i file così come forniti. Io tuttavia rimprovero loro di non aver dato alcun valore aggiunto al proprio lavoro. Sarebbe bastata una telefonata, il segnalarmi che qualcosa sembrava non tornare. Nulla. Alle mie perplessità, che pure avevo manifestato, è sempre seguito un "non si preoccupi, va tutto bene". Avrei di gran lunga preferito molte meno rassicurazioni e molti più dubbi: sono convinto che la qualità finale se ne sarebbe avvantaggiata. Così come sono convinto che una tale disomogeneità sarebbe stata perfettamente visibile anche sul più economico dei monitor, se solo si fosse fatto un controllo.

Per chi volesse verificare le differenze, è disponibile un confronto tra le immagini esattamente come le avevo consegnate io, e quelle rielaborate, utilizzate per la stampa.


Visto il risultato, ho deciso di non mettere in vendita il libro, sobbarcandomi per intero il costo di produzione (salvo, per dovere di verità, il costo del lavoro dell'Azienda Terza, che la Casa Editrice ha scelto di non fatturarmi).

Tengo a precisare che questi commenti non suonano certo nuovi, né per la Casa Editrice, né per la Tipografia, alle quali sono già stati fatti per iscritto a stampa conclusa. La Casa Editrice, con cui - credo - è sempre esistito un rapporto di stima reciproco, era contraria alla non-pubblicazione, ma alla fine ha rispettato la mia scelta. La Tipografia non si è presa nemmeno la briga di rispondermi. Si è fatta viva solo per intimarmi il saldo degli ultimi 1000 Euro, che avevo cautelativamente decurtato dal pagamento, e che all'inizio del 2007 ho provveduto a versare.

Per la cronaca, conservo a casa qualche copia, mentre la maggior parte non l'ho nemmeno ritirata dalla Tipografia. Avevo suggerito loro di regalarle a qualche scuola, dubito che l'abbiano fatto.

A distanza di tre anni, riguardando le foto e la stessa "trama" del libro, sono giunto alla conclusione che sia giusto renderlo disponibile ai lettori, in una forma consona alla pubblicazione web, ma mantenendo nel contempo la fedeltà al testo originale, e con in più il vantaggio delle scansioni integralmente a 1024 pixel.


 

La tratta finale della linea Domodossola - Novara, che scende dal Lago d'Orta alla pianura, si svolge in mezzo alle risaie che ad ogni primavera, con il loro allagamento, contribuiscono a creare un paesaggio assai peculiare. Il 3 maggio 1998, il treno regionale 10390 per Domodossola corre tra Vignale e Caltignaga, trainato da una locomotiva diesel D.345, a cui è agganciato un vecchio carro riscaldo, necessario per fornire l'alimentazione elettrica alle carrozze.

Per finire, sono disponibili alcuni bozzetti di copertine , realizzati prima di arrivare a individuare quella definitiva.

ORIZZONTE FERROVIA - RETRO DI COPERTINA

 

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