San Remo. Il portale di ponente della galleria Damò. |
San Remo. Colpo d'occhio del rettifilo in uscita da San Remo, presso il km 129, il cui cippo nel 2009 era ancora al suo posto. |
San Remo. L'altro classico rettifilo sanremese è quello urbano, avvolto dalla rigogliosa vegetazione mediterranea. Sulla destra si snoda la passeggiata Trento e Trieste, già corso Federico Guglielmo nella denominazione d'inizio Novecento. Fino agli anni '60 la passeggiata era ovviamente di lungomare, oggi è affacciata ai mastodontici impianti del Porto Sole e il mare si è ridotto a una scarsa traccia all'orizzonte. |
San Remo. Notturno "bicromatico" del fabbricato viaggiatori, con il blu del cartello anni '80 e il giallo dell'illuminazione urbana. |
San Remo. La stazione, guardando dal lato ovest. La ciclopista convive qui con un parcheggio. Gli alberi sulla destra sono quelli del Lungomare delle Nazioni, realizzato negli anni '70 (più parcheggio che lungomare, ad essere precisi...). In precedenza, la stazione era direttamente affacciata sul mare, come appare in tutte le cartoline classiche. |
San Remo. Guardando dal lato opposto, con un palo sopravvissuto. La linea affianca la celeberrima Passeggiata Imperatrice, che chiude la città a ponente. |
San Remo. La statua della Primavera, all'estremità della Passeggiata Imperatrice, elemento figurativo di spicco nella San Remo del turismo internazionale d'inizio secolo. La balaustra in pietra ha accompagnato per decenni la vista della linea aerea della ferrovia sottostante, fin dall'elettrificazione in trifase del 1931. |
San Remo. L'ex hotel Maristella, appena oltre il termine della Passeggiata Imperatrice. |
San Remo. Nella periferia occidentale di San Remo si era progettato di costruire un nuovo ampio scalo merci, al posto di quello contiguo alla stazione. I lavori, intorno alla fine degli anni '30, si fermarono tuttavia alla realizzazione del piazzale, e i binari non furono mai posati. |
Ospedaletti. La galleria di Capo Nero, lunga 1731 m, è analoga a quella di San Lorenzo: realizzata negli anni '20 con sagoma per due binari ma sempre utilizzata con un solo binario (e pensare che da San Remo a Ospedaletti si sarebbe potuto posare il secondo binario senza nessun impatto sulla città, se non la demolizione di un unico casello). In questo caso tuttavia anche la linea originale prevedeva una galleria, seppure di minore lunghezza (667 m). Il segnale è la protezione di Ospedaletti, abitualmente aperto sul Rosso-Giallo o Rosso-Verde, dato che qui si passava al doppio binario, con una deviata a 60 km/h. La galleria di Capo Nero è stata l'ultima parte della ciclopista a verire completata: è stata infatti aperta solo nel 2015. |
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