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La terra e la ferrovia

Nus.  In Val d'Aosta a febbraio 2023, il Bimodale delle 13 mi riserva una sorpresa: è una doppia composizione, che vedo per la prima volta. Per il lungo nastro rosso, è d'obbligo il panoramix!
La terra e la ferrovia - Nus.

 

S.Maria Maggiore.  A luglio 2023, dopo un'ampia passeggiata nelle pinete di S.Maria, è l'ora della corsa Domodossola-Re e ritorno, su cui c'è la garanzia di un elettrotreno vintage. Oggi è in turno il "Verbano" e lo attendo poco oltre la mini-fermata di Buttogno, accanto a uno dei tanti edifici in pietra, tipici della valle.
La terra e la ferrovia - S.Maria Maggiore.

 

Gagnone-Orcesco.  L'ultima fortuna della giornata è per il treno per Locarno: l'ABe 8/8 23 Ossola, che mi passa davanti nel bel prato di Orcesco.
La terra e la ferrovia - Gagnone-Orcesco.

 

 Sulzano.  Nel pomeriggio di un giorno di agosto 2023, mi domando che inquadratura sia ricavabile a Sulzano, ora che il sole è lato lago: ne esce forse la foto più iconica della giornata, con il binario che corre tra gli ulivi, sullo sfondo della Corna Trentapassi (a sinistra, alle spalle di Marone) e della Punta Almana (la più alta a destra, di 1390 m).
La terra e la ferrovia - Sulzano.

 

 Verres.  A ottobre 2023 torno in valle in bici. Scendo a Verres, ma i treni incrociano a Chatillon, così non è che il tempo abbondi per raggiungere il ponte sulla Dora, 4 km più avanti... Di buona lena arrivo in posizione, ed ecco il bimodale che scende. Nel controluce del mattino, la colorazione rossa è a dir poco spettacolare!
La terra e la ferrovia - Verres.

 

 Montjovet.  Zizzagando tra le stradine che seguono il binario, trovo un bel prato con casello, poco a sud della ex stazione di Montjovet. La bici è in posa e sullo sfondo è il Monte Zerbion (2722 m), alle spalle di St. Vincent, tra la Val d'Ayas e la Valtournenche.
La terra e la ferrovia - Montjovet.

 

 Verres.  L'ultimo scenario della giornata è l'ampio prato a sud di Verres. Arrivarci significa farsi 5 km ad andatura sostenuta con il vento contro, ma il risultato premia: il rosso del bimodale è perfetto nel contesto di prati e alberi ancora estivi.
La terra e la ferrovia - Verres.

 

 Verres.  Sono passate le 16 e il sole è davvero vicino al versante occidentale della valle. Confido di avere ancora qualche minuto di luce, e ho calcolato giusto: quando arriva il bimodale per Torino, la linea d'ombra è pochi metri alle mie spalle, ma il binario è ancora perfettamente illuminato. La cima più alta verso nord è il Monte Barbeston (2482 m), al centro della grande "curva" che fa passare la valle da est-ovest a nord-sud.
La terra e la ferrovia - Verres.

 

 Donnas.  Nella gita di novembre "alle porte della Valle" (cioè verso il confine piemontese) sono a Donnas a mezzogiorno, quando la luce è laterale e la "finestra" senza ombre è proprio dirimpetto al fabbricato viaggiatori: mi invento un panoramix molto grandangolare, giunzione di tre scatti con Hugin, rifinito poi a mano. Da questa posizione si intuisce bene sullo sfondo l'effetto di sbarramento naturale della valle, che precede il forte di Bard.
La terra e la ferrovia - Donnas.

 

 Settimo Vittone.  Al passaggio a livello della strada per Quassolo, il rettifilo della ferrovia ha per sfondo il primo versante valdostano, in un'immagine che mi appare il simbolo della "porta di accesso" alla Valle d'Aosta. A destra della Croix Courma, si sale al Corno del Lago (2747 m) e spunta, appena visibile, la Becca di Vlou (3032 m).
La terra e la ferrovia - Settimo Vittone.

 

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