Capitolo 2
L'Europa in Riviera
Nel dicembre del 2005 è stato soppresso l'ultimo collegamento ancora esistente tra il Nord Europa e la Riviera di Ponente: l'Intercity Riviera dei Fiori Basilea - Nizza. Oggi gli unici treni internazionali che percorrono la Genova - Ventimiglia sono gli Eurocity Milano - Nizza, composti da carrozze italiane, inizialmente cadenzati ogni quattro ore e dal 2008 ridotti a due sole coppie. Con la scomparsa del Basilea - Nizza, in Riviera non circola più alcuna carrozza straniera: è questa una situazione che diventa sempre più comune anche su molte altre linee, ma che qui appare particolarmente significativa.
Un gran numero di treni internazionali provenienti dall'Europa del Nord ha affollato i binari della Riviera fino a pochi anni fa. Già negli anni Cinquanta, Ventimiglia era collegata direttamente con Vienna, Innsbruck, Stoccarda, Monaco, Zurigo, Berna (Simplon-Riviera), Ginevra, Basilea, Hoek Van Holland, Amsterdam (Italien-Holland Express). Prima della guerra, addirittura, in una differente situazione politica e naturalmente nell'assenza di ogni tipo di concorrenza, stradale o aerea, erano esistiti collegamenti per Ventimiglia anche da Berlino, Praga e Budapest. Ancora nei primi anni Settanta, il Riviera Express aveva anche carrozze da Puttgarden e Copenaghen. Tra il 1981 e il 1987 era attivo anche un singolare collegamento estivo tra Berna e Ventimiglia attraverso la spettacolare linea del colle di Tenda. Al principio degli anni Ottanta, il Diretto 246 portava fino a Marsiglia la sezione da Vienna del Gondoliere, quella da Monaco dell'Italicus e un'altra da Trieste. Successivamente molti collegamenti internazionali sono stati integrati dentro la nuova maglia cadenzata, di modo che buona parte degli Espressi Milano - Ventimiglia, pur tutti uguali per orario, avevano in composizione una sezione internazionale.
Questi collegamenti rendevano quanto mai abituale la presenza in riva al mare di carrozze Tipo X tedesche nell'elegante colorazione turchese e avorio, svizzere in verde vagone, francesi in verde e blu, e poi belghe, austriache, o nei vivaci colori dell'agenzia turistica TUI. E in mezzo a tutta questa varietà, si poteva scommettere sulla fortuna di trovare alla trazione una macchina anch'essa "speciale", diversa dalla solita E.656: praticamente tutte le locomotive elettriche delle FS hanno trainato questi treni.
A partire dalla fine degli anni Ottanta tutti questi treni sono via via scomparsi: da Vienna nel 1988, da Calais nel 1989, da Zurigo e Stoccarda nel 1991, da Bruxelles nel 1992, da Monaco e per Bordeaux nel 1993, da Amsterdam e Francoforte nel 1994, per Marsiglia nel 1995, da Ginevra nel 1996, per Port Bou e Irun nel 1997, da Berna nel 1998. Le ragioni di queste soppressioni sono certo molte, interne ed esterne: l'apertura del traforo autostradale del Gottardo (1980) ha avvicinato la Germania, rendendo assai più competitiva l'automobile: c'è voluto un decennio, ma l'effetto è stato notevole; al contrario le tariffe ferroviarie internazionali hanno introdotto offerte a basso prezzo solo in tempi recentissimi, troppo tardi. Inoltre, la creazione di sistemi cadenzati interni ai singoli paesi ha fatto preferire modelli di orario basati su relazioni più brevi e più frequenti, capaci di offrire tempi di viaggio simili ai vecchi servizi diretti, pur con l'onere del trasbordo.
E i viaggiatori dove sono finiti? Certo, molti si saranno adattati ad usare i nuovi treni. Però, fino al 1997 c'erano tre treni estivi che andavano in Spagna e tutti e tre letteralmente scoppiavano. Fino al 2002 ne è sopravvissuto uno, e continuava a scoppiare. Oggi non ce n'è neanche uno. Su nessuno dei treni attuali ho mai più notato viaggiatori che, con i loro zaini, l'aspetto, i discorsi, ricordassero anche lontanamente quell'inconfondibile esercito di vacanzieri per la Spagna.
In quanto a me, ho usato più volte il Riviera Express nella sua versione invernale, l'Espresso 205; salivo a Milano nelle carrozze di testa: cuccette belghe, il riscaldamento intenso nel freddo di fuori. Dopo l'alba e la nebbia, arrivava la costa, esplodeva il profumo dell'inverno, quel nastro colorato di quattro nazioni assecondava le controcurve di Alassio, accelerava per i rettifili di Diano. Del vento e del mare sento ancora l'odore, il rumore delle porte sbattute. Poi in autobus arrivavo a Cervo, a San Lorenzo, che era già il sole vivo del mezzogiorno. Si può fare anche adesso, su una carrozza per Medie Distanze; ma non è la stessa cosa.