Biella. La rete tranviaria di Biella, oggi interamente scomparsa, era particolarmente estesa. Le Ferrovie Elettriche Biellesi gestivano le linee per Balma, Vallemosso e Mosserano (a 2400 V, chiuse nel 1958 e classificate appunto ferrovie) nonché quelle per Borriana e Mongrando (a 850 V, classificate tranvie e chiuse nel 1951). Infine la SABOTE (Società Anonima Biella-Oropa per Trazione Elettrica, come si legge per esteso sui rimorchi qui illustrati) gestiva la celebre linea per il santuario di Oropa, anch'essa chiusa nel 1958, a 850 V e classificata tranvia. Tutte quante erano a scartamento ridotto italiano, cioè 950 mm. E' singolare come molte cartoline d'epoca mostrino in primo piano degli elementi che oggi non esiteremmo a definire di disturbo, in questo caso due passanti: a mio avviso il risultato è decisamente più fascinoso dopo averli pazientemente rimossi! |
Varese. |
Como. La rete tranviaria del capoluogo lariano, inaugurata il primo giorno dell'anno 1906, aveva come "centro nevralgico" Piazza Cavour, splendidamente aperta sul lago di Como. In questa cartolina la motrice a due assi n. 39, accoppiata alla rimorchiata 105, porta l'indicazione della linea 2 per Cantù, mentre un'altra motrice è in sosta sul binario attiguo. La rete urbana comasca cedette definitivamente il passo al filobus a partire dal 1953 mentre le numerose linee extraurbane chiusero entro il 1955 per essere ugualmente affidate alle filovie. |
Como (part.). Primo piano sui tram... con ragazzino in calzoni corti! |
Como. Una vista più completa della piazza Cavour, con motrice e rimorchio, e affollamento di vaporetti per il servizio di navigazione. Sullo sfondo a sinistra, il Tempio Voltiano e l'avvallamento collinare che conduce al confine di Chiasso. |
Cantù (CO). Oltre alla linea STECAV a scartamento ridotto proveniente da Como, dal 1912 e fino alla fine del 1952, Cantù era raggiungibile anche da Monza grazie alla tranvia STEB (a scartamento ordinario) che passava per Meda. In questa immagine risalente all'ultimissimo periodo di esercizio della linea da Monza, la vettura tranviaria a carrelli n. 2 è in sosta nel caratteristico centro della città canturina. La linea da Como aveva già chiuso l'anno precedente. Oltre all'insegna Esposizione permanente mobili, tipica del luogo, è senz'altro significativa la scritta W Trieste italiana, che contribuisce a datare l'immagine. A piena risoluzione, si intuiscono anche le scritte sul selciato W PCI - FGCI (davanti alla parola "piazza" della didascalia) e W l'Italia (dietro il lampione). |
Bergamo. La storia dei tram urbani di Bergamo inizia nella seconda metà dell'Ottocento con l'apertura di due linee a cavalli, mentre l'elettrificazione della rete fu avviata a partire dal 1898. La rete tranviaria seguì l'espansione della città e la costruzione dei nuovi quartieri fino alla progressiva sostituzione con filobus che si concluderà con la chiusura dell'ultima linea tranviaria, quella per Ponte San Pietro, avvenuta nel 1957. Nel 2009 il tram è tornato a Bergamo anche se sotto forma della utile metrotranvia per Albino, costruita sul sedime della Ferrovia della Val Seriana chiusa nel 1967. L'inquadratura più classica della rete bergamasca è senz'altro quella della Porta Nuova, con la vista della città alta per sfondo. |
Bolzano. Oltre alla linea per il Renon, col suo breve percorso urbano e la successiva tratta a cremagliera verso l'Altopiano, il capoluogo sudtirolese ebbe tra il 1909 ed il 1948 una piccola rete tranviaria urbana composta da due linee per i paesi di Gries e Laives. In questa immagine una motrice a due assi ed una rimorchiata sostano al capolinea posto nella centralissima Piazza Walther, ove si erge il duomo dedicato a Santa Maria Assunta (Maria Himmelfahrt). |
Merano. La città, elegantemente adagiata lungo il fiume e rinomata per le sue antiche terme, poté contare, tra il 1908 ed il 1956, di una linea tranviaria elettrica ed a scartamento metrico che collegava la stazione ferroviaria col borgo di Maia Bassa, con diramazione fino a Foresta. Nella cartolina è ripresa una delle 14 motrici a due assi che, insieme a 4 rimorchiate, costituivano il parco rotabile della linea. La vettura è ripresa a fianco del teatro cittadino in corrispondenza della diramazione tra le due linee cittadine. |
Merano. Un'altra immagine della città con una vettura tranviaria in sosta davanti alla stazione. |
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