La ferrovia Cuneo-Ventimiglia (estate 2013):
inquadramento generale, nuovo orario e problemi infrastrutturali

Scritto a settembre 2013

CONTENUTO


 

Fontan-Saorge (Francia)
Un treno italiano sullo sfondo di una stazione francese, in un paesaggio alpino, che poco più a sud diventerà mediterraneo. E' la ferrovia del Tenda, 67 km e 1000 m di dislivello da Limone Piemonte a Ventimiglia, entrando e uscendo dalla Francia, lungo la valle Roya.
La stazione di Fontan è colorata nell'arancio carico che era tipico della PLM, la compagnia Paris-Lyon-Méditerranée che aveva costruito la parte francese della linea, completata tra il 1900 e il 1928. Ma ampi tratti oggi in Francia erano nati italiani, prima delle modifiche di confine del 1947, e ancora oggi le stazioni ne testimoniano inequivocabilmente lo stile architettonico.
C'è di più: la linea, elettrificata a trazione trifase nel 1935, è stata poi distrutta per eventi bellici nel 1944 ed è rimasta come rovina e "memoria di se stessa" fino al 1979, quando ne è stata completata la ricostruzione.
Oltre che un eccezionale percorso storico e geografico attraverso le Alpi e un pregiato esempio di tecnica ferroviaria, la linea è anche il collegamento più immediato tra Torino, Cuneo e l'estrema Riviera, e come tale è largamente utilizzata da viaggiatori e turisti.
Ulteriori documenti storici e immagini nella galleria fotografica.

 

La linea e il nuovo orario cadenzato

La linea del Tenda purtroppo non gode di buona salute, anche se i suoi mali sono significativamente diversi da quelli di tutte le altre linee minori piemontesi, chiuse nel 2011-2013. Infatti la linea non soffre di mancanza di utenza o di orari inefficaci ma di significativi problemi infrastrutturali.

Prima di vedere questi problemi, si riepilogano alcuni punti generali per inquadrare il tema.

Il servizio tra Cuneo e Ventimiglia è di competenza della Regione Piemonte, anche se sconfina in Liguria (oltre che in Francia, ovviamente). La ripartizione delle competenze tra le Regioni, risalente al DPCM 16/11/2000, non segue infatti rigidi criteri amministrativi, inapplicabili alla ferrovia, e quindi assegna sovente a una singola Regione anche servizi che ne interessano altre. Analogamente, ad esempio, i treni Torino-Savona-Ventimiglia sono di competenza del Piemonte, mentre i Milano-Genova-Ventimiglia sono della Liguria.

Con il dicembre 2012, la Regione Piemonte ha ritenuto opportuno modificare l'orario della linea, passando da un orario "vecchio stile", in cui ogni corsa aveva una storia a sé, a un più moderno orario strutturato.

L'orario attuale ha sicuramente il vantaggio di essere cadenzato, con un treno ogni 2 ore per tutto l'arco della giornata, e in questo è sicuramente migliore del precedente. Esso è stato anche correttamente inserito in uno schema ordinato, rispetto agli altri servizi dell'area di Cuneo: i treni Ventimiglia-Cuneo trovano infatti coincidenza a Cuneo con i Cuneo-Torino e sono intercalati ai Limone-Fossano, anch'essi ogni 2 ore, in modo da offrire un treno all'ora a nord di Limone.


Scelte critiche sull'orario

Parallelamente alla strutturazione dell'orario sono state fatte anche due scelte più critiche, che comportano alcuni svantaggi all'utenza e che peraltro non procurano alcun sostanziale risparmio economico per la Regione Piemonte:

Le fermate minori avevano sicuramente un'utenza molto modesta, ma il risparmio di tempo ad averle soppresse, su una linea di questo tipo, è probabilmente anch'esso modesto. La relazione Torino-Ventimiglia è sicuramente ancora fattibile oggi, ma molta utenza percepisce il trasbordo come un sensibile fattore di scomodità.

Per completezza, va precisato che le stazioni francesi conservano un servizio assicurato da treni francesi, ma si tratta di un'offerta ai minimi termini: 5 corse in tutto tra Breil e Tenda (e dunque nessuna a Vievola).

In quanto all'obbligo di trasbordo a Cuneo, va detto che in un sistema strutturato (e ben funzionante, cioè che rispetti le coincidenze), la cosa può avere senso: ad esempio i treni Fossano-Limone possono essere più piccoli, perché l'utenza va decrescendo man mano che ci si allontana da Torino; inoltre i treni da Ventimiglia, a trazione diesel, non devono circolare sulla tratta totalmente elettrificata a nord di Cuneo. In questo modo si ottiene una gestione più efficiente ed economica del servizio. Naturalmente la precondizione è che appunto il sistema funzioni bene e le coincidenze siano assicurate.

La cosa sarebbe ancora più positiva se l'impresa ferroviaria, con un minimo di strategia commerciale, vendesse la relazione Torino-Cuneo-Ventimiglia come un tutt'uno, ad esempio con annunci del tipo "treno per Cuneo con proseguimento per Ventimiglia". Il viaggiatore anche occasionale avrebbe così l'idea di una relazione studiata in modo unitario.


A margine, nel corso del 2013, la Regione Piemonte ha "minacciato" la chiusura della linea, ma è pressoché certo che si trattasse di un bluff: la reale intenzione era di chiudere la Novara-Varallo e la Vercelli-Casale (in aggiunta alle undici linee chiuse nel 2012). E' stata quindi inclusa una terza linea verosimilmente per far poi vedere che venivano chiuse "solo" due linee e non tre. Per la cronaca, a settembre 2013 la Vercelli-Casale è stata effettivamente chiusa, mentre la Novara-Varallo ha ricevuto una drastica riduzione di corse che ne mina in modo significativo la reale utilità.

Per quanto riguarda l'utenza, purtroppo non si dispone di dati numerici, in particolare dopo la riorganizzazione di dicembre 2012, ma in passato si è sempre rilevato un buon utilizzo dei treni Cuneo-Ventimiglia, anche se ovviamente, come in tutte le linee turistiche, essi risentivano dei flussi stagionali.

In tempi recenti la scomparsa dei treni effettuati da locomotiva più carrozze (i Torino-Imperia Oneglia e viceversa) è sicuramente correlata con una riduzione di utenza, perché le 5 carrozze utilizzate su quei treni offrivano 390 posti (nei periodi di punta tutti occupati) mentre oggi i due Minuetti ne offrono meno di 280. Ovviamente è molto difficile capire se il cambio di composizione (e il taglio delle tratte estreme) sia stato la causa della riduzione di utenza oppure lo abbia seguito, anche se è verosimile pensare alla prima ipotesi.

Peraltro anche nell'estate 2013, per fortuna, si sono osservati treni ben frequentati. Questo fa pensare che il servizio cadenzato abbia migliorato la frequentazione generale nel corso della giornata, anche se a scapito dei servizi "di punta" Torino-Imperia. Questo tutto sommato è un risultato positivo, tipicamente connesso con il passaggio da orari "casuali" di vecchio tipo a moderni sistemi cadenzati.

 

Orari grafici 2012 e 2013 a confronto

Orario "tradizionale" fino al 2012

L'orario vigente fino a dicembre 2012 era caratterizzato da una non-struttura, con ogni corsa che faceva storia a sé. Sono evidenti le due coppie Torino-Taggia/Imperia, svolte con D.445 più carrozze, che coprivano i flussi maggiori, ma al di là di queste si incontravano "buchi" considerevoli: i più pesanti erano quelli in direzione sud nella parte centrale della giornata, con tre ore senza treni tra le 11 e le 14 e addirittura quattro ore tra le 14 e le 18.
Tra Cuneo e Fossano (cioè più a nord della tratta di cui ci si occupa qui) la maglia era già stata strutturata con il Memorario del 2004, con una frequenza di 30 minuti, ottenuta intercalando i Cuneo-Torino con delle navette Cuneo-Fossano in coincidenza con i treni della Savona-Torino.

Orario cadenzato strutturato dal 2013

Da dicembre 2012 l'orario viene strutturato con un cadenzamento rigoroso di 2 ore. Nonostante il lieve taglio (le corse totali passano da 18 a 16) scompaiono automaticamente tutti i vuoti d'orario; spariscono anche le due relazioni dirette su Torino, ma a questo punto tutti i treni della giornata trovano coincidenza a Cuneo per/da Torino, come è logico in un sistema cadenzato.
Gli incroci di sistema avvengono sempre e solo a Fontan e Robilante (il che ovviamente non è una scusa valida per smantellare gli altri punti di incrocio, comunque utili per il futuro o per situazioni perturbate). Tre coppie proseguono su Taggia, anche se l'ulteriore prosecuzione oltre Taggia verso Imperia, non visibile nel grafico, in tutti e tre i casi ha coincidenze particolarmente sfavorevoli.
Notiamo a margine come il servizio a nord di Cuneo si sia sostanzialmente dimezzato (esclusa una ristretta fascia di punta) e offra oggi un treno all'ora, del resto in linea con il pesante ridimensionamento che ha interessato l'intera rete piemontese.
Infine precisiamo che l'orario festivo è sostanzialmente identico a quello feriale (sia nel 2012, sia nel 2013) come giustamente si conviene a una linea con utenza soprattutto turistica.

 


I problemi all'infrastruttura

Detto questo veniamo al tema dell'infrastruttura, che rappresenta oggi la minaccia maggiore. L'infrastruttura infatti presenta nel tratto francese alcune significative situazioni di degrado.

Già oggi esistono numerosi rallentamenti e i treni circolano spesso con 10-15 minuti di ritardo. Tra l'altro questo comporta la difficoltà a mantenere le coincidenze a Cuneo, essenziali per il funzionamento del "sistema ferroviario" nel suo complesso, con il rischio di peggiorare a catena anche la puntualità anche del servizio a nord di Cuneo.

I complessi rapporti internazionali tra ferrovie italiane e francesi sono ancora oggi formalmente regolati dalla Convenzione del 1970 (quindi sottoscritta ben 9 anni prima della riapertura della linea, avvenuta nel 1979). Da quello che sembra, la Convenzione affidava alle ferrovie francesi - oggi RFF - la manutenzione corrente e a quelle italiane - oggi RFI - la manutenzione straordinaria.

Che le ferrovie francesi non abbiano mai avuto particolare interesse nella linea è cosa comprovata da anni. Fino a un certo punto si tratta di una posizione comprensibile, dato che la linea Cuneo-Ventimiglia svolge di fatto una relazione "italiana". E' anche vero che anche la relazione Cuneo-Nizza era ben frequentata, anche dai cittadina francesi, ma oggi di fatto questa relazione non esiste più, quindi alle ferrovie francesi la linea interessa, se possibile, ancora di meno.

A questo punto, è verosimile pensare che da parte francese si sia deliberatamente trascurata la manutenzione ordinaria (a loro carico) rimandandola al momento in cui diventasse indispensabile un intervento di rifacimento "pesante", classificabile come straordinario e quindi a carico della parte italiana. In questo modo oggi la linea si ritrova significativamente "usurata" dopo 34 anni di servizio, in assenza pressoché totale di interventi di mantenimento.


Il rallentamento da dicembre 2013

Nel corso del 2012 le ferrovie francesi hanno minacciato l'istituzione di un rallentamento a 40 km/h per l'intera tratta, a partire da dicembre 2013, come si legge sulla wikipedia francese:

"Depuis 2012, le gestionnaire de réseau italien RFI ne paye plus les frais d'exploitation et d'entretien du tronçon de Piène à Viévola prévus par la convention internationale de 1970. RFF a entrepris quelques travaux limités sur ses fonds propres. Néanmoins, le montant des travaux à effectuer en urgence est estimé à 27 millions d'euros, et 49 millions supplémentaires seraient nécessaires pour pérenniser la ligne. À titre conservatoire, le gestionnaire d'infrastructure délégué, SNCF Infra, annonce la mise en place d'un ralentissement à 40km/h sur la totalité du tronçon pour la fin 2013."

Può essere che la minaccia sia tattica, cioè serva per sollevare il problema e far "aprire il borsellino", ma se il rallentamento verrà davvero applicato, butterà sicuramente la linea fuori mercato, con un inaccettabile aggravio del tempo di percorrenza. Anche il viaggiatore più ben intenzionato verso la ferrovia, dopo aver viaggiato a 40 km/h da Vievola a Olivetta penserà "non prenderò mai più il treno"!

Ad oggi il rallentamento è ufficialmente confermato, e la Regione Piemonte sta predisponendo un nuovo orario, con riduzione del numero di corse e ovviamente aumento dei tempi di percorrenza. Si parla di circa 2 ore e mezza da Cuneo a Ventimiglia (velocità media 38 km/h) contro le attuali 1h47 (54 km/h).

Di fatto l'idea è di lasciare qualche corsa simbolica, proprio per non chiudere la linea, cosa che non è nelle intenzioni della Regione, almeno a livello tecnico (a livello politico è più difficile capirlo). Il nuovo orario, che sarà quasi una provocazione, dovrebbe servire anche ad aumentare le pressioni per sbloccare la situazione.

Tra l'altro va osservato che "in casa propria", sia RFF sia RFI hanno appena concluso il totale rifacimento dell'armamento: rispettivamente da Breil verso Nizza e da Ventimiglia fino al confine di Olivetta. Quindi il nodo del contendere è proprio la tratta in territorio francese ma utile ai viaggiatori italiani.

Da ultimo c'è un'ulteriore spada di Damocle, relativa ai sistemi di sicurezza, cioè i sistemi che fermano automaticamente il treno nel caso in cui il macchinista non rispetti un semaforo rosso. La tratta in territorio francese non è stata attrezzata con il sistema di sicurezza SSC ("sistema di supporto alla condotta") che RFI utilizza su tutte le sue linee minori (sulle linee principali c'è un sistema più completo, l'SCMT). Quindi ad oggi la Limone-Olivetta è l'unica tratta in cui un treno di Trenitalia viaggia senza la protezione del sistema di sicurezza. Infatti sulla totalità delle linee RFI c'è o l'SSC o l'SCMT. Purtroppo la possibilità che prima o poi qualcuno sollevi il problema è tutt'altro che remota, visto che il problema indubbiamente esiste.

 

Un buon articolo su una testata locale di Pinerolo (TO) restituisce un quadro realistico della situazione a settembre 2013.

 


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