Cronache di ferrovia 3 - Una ferrovia da riqualificare?

Laigueglia: se questa è una barriera

La ferrovia è una barriera per la città: quante volte abbiamo sentito questa affermazione! Quante volte essa è andata di pari passo con richieste di rimuovere, interrare, spostare, riqualificare i binari! Ma è proprio così? Quanto la ferrovia sia "barriera" non dipende forse da come la città si sia sviluppata (male) intorno al binario? E più ancora, non dipende forse dalla qualità progettuale della stessa ferrovia?

E allora vogliamo offrire un esempio di una realizzazione esemplare, datata 1872: l'attraversamento urbano di Laigueglia, sul tracciato originale della Genova-Ventimiglia. La ferrovia corre in rilevato, passa letteralmente sul sagrato della Parrocchiale di S.Matteo, a fianco della Chiesa della Concezione; eppure essa è attraversata da ben 13 sottopassi, su un'estensione di meno di 600 metri: praticamente un sottopasso ogni 45 metri (vedi la tabella qui sotto).

Non solo questi sottopassi rendono la "barriera" perfettamente permeabile: essi formano anche un multiforme e affascinante esempio di strutture urbane, fatte di archi e di pietre, che si integrano perfettamente con la trama degli altri sottopassi, quelli del centro storico laiguegliese, tipici dell'architettura ligure: addirittura, gli assi ortogonali alla costa creano spesso una successione di passaggi voltati, di cui quello ferroviario è solo uno fra tanti.

Questa ferrovia è ancora in esercizio - forse non lo sarà per molto, perché la galleria infinita della nuova linea incombe comunque - ma oggi è ancora in esercizio. Dunque essa è via, linea di comunicazione e, insieme pregevole struttura architettonica. E allora, dov'è qui la "ferrovia da riqualificare"?

 

Laigueglia: le foto.

La mappa IGM degli anni Venti mostra ancora il tracciato originale della Via Aurelia (quello che oggi è il "budello") e la trama ortogonale che taglia il bastione della ferrovia con tutti i suoi sottopassi. La nuova Aurelia verrà tracciata intorno al 1925 sfruttando proprio l'adiacenza con il rettifilo ferroviario.

 

Sottopassi ferroviari a Laigueglia
da Alassio verso Andora

N.

Sottopasso/Via

Struttura

Note

  due sottopassi pedonali in via Concezione   con scale
  (fabbricato viaggiatori di Laigueglia)
1 Via Concezione ad arco ribassato + travi in c.a. 2° binario  
2 Vicolo Giuggio ad arco ribassato pedonale
3 Via Vercelli ad arco  
4 Vico Chiappa ad arco 2° binario aggiunto
  (arco a fondo cieco)    
5 Via S. Giovanni Bosco trave in cemento armato presso la chiesa parrocchiale di S.Matteo
6 Via Arciprete Enrico trave in cemento armato presso la chiesa parrocchiale di S.Matteo
  Pedonale privato ad arco ex bocciofila
7 Vico dell'Asilo trave in cemento armato pedonale
8 Via Cavassa Rapallo ad arco presso la piazza della Posta
9 Via Semeria ad arco ingresso alla piazza con parcheggio
10 Via Sarosa ad arco uscita dalla piazza con parcheggio
11 Vico Beniamino ad arco  
12 Vico Baivino ad arco pedonale
13 per le scuole ad arco pedonale
  13 sottopassi pubblici, di cui 4 pedonali

 


Cervo, prima del buio

Cervo, forse il luogo più celebre e spettacolare della ferrovia Genova-Ventimiglia. Anzi: non un luogo solo, ma, ancora una volta, una preziosa e multiforme ricchezza di scenari, unici e diversi, racchiusi in appena 4 km di linea, dalla lussureggiante costa di Andora, alle rocce d'arenaria del Capo Torre, dal passaggio ai piedi del borgo di Cervo, fino al rettifilo che conduce a Diano.

Ho voluto provare a riassumerli con una galleria fotografica, volutamente concentrata sui treni attuali, per significare quello che ancora oggi questo binario sa offrire al visitatore attento.

Ma il senso del racconto non sarebbe completo senza la feroce chiusura dell'ultima foto.

Cervo: le foto.

 


Atmosfere di ferrovia tradizionale intorno a Diano Marina

Queste sono immagini un po' diverse dal consueto: con l'estate 2007 ho sentito la necessità di fotografare "qualcosa in più", rispetto ai treni. L'avvicinarsi della galleria infinita, del cemento e del buio, fa sentire l'impellente necessità di testimoniare la ferrovia tradizionale, un attimo prima che scompaia. E' un sentimento simile a quello dei fotografi inglesi di Steam Portfolio che negli anni Sessanta testimoniavano l'ultimo vapore vero. Qui di vapore ovviamente non ce n'è, ma ci sono passaggi a livello affollati di bagnanti, viaggiatori che attraversano i binari senza bisogno di sottopassi, treni che attendono di incrociarsi: piccoli segni forse, ma a cui dovevo guardare. Prima che fosse troppo tardi.

Diano Marina: le foto.

Ripresa aerea dell'area di Diano (da Google Maps)

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Aerial view of Cervo and Diano. The yellow line is the original railway (built in 1872 and still in service). The red line is the new railway under construction, built far away from the seaside and with less stations.

 

Un'ultima nota, osservando la foto aerea del Dianese. Non c'è solo l'ovvia considerazione di quanto sia fuorviante una ferrovia che vada a relegarsi a due kilometri dalla costa, cioè dal luogo dove si trova la larga maggioranza dei suoi viaggiatori.

E' impossibile non confrontare le due vie, la linea del 1872 che asseconda la morfologia naturale e antropica dei luoghi che attraversa, e la nuova linea rigorosamente diritta.

Quella riga rossa non è soltanto qualcosa di costosissimo e forse addirittura inutile: è anche una progettazione sommamente volgare, nel suo farsi estranea a ogni forma della terra e della costa. Persino l'autostrada, con il suo sinuoso muoversi tra i colli, era riuscita ad amalgamarsi meglio al tessuto naturale. Che tristezza. Che sconfitta.


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