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I primi anni '80

Livorno.  La 835.062 manovra in deposito.
I primi anni '80 - Livorno.

 

Livorno.  835 e 740 fianco a fianco.
I primi anni '80 - Livorno.

 

Livorno.  
I primi anni '80 - Livorno.

 

Strambino.  Un altro uso sporadico ma tipico delle macchine a vapore, in quegli anni, erano le corse prova per l'abilitazione alla trazione a vapore del personale del Genio Ferrovieri, che esercitava la linea Chivasso-Aosta (il Genio verrà poi utilizzato su questa linea fino al 2001). Di norma la corsa prova si svolgeva tra Chivasso e Ivrea, con una 640, locomotiva tipica della linea. Nella foto, è utilizzata la 133 al traino di una carrozza Corbellini.
I primi anni '80 - Strambino.

 

Cuneo.  Nel basso Piemonte erano di casa le 880, che avevano concluso il servizio regolare proprio in queste zone, sulla Saluzzo-Airasca, nel 1978. In una bella giornata di febbraio 1983, la 880.045 viene riaccesa ed effettua varie corse intorno a Cuneo, in alcuni casi al traino del solo bagagliaio per treni merci.
I primi anni '80 - Cuneo.

 

Moretta.  La 880.045 sosta a Moretta, lungo la Saluzzo-Airasca, con il suo treno merci. Oggi qui la ferrovia non esiste più - è stata chiusa a fine 1985 - ma la 880.045 si è salvata, e dopo una lunga stagione al traino dei treni storici, è oggi ricoverata a Torino Ponte Mosca in attesa di tempi migliori.
I primi anni '80 - Moretta.

 

Villabassa.  Vapore sotto la neve per la 940.022 impegnata in un merci in Val Pusteria, a metà strada tra il servizio regolare e il treno fotografico.
I primi anni '80 - Villabassa.

 

Paola-Cosenza, 1985

Cosenza.  Il nostro viaggio inizia sulla Paola-Cosenza a ottobre 1985, una delle ultime volte in cui si poté assistere allo spettacolo del vapore sull'itinerario a dentiera via Rende: la nuova linea in galleria venne infatti aperta nel 1987; nel 1991 ci fu un embrione di servizio turistico tra Cosenza e Rende; poi più nulla.
Paola-Cosenza, 1985 - Cosenza.

 

Cosenza.  Il deposito locomotive FS. All'estrema sinistra spunta una ALn 64, utilizzata per i servizi regolari della Paola-Cosenza, fino all'apertura della nuova linea. A destra, di là del muretto, i binari delle Ferrovie della Calabria, la celebre rete già delle Calabro-Lucane che univa Cosenza con Catanzaro e saliva sulla Sila fino a S.Giovanni in Fiore, passando per i 1405 m di S.Nicola-Silvana Mansio, la più alta stazione ferroviaria italiana, 30 m in più del Brennero. Oggi (2013) la Cosenza-Catanzaro è spezzata in due tronconi, con il tratto intermedio interrotto per frana, e nessun treno, nemmeno turistico, sale più a S.Giovanni in Fiore.
Paola-Cosenza, 1985 - Cosenza.

 

Cosenza.  Le 8 macchine a dentiera Gruppo 981 (Breda, 1922, su licenza della svizzera SLM) erano a vapore surriscaldato e doppia espansione: i cilindri a bassa pressione (collocati superiormente) azionavano la ruota dentata, mentre quelli ad alta pressione azionavano normalmente le ruote motrici. La particolarità era che le corse delle due coppie di pistoni erano fra loro in rapporto 1:2,2, cioè i pistoni a bassa pressione facevano 2,2 volte le corse degli altri. Questo era necessario per le leggi termodinamiche, per sfruttare adeguatamente anche il vapore a bassa pressione, dato che i cilindri erano di identico diametro (normalmente i cilindri a bassa pressione hanno un diametro maggiore di quelli ad alta pressione). Conseguenza vistosa era che la ruota azionata dai cilindri a bassa pressione (visibile nella prossima foto) girava nettamente più veloce delle ruote motrici, e anche in senso opposto. Naturalmente un adeguato rapporto di ingranaggi ristabiliva la corretta velocità e il verso di rotazione per la ruota dentata che ingranava nella cremagliera. Ad aderenza naturale, le 981, al pari delle 980 da cui derivavano, si comportavano come normali locomotive a semplice espansione.
Paola-Cosenza, 1985 - Cosenza.

 

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