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Tram bifilari

Pâturages.  La complessa storia delle Ferrovie Vicinali belghe (SNCV) comprende anche lo sviluppo di un sistema di trazione elettrica monofase che fu installato nella zona del Borinage, ovvero l'area della provincia dell'Hainault con capoluogo Mons. In questa zona fu aperta una serie di linee che dalla città si estendevano verso sud-ovest, ove erano presenti vari centri industriali. Questo primo esempio di elettrificazione avvenne negli ultimissimi anni dell'Ottocento ed era basato su un sistema a corrente alternata monofase a 600 V. Caratteristica di questo sistema era il doppio filo: il secondo filo rappresentava il neutro utilizzato per il ritorno della corrente, in quanto si era voluto evitare l'utilizzo delle rotaie. Già nel 1921 tutta la rete venne convertita nei più comuni 600 V in corrente continua. I mezzi erano di costruzione tedesca UEG, la stessa ditta che si occupò dell'elettrificazione della linea.
Tram bifilari - Pâturages.

 

Le Dauphiné.  Il bifilare non fu soltanto relativo al caso monofase appena visto o ai sistemi trifase (come ad esempio la prima tranvia di Lugano o quella del Riffelalp): un interessante esempio di bifilare a corrente continua è la tranvia extraurbana francese che collegava Grenoble con Chaparellian. In questo caso l'utilizzo del bifilare aveva l'obiettivo di ripartire la tensione di 1200 V cc in due fili da 600 V ciascuno. Si trattava di un sistema ideato dall'ingegnere svizzero Renè Thury, che fu utilizzato anche sulla celebre Ferrovia de La Mure, in Francia, fino al 1950. In questa cartolina possiamo ammirare questa interessante tranvia con le doppie aste, in un contesto prettamente alpino.
Tram bifilari - Le Dauphiné.

 

Tram sul ghiaccio

S. Pietroburgo.  A San Pietroburgo tra 1895 ed 1910 divenne popolare un modo molto insolito di attraversare il fiume Neva durante l'inverno. In quegli anni fu infatti installato un tram elettrico posato direttamente sul ghiaccio, inizialmente gestito da una società finlandese. In tutto vi erano quattro linee tranviarie che collegavano varie parti della città, tutte a binario singolo con raddoppi ai capolinea.

Di questo curioso e probabilmente unico mezzo tranviario rimangono alcune cartoline che ben illustrano la particolarità di un tram che correva sopra i ghiacci. Le prime vetture erano ex tram a cavalli motorizzati, che potevano raggiungere una velocità massima di 20 km/h e trasportavano 20 persone; si trattava di vetture aperte, assai poco confortevoli durante l'inverno russo... Successivamente furono introdotte vetture chiuse.

Tram sul ghiaccio - S. Pietroburgo.

 

S. Pietroburgo.  Il servizio era ovviamente possibile solo col ghiaccio; appena iniziava il disgelo, semplicemente venivano tolti binari e catenaria, fino al prossimo inverno!
Tram sul ghiaccio - S. Pietroburgo.

 

S. Pietroburgo.  
Tram sul ghiaccio - S. Pietroburgo.

 

Gyrobus: il bus elettrico con il volano

Gyrobus (schema).  Il sistema di trazione ad accumulo di energia meccanica con volano venne ideato dalla svizzera Maschinenfabrik Oerlikon, che lo brevettò nel 1946, applicandolo dapprima a un autobus prototipo sperimentato a Zurigo. Il sistema, conosciuto come Gyrobus, era basato su un volano del peso di 1,5 t che veniva "caricato", cioè messo in rotazione elettricamente in determinati punti di sosta del bus, dove la corrente trifase era captata tramite tre barre, che venivano alzate e messe a contatto col conduttore esterno: in pratica una sorta di grande spina elettrica, ma realizzata in modo esteticamente simile alle aste del filobus. A carica effettuata, il volano agiva come generatore per il motore asincrono collegato con l’asse posteriore. Anche i freni erano elettrici e l’energia accumulata durante la frenatura veniva recuperata attraverso il volano. Nel disegno, il volano è evidenziato in rosa, mentre il motore (a sinistra) e l'albero di trasmissione sono evidenziati in azzurro.
Gyrobus: il bus elettrico con il volano - Gyrobus (schema).

 

Gyrobus.  Vi furono solo tre applicazioni su bus nel mondo: a Yverdon in Svizzera, a Gand (Gent in fiammingo) in Belgio e a Léopoldville (oggi Kinshasa) nell'allora Congo Belga, ora Repubblica Democratica del Congo. La prima immagine è una foto di fabbrica della Oerlikon, la seconda, in Congo, si riferisce verosimilmente a una corsa prova.

La compagnia dei trasporti pubblici di Léopoldville aveva ordinato 12 Gyrobus nel 1955. Essi circolarono su una rete composta da quattro linee, dotate di stazioni di ricarica ogni 2 km. Le vetture erano le più grandi costruite con questo sistema, potendo trasportare fino a 90 passeggeri, ma la rete chiuse già nel 1959, sia per le difficili condizioni delle strade lungo le qualie i mezzi dovevano circolare, sia per gli elevati consumi di energia elettrica.

Gyrobus: il bus elettrico con il volano - Gyrobus.

 

Yverdon.  I primi due Gyrobus di serie furono acquistati dalla compagnia di trasporto di Yverdon-les-Bains, nel cantone svizzero di Vaud, che li mise in servizio nel 1953 lungo la linea per Grandson, lunga 4,5 km e dotata di quattro punti di carica. Normalmente una carica era sufficente per percorrere 5-6 km ad una velocità di circa 60 km/h e il tempo massimo di ricarica era di 5 minuti. Su linee più lunghe sarebbe stato necessario prevedere dei punti di ricarica intermedi con tempi di sosta anche di qualche minuto.

Qui la vettura n. 2, carrozzata FBW, è ripresa nella piazza principale di Yverdon - Place Bel Air - durante la fase di ricarica fra una corsa e la successiva, e dunque con i conduttori in presa. Sebbene il sistema si fosse dimostrato tecnicamente funzionale, la linea fu chiusa già nel 1960 e sostituita da normali bus diesel, soprattutto a causa degli alti costi di gestione di mezzi ed impianti fissi, e con un bilancio energetico che probabilmente non era troppo vantaggioso.

Gyrobus: il bus elettrico con il volano - Yverdon.

 

Gand.  Un nuovo e più evoluto modello di Gyrobus fu messo in servizio nel 1956 sulla linea belga Gent - Merelbeke. Ma anche in questo caso l’esperimento durò solo tre anni, in quanto le vetture registrarono una considerevole usura e già nel 1959 furono tutte ritirate dal servizio

Il volano da un lato permetteva una guida molto fluida e priva di repentini cambi di direzione, annullando o smorzando le reazioni per via della consistente componente giroscopica del suo moto; per contro, però, la guida doveva tenerne conto, perchè ogni cambiamento di assetto - per esempio nell'affrontare una curva - necessitava di un certo anticipo e soprattutto di molta "dolcezza" su volante e freni, pena l'insorgere di reazioni contrarie alla volontà del conducente.

Gyrobus: il bus elettrico con il volano - Gand.

 

Gand.  Oggi sopravvive un solo esemplare di Gyrobus, della rete di Gent, che si trova all’interno del Museo dei Trasporti di Anversa. La tecnologia basata sul volano ("flywheel" in inglese) non è però stata abbandonata: sono continuati studi e miglioramenti, e recentemente è stata applicata sul Parry People Mover inglese, dove tuttavia il volano agisce a supporto di una normale propulsione endotermica.
Gyrobus: il bus elettrico con il volano - Gand.

 

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