MDVE Per confronto, proprio pochi giorni dopo, fotografo quest'altro caso su una carrozza per Medie Distanze. Realizzazione dei primi anni '80, nulla di particolarmente innovativo, ma quel minimo di larghezza fisica e mentale nel progetto, tale da permettere di adattarsi alle varie esigenze dei viaggiatori. E' vero che consuma due posti, ma il risultato per il bimbo è assolutamente inappuntabile. E, ribadisco, impossibile da ottenere su un ben più moderno Frecciarossa 1000. |
TSR. Gli elettrotreni TSR, progettazione AnsaldoBreda del 2003, sono una specie di via di mezzo, su cui, nonostante tutto (la realizzazione spartana, i limiti del treno a due piani) do volentieri un giudizio positivo. I sedili sono correttamente allineati ai finestrini e, anche grazie alla dialettica con il committente LeNORD, si è realizzato uno "spazio aperto" con decorosi sedili ribaltabili (più comodi dei semplici strapuntini), utile come "polmone" in caso di affollamento, e che permette senza particolari problemi di ospitare anche qualche bici, pur nella non lusinghiera mancanza di un'area dedicata. |
Vivalto. Le carrozze Vivalto, senza infamia e senza lode, offrono uno spazio decoroso, compatibilmente con i vincoli del treno a due piani (e con toilette veramente microscopiche, ad eccezione di quella per disabili sulla pilota). Ma, come mi fece notare una volta un lettore incredulo, come è possibile che il progettista non si sia accorto di aver piazzato la sbarra longitudinale del finestrino semiapribile esattamente davanti all'occhio del viaggiatore?! |
GTW Cambiamo nazione e cambia il mondo: la progettazione svizzera di Stadler offre un treno "pazzescamente luminoso": finestrini altissimi (oltre la bagagliera!) e allineati ai sedili, impossibile desiderare di meglio. Tanto è vero che numerose volte ho verificato personalmente che viaggiatori ignari della tecnica ferroviaria, salendo a bordo, abbiano esclamato in piena onestà "ah, ma questo sì che è un bel treno!". |
Coradia. Torniamo in Italia con i Coradia di Alstom per Trenitalia. Tante cose si possono capire: la necessità di ottimizzare gli spazi, i vincoli imposti dal "saliscendi" tra le parti a pavimento ribassato e quelle sopra le ruote, e così via; ma che dire di sedili come questi, in cui il finestrino resta all'altezza delle natiche? O quelli in basso a destra, talmente "impacchettati" da doverli realizzare ribaltabili, perché altrimenti per il viaggiatore dal lato esterno sarebbe impossibile uscire dal suo loculo? |
Coradia CSA. Ma la cosa più tragicomica è l'involuzione del progetto. Questo è il CSA del 2010, cioè la versione aeroportuale per il Malpensa Express (ETR.245). Come appare logico, una semplice rampa è utilizzata per raccordare il pavimento a quote diverse, tra il comparto viaggiatori e l'intercomunicante. Vediamo nella prossima foto che cosa è successo alla versione successiva. |
Coradia. L'ETR.425 del 2014 al posto della rampa ha... uno scalino! E siccome di quelle rampe ce ne sono due per ogni intercomunicante, il treno diventa una successione ininterrotta di scalini. La giustificazione? Le norme sui disabili sono diventate più stringenti e la pendenza della rampa sarebbe risultata ora eccessiva. Se una norma ottiene questo risultato, ha fallito il 100% del suo scopo. |
Simulacro Pop. All'Expo ferroviaria di Milano del 2017 Alstom e Trenitalia presentano il mockup, cioè il modello in scala reale di una porzione del nuovo treno Pop. E che cosa vi troviamo? Su sei sedili, due sono "ciechi", senza finestrino. Se persino nel mockup, che dovrebbe esaltare i pregi del treno, si fa vedere una disposizione di sedili tanto infelice, mah... non saprei che aggiungere. |
Foto 5-12/12 ^ Indice ^