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Scende la sera a Pietrarsa

 Bayard.  A concludere la mia visita, non può mancare un collage dedicato alla Bayard e al suo treno, vale a dire alla riproduzione funzionante della terza locomotiva giunta sulla Napoli-Portici, prima ferrovia italiana nel 1839. La riproduzione venne realizzata dalle Officine FS nel 1939, per i festeggiamenti del centenario delle ferrovie, scegliendo proprio la Bayard perché era l'unica di cui si erano conservati i disegni di progetto. Dopo esser stata ospitata per circa vent'anni al Museo della Scienza di Milano, nel 1989 venne restaurata e utilizzata per la seconda inaugurazione di Pietrarsa, quella in concomitanza con i 150 anni delle ferrovie. A Pietrarsa è stata esposta sul ponte trasbordatore del Padiglione Montaggio, ma durante l'ultimo rinnovo del museo, si è realizzata intorno alla Bayard una singolare "presentazione multimediale" che racconta la storia della macchina e della sua ferrovia. Si è così persa la possibilità di osservare normalmente l'intero treno (la locomotiva è racchiusa nel "teatro" della rappresentazione) ma va detto che il risultato è piacevole e senz'altro efficace dal punto di vista didattico.
Scende la sera a Pietrarsa - Bayard.

 

Flash back

Vista aerea.  Per capire un luogo tanto singolare e ricco di storia, conviene guardare anche un po' più indietro. Questa foto aerea degli anni '60, pubblicata sulla rivista Mondo Ferroviario, mostra il complesso ancora in attività. Si riconoscono, oltre ai Padiglioni attuali, anche vari altri edifici minori privi di importanza storica, davanti alla Caldareria (cioè in primo piano) e tra questa e il Montaggio, che furono eliminati durante i restauri, in modo da creare la grande "piazza" centrale, con un risultato estetico sicuramente di rilievo.
Flash back - Vista aerea.

 

Padiglione Torneria.  Una foto FS, databile ai primi anni '70, mostra la "Cattedrale" ancora in attività. L'affollamento di macchinari d'officina e le volte gotiche rinforzate da travi forniscono una visione alternativa all'austero e rigoroso aspetto post-restauro, sicuramente utile a percepire il lungo percorso storico vissuto da queste architetture.
Flash back - Padiglione Torneria.

 

Padiglione Montaggio.  Da ultimo, utilizzo le interessanti immagini di Gianni Berengo Gardin, pubblicate sul volume Archeologia industriale, edito dal Touring Club Italiano nel 1983, probabilmente uno dei primi testi in cui si affrontava il tema del recupero del patrimonio industriale italiano. Il Museo venne realizzato per gradi, e proprio nel 1982 si inaugurò il Padiglione Montaggio, con la maggioranza delle locomotive a vapore ancor oggi presenti (le trifasi arrivarono un po' dopo, per la "seconda inaugurazione", quella del 1989). L'aspetto del luogo si è conservato sostanzialmente immutato da allora.
Flash back - Padiglione Montaggio.

 

Pad. Macchine Utensili.  Ben altro aspetto mostravano nel 1982 gli altri padiglioni, già in disuso con la dismissione delle officine, ma non ancora restaurati. Prima del rifacimento dell'intonaco, l'esterno dell'edificio rivelava la trama costruttiva.
Flash back - Pad. Macchine Utensili.

 

Padiglione Caldareria.  L'interno, dove oggi stanno le automotrici, recava i segni evidenti della sua storia secolare e poi dell'abbandono: camminare oggi tra i rotabili esposti, avendo in mente anche questa immagine, è un modo fecondo di immergersi nella storia dell'opificio.
Flash back - Padiglione Caldareria.

 

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