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Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel

 E.424 (modello).  Realizzato a grande scala, riproduce una E.424 allo stato d'origine, con la porta d'accesso alla cabina solo sul frontale (successivamente vennero aperte le normali porte laterali e quella frontale venne soppressa). Le E.424 sono la versione minore, a soli due carrelli, delle E.636. Soltanto i primi tre esemplari hanno visto la luce durante la guerra: le successive 155 unità sono state poi realizzate entro il 1951.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - E.424 (modello).

 

 ETR.300 (modello)  A scala un po' minore rispetto all'E.424, fa mostra di sé il celeberrimo elettrotreno Settebello (Breda, 1953) caratterizzato dal salottino belvedere e dalla cabina di guida in posizione sopraelevata.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - ETR.300 (modello)

 

 Oggetti.  Vari elementi di oggettistica ferroviaria arricchiscono il museo, senza creare uno sgadevole effetto di accumulo: a sinistra, in una vetrina, un elemento in fusione metallica delle officine di Pontassieve con la dizione completa della RA: "Strade Ferrate Meridionali - Rete Adriatica"; accanto ad esso, un cosfimetro, lo strumento elettrico che misura il cos φ, vale a dire l'angolo di sfasamento tra la tensione e la corrente di un circuito alimentato in corrente alternata. In basso il "macaco" di uno scambio della Carminati e Toselli, celebre industria milanese specializzata soprattutto in elettromotrici e mezzi tranviari, attiva fino agli anni '30. A destra infine due meccanismi di comando di segnali, azionati a filo, rosso per il segnale principale e giallo per l'avviso.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - Oggetti.

 

 D.341, D.342  Nel Padiglione Tubi Bollitori, destinato alle locomotive diesel, si è sperimentata un'inconsueta e attraente disposizione ad angolo retto, con i rotabili posati su spezzoni di rotaie. Da sinistra a destra, l'automotore 215.006 (Badoni, 1956), le locomotive da treno D.341.1016 (Stab. Meccanico di Pozzuoli, 1958) e D.342.4011 (Ansaldo, 1961) e infine la locomotiva da manovra 235.3005 (OM, 1961). Sullo sfondo, di là del breve Padiglione Fucine (utilizzato per presentazioni video), si distingue il maglio già incontrato nel Padiglione Centro Molle.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - D.341, D.342

 

 D.341.1016  Con 105 unità realizzate tra il 1957 e il 1963, suddivise in due serie esteticamente differenti, le locomotive diesel-elettriche D.341 rappresentano una pietra miliare nella sostituzione della trazione a vapore sulle linee non elettrificate. L'unità 1016 appartiene alla prima serie, che operò soprattutto al Sud fin verso la metà degli anni '80. A sinistra compare la "sogliola" (automotore leggero) 207.020, realizzata da Badoni nel 1935.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - D.341.1016

 

 D.342.4011  (Ansaldo, 1961): il grosso e caratteristico fregio del costruttore è stato senz'altro il più appariscente utilizzato su una locomotiva italiana. Queste macchine, uniche diesel da treno a trasmissione idraulica delle FS, sono rimaste in servizio fino alla metà degli anni Ottanta, soprattutto nell'area di Siena.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - D.342.4011

 

 215.006, 207.020  Un automotore da manovra del 1956 e una Sogliola del 1935 ricordano la ditta Antonio Badoni di Lecco (chiusa nel 1993), che ha scritto la storia delle locomotive da manovra italiane, tanto che lo stesso termine Badoni è diventato sinonimo di piccola macchina da manovra. Le Sogliole in particolare erano i minuscoli automotori, costituiti quasi dalla sola cabina a sviluppo verticale, che in centinaia di unità garantivano la manovra nei piccoli scali.
Torneria, Tubi Bollitori e Centro Molle: modelli, oggettistica e mezzi diesel - 215.006, 207.020

 

Scende la sera a Pietrarsa

 Pensilina.  Si avvicina l'ora del tramonto, fuori dal Padiglione Caldareria, dove è stata installata una classica pensilina in fusione di ghisa. La didascalia spiega che questo esemplare proviene dalla stazione di Fiorenzuola d'Arda, sulla Milano-Bologna, dove era stata installata nel 1934, riutilizzando i materiali della precedente pensilina di Reggio Emilia, dismessa quattro anni prima a seguito di lavori di rinnovo. La tettoia misura 22 m per 7 e lo stile costruttivo si rifà a progettazioni sviluppate dalle FS tra il 1906 e il 1911.
Scende la sera a Pietrarsa - Pensilina.

 

 E.444.001  Non può mancare un dettaglio sulla figura della "Tartaruga", il primo dei tre animali ironicamente applicati alle locomotive FS nel corso degli anni '70 (come noto, gli altri furono il Caimano sulle E.656 e la Tigre sulle E.632/633).
Scende la sera a Pietrarsa - E.444.001

 

 Padiglione Montaggio.  Al venerdì il museo dovrebbe chiudere alle 16.30, ma durante la mia visita sono stato fortunato: per una serie di eventi che, molto giustamente, si organizzano negli spazi di Pietrarsa, l'apertura era prolungata fino a sera, permettendomi di cogliere anche l'intero imbrunire. Una delle attività in programma era una lezione di ginnastica artistica proprio all'interno del Padiglione Montaggio: una situazione inconsueta e un contesto affascinante, che ricordo con questa immagine.
Scende la sera a Pietrarsa - Padiglione Montaggio.

 

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