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Un ovale da 70 cm

Lo sfondo.  Per non applicare i binari direttamente sul bianco del forex, cerco sul web la foto di un prato visto dall'alto e del pietrame. Con un rapido lavoro in photoshop, compongo alla buona la traccia dei binari e stampo il tutto su quattro fogli A3, che applico sul forex con nastro biadesivo.
Un ovale da 70 cm - Lo sfondo.

 

Il piano base.  Ecco la traccia del biadesivo con il primo foglio già applicato sulla lastra di forex.
Un ovale da 70 cm - Il piano base.

 

I binari.  Dispongo ora i binari, pronti per essere fissati. I pezzettini neri al centro sono le giunzioni isolanti, necessarie per realizzare i sezionamenti per il funzionamento automatico che vedremo tra poco (in realtà in alcuni casi ottengo il sezionamento in modo più drastico, semplicemente tagliando la rotaia con il seghetto).
Un ovale da 70 cm - I binari.

 

I binari.  Comincio a fissare i binari (per fare in fretta e garantire buona tenuta, uso la classica colla neoprenica Pattex). Intanto provo a vedere l'effetto con un treno: il binario di raddoppio contiene senza problemi una locomotiva con tre carrozze Tipo X. A destra della Ae 6/6 si vede la rotaia di commutazione (8539), necessaria per l'automatismo che ho in mente.
Un ovale da 70 cm - I binari.

 

Le prime corse.  Il piano binari è pronto e fissato, ed effettuo le prime corse prova. La lampadina in basso a destra fa da controllo tensione: è collegata in parallelo alla linea, e quindi si spegne se sull'impianto si verifica un corto circuito.

La cosa che credo più simpatica è il funzionamento: su entrambi i binari del raddoppio è presente una "rotaia di commutazione" (8529, 8539). Quando la locomotiva ci passa sopra, fa scattare un relè (8947, che avevo comprato... nel 1998!) che inverte la polarità della linea. Il tratto centrale dei binari di incrocio, dove si trovano le rotaie di commutazione, prende tensione a monte del relè, di modo che non risente dell'inversione di polarità (su un binario il treno va sempre verso destra, sull'altro sempre verso sinistra). Il tratto terminale dei binari di incrocio è invece alimentato attraverso un diodo, di modo che, data una certa polarità, il treno in arrivo sul binario 1 si ferma, e quello sul binario 2 riparte nella direzione opposta, e viceversa (gli scambi sono tallonabili quindi non occorre muoverli).

Ero convinto che l'effetto scenico non fosse male, ma tra il dire e il fare, c'erano in mezzo svariati metri di cavi da collegare, e almeno un centinaio di saldature! Anche perché volevo che l'automatismo fosse disattivabile, il che ha richiesto di prevedere ben cinque interruttori/deviatori (più un altro, più facile, per dare tensione al binario tronco).

Un ovale da 70 cm - Le prime corse.

 

Il quadro di comando.  Nonostante le buone premesse, ai primi test...non funzionava nulla! C'erano in realtà tre errori, addebitabili a tre operatori diversi, due coincidenti: il progettista e l'operaio, che ovviamente sono sempre io! Il terzo, più singolare, a un... fornitore esterno.

Per prima cosa, mi sono accorto che l'operaio non aveva seguito il disegno del progettista, sezionando un'unica rotaia, là dove nel disegno era scritto ben chiaro che andavano sezionate entrambe!

Il secondo errore mi ha dato del filo da torcere. Per unire il quadro di comando all'impianto, ho usato un connettore elettrico industriale che avevo in casa, di quelli circolari. I pin erano numerati da 1 a 8; peccato che sul connettore femmina e sul maschio erano numerati sempre in senso orario, guardandoli entrambi da dietro. Uno non se lo aspetta, ma se sono numerati nello stesso senso, quando poi si uniscono, significa che l'1 va con l'8, il 2 con il 7 e così via!! Ci ho messo un'ora buona a capire che il problema fosse lì!

Il terzo errore era di progetto: è noto che per fermare un treno in base alla polarità, basta un diodo su una rotaia, ma - qui stava lo sbaglio - nel mio gioco è necessario isolare e mettere il diodo anche all'altra rotaia; altrimenti, quando le ruote della locomotiva passano sopra il sezionamento, fanno "da ponte" tra la tratta isolata e quella normale (di poli opposti) e mandano il sistema in corto circuito.

Capito tutto questo, finalmente i treni sono partiti e hanno cominciato a incrociarsi come previsto, con una bella soddisfazione! E comunque è stato un bell'esercizio teorico & pratico!!

Un ovale da 70 cm - Il quadro di comando.

 

Planimetria.  Usando le scansioni del manuale dei tracciati, compongo la planimetria dell'impianto, con il binario di raddoppio realizzato con i raggi R2 ed R3 e i tre scambi sinistri (manuali). Le numerazioni 1I, 1E ecc. sono i riferimenti per i collegamenti al quadro di comando (I sta per rotaia interna, E per esterna). In blu e arancio i binari che hanno polarità fissa e "contrapposta", per viaggiare rispettivamente in senso orario e antiorario, come indicato dalle frecce. In verde il tratto di linea dove la polarità è invertita di volta in volta dal relè 8947. In verde chiaro e scuro i sezionamenti per fermare le locomotive, protetti da diodi, di modo che siano percorribili solo nel senso della rispettiva freccia.
Un ovale da 70 cm - Planimetria.

 

Schema elettrico.  Lo schema dei collegamenti è legato al fatto che volevo rendere l'automatismo disattivabile: "auto" è la posizione di ciascun interruttore per l'andirivieni automatico, "man" è invece la posizione per il funzionamento manuale di un treno alla volta.

Gli interruttori A e B collegano le rotaie interne ed esterne dei binari 1 e 2 alla linea a monte del relè (auto, la polarità è fissa), oppure a valle dello stesso (man, la polarità coincide con quella del resto dell'impianto). Si noti che in auto, se la rotaia esterna del binario 1 (1E) è collegata al polo rosso del trasformatore, la rotaia esterna dell'altro binario (2E) è collegata al polo marrone, in modo da avere la marcia in direzione opposta. L'interruttore G permette di alimentare il binario tronco (6I), che ovviamente è una derivazione della rotaia 2I.

Gli interruttori C e D gestiscono rispettivamente le rotaie interne (in grigio) ed esterne (in nero) dei sezionamenti "sotto il segnale", cioè dove si devono fermare le locomotive. In auto, le rotaie sono collegate attraverso due diodi, di modo da essere alimentate solo con una data polarità, mentre in man sono collegate direttamente. Si nota che i diodi sono "contrapposti" sia tra le rotaie 3 e 4, per avere la marcia in direzioni opposte, sia ovviamente tra le rotaie interne ed esterne dello stesso binario.

L'interruttore F in posizione man non dà tensione al relè, impedendogli di scattare. Se gli altri interruttori sono in auto, il treno in circolazione continua ad andare, senza far partire l'altro, fin tanto che F non viene riportato in auto. Se invece anche gli altri interruttori sono in man, la marcia è comandata direttamente dal trasformatore, un treno alla volta.

Gli interruttori A e B sono dei deviatori doppi "con zero centrale": ponendoli nella posizione centrale, agiscono come normali sezionamenti, permettendo di tenere fermo un treno sul rispettivo binario.

Un ovale da 70 cm - Schema elettrico.

 

Pronti a partire.  Era tempo immemore che non si muovesse nulla in Z, salvo forse qualche ovale posato al volo sul tavolo. Se penso a quando ho acquistato le due locomotive di queste immagini - la Ae 6/6 a dicembre 1984 e la BR 151 nell'autunno 1988 - è veramente una sensazione strana, di qualcosa che mi ha fatto compagnia per un tempo lunghissimo, ben più di mezza vita!
Un ovale da 70 cm - Pronti a partire.

 

In viaggio!  Per rendere l'idea del funzionamento, penso sia indispensabile ricorrere a un video. Questo è realizzato molto alla buona (con il cellulare!) ma è anche il primo video in assoluto a comparire su questo sito!

Ovviamente nel funzionamento automatico arresti e partenze sono molto "istantanei": per ottenere accelerazioni e frenate realistiche servirebbe ben altra complessità, ma del resto anche questo aspetto riporta alle sensazioni del modellismo tradizionale.


 

La E.444.001

E.444.001.  Scopro poi che un produttore artigianale - GM Modelli - realizza la cassa della E.444.001, la prima Tartaruga, come stampa 3D, semplicemente da innestrare sulla motorizzazione Marklin 8875, cioè la diesel tedesca BR 216, che ne condivide le misure principali, ovviamente accettandone i carrelli differenti. Ecco la locomotiva con la prima mano di blu orientale: ho utilizzato il RAL 5010 "Blu genziana" della Talken Color, previo passaggio di primer per plastica, per garantire la migliore adesione.
La E.444.001 - E.444.001.

 

E.444.001.  Con il nastro adesivo proteggo la parte che deve restare blu e applico il grigio perla (RAL 7025).
La E.444.001 - E.444.001.

 

E.444.001.  Rimuovendo il nastro, sono inevitabili alcune piccole imperfezioni, da correggere a pennello, ma l'esito è già ragionevolmente buono, anche tenendo conto della minuscola scala. Prima della verniciatura, con una lima, avevo pazientemente aperto tutti i finestrini della cabina che, nella versione originale erano "ciechi" (da dipingere in nero) ma che io preferisco senz'altro aperti. (continua... fra un po'!)
La E.444.001 - E.444.001.

 

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