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![]() Mancano ancora 10 km buoni, ma arrivo infine al marciapiede della stazione di Parma alle 18.59. L'RV per Milano era alle 19.03, direi perfetto! |
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Don Camillo (1952). Concludo il racconto con cinque sequenze di fotogrammi tratti dalle parti più "ferroviarie" dei film di Don Camillo. Ho scelto di montare i fotogrammi come fossero una vera pellicola 35 mm; in verità non è del tutto banale azzeccare quella giusta perché nel corso degli anni se ne sono succeduti innumerevoli tipi, tra posizione della colonna sonora, rapporto di aspetto del fotogramma, colore della pellicola intorno alle perforazioni... Per il primo film del 1952, il fotogramma dovrebbe essere nel cosiddetto Academy Standard, ovvero di dimensioni 22x16 mm (rapporto d'aspetto di 1,375:1), con una banda nera di 3 mm tra i fotogrammi. Dal primo film, scelgo la sequenza finale in cui Don Camillo deve lasciare Brescello, trasferito in un paesino dell'Appennino. Si vede l'arrivo del treno, inequivocabilmente a Brescello, con il "comitato di saluto"; il treno è composto da carrozze a due assi della Società Veneta, ma Don Camillo è a bordo di una Centoporte di terza classe tipo FS. |
Don Camillo e l'onorevole Peppone (1955). La ferrovia compare anche nelle ultime scene del terzo film, quando Peppone, eletto senatore, deve partire per Roma, ma poi cambia idea e scende dal treno alla fermata successiva, cioè a Boretto. A Brescello arriva la locomotiva SV 240, originale della linea, costruita nel 1883 da Henschel come n. 1 "Spezia" (Wikipedia). Le carrozze a terrazzini sono anch'esse della Società Veneta, correttamente di terza classe (il film è del 1955 e la terza classe verrà abolita in tutta Europa nel giugno 1956) e di una si legge la marcatura A.C.533. La torre dell'acqua di Boretto esiste ancora oggi, anche se si è persa la scritta con il nome della località. |
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