Sardorella. Con la fotocamera appoggiata al binario, inquadro la A2 allineata al cuore dello scambio. |
Vicomorasso. Una vista finora inedita è nel tratto a mezza costa poco dopo Vicomorasso. La Madonna della Guardia è solo un minuscolo punto bianco sulla vetta del monte Figogna, ma lo sguardo a ponente rende bene la successione di crinali che si fanno via via sempre più alpini. |
S.Olcese Chiesa. Il campanile di Sant'Olcese richiede un'inquadratura "millimetrica" sulla stretta curva del primo dei tre tornanti che salgono verso l'altopiano di Busalletta. |
Niusci. Arriviamo a Niusci che il sole è ancora lato Genova. Così nella foto ci può stare l'allegro giallo e rosso, sia del minuscolo fabbricato di stazione, sia della caratteristica palazzina affacciata al binario. |
Niusci. La stazione è anche piacevolmente fiorita, e mentre l'A2 avanza lentamente, io mi dedico ai colori dei fiori. |
Vicomorasso. Siamo ormai arrivati a metà gita. La sosta a Casella Deposito è quasi senza storia, con i gitanti allineati lungo il muro a sud, nell'unico filo d'ombra di un piazzale assolato e bollente. Poi si riparte in direzione Genova; a Vicomorasso scelgo la vista da lontano, con il vecchio pianale caricato di assi. |
Vallombrosa. L'ansa dopo Vicomorasso, nella valle del torrente Sardorella, ha per sfondo un versante ininterrottamente boschivo, nel verde intenso del primo pomeriggio estivo. |
Campi. A Campi è prevista una sosta per incrocio e si può prendere un caffè nel bar della stazione, riaperto da non molto. L'impianto è semplice e pulito, senza nulla di troppo: ci sta bene un primo piano classico, di tre quarti. |
Campi. Stanno anche fiorendo gli oleandri: meritano un primo piano! |
Campi. Come spesso accade sulle ferrovie secondarie, la recinzione della stazione è realizzata con rotaie di riciclo, qui ridipinte di verde. Il foro di una rotaia - che in origine ospitava i chiodi di serraggio - sembra fatto apposta per offrire uno sguardo insolito sulla A2. |
Cappuccio. Torniamo al versante marittimo per gli ultimi appuntamenti con i luoghi più classici della macchia mediterranea. Galleria in curva, roccia, alberi e ginestre riassumono l'essenza di questo tratto di linea. |
Cappuccio. Sotto un pino, la vista si apre sulla val Bisagno, Genova e il mare. |
Cappuccio. Le "esse" del binario sono sempre un soggetto meritevole. |
Cappuccio. L'ultimo appuntamento è con il viadotto Rovena, in cui già avevamo fatto tappa nelle scorse gite, ma stavolta inquadrato in modo inedito dal lato Casella. La salita al punto foto, per quanto facilitata dal disboscamento preventivo dei soci AAFGC, non è del tutto agevole, i fili d'erba sono quanto di più scivoloso si possa immaginare. Però lo sguardo è notevole: scelgo un panoramix per andare dalla luce piena della collina e del mare, fino all'ombra radente del versante vicino. |
Cappuccio. In una successiva variante metto ancora le ginestre in primo piano. Ora la gita è finita, arriviamo a Manin in perfetto orario. Tappa gelato e poi si va a casa. Gran giornata senza dubbio! |
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