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Il sottopasso attuale. 
  Se quello che "doveva essere fatto" - e come tale era stato pianificato - non ha visto la luce, ci si potrebbe domandare che cosa invece è stato fatto, a livello di gestione urbanistica della città. Il problema di Diano e di tanti altri luoghi simili sta tutto lì: non è stato fatto quasi nulla. La sgradevolezza di un luogo, quello che nel linguaggio comune si chiama solitamente cementificazione selvaggia o scempio ambientale, si misura proprio nel rapporto tra lo spazio privato e lo spazio pubblico, nella capacità dell'amministrazione pubblica di contrapporre i propri spazi a quelli lasciati al privato. Una ferrovia messa "al posto giusto" o una circonvallazione utile sono esempi di spazio pubblico corretto, ma lo sono anche un parco urbano, un viale alberato, un'area per bambini, un tessuto viario coerente con l'edificato.

Questo, sulla sponda sinistra del Torrente S.Pietro, è l'unico sottopasso ferroviario esistente a Diano, una minuscola strada a senso unico alternato, dove persino un'auto deve transitare con attenzione. Nell'autunno 2016 proprio questo sottopasso ha avuto ampi onori di cronaca, perché questo è anche l'unico accesso alla nuova stazione ferroviaria(!). Probabilmente, con la dismissione della ferrovia storica, si risolverà il problema demolendo il rilevato e ampliando quindi la strada, ma come è possibile che si sia arrivati al 2016 senza riuscire a realizzare una viabilità alternativa, pedonale o veicolare, che potesse coesistere con la ferrovia storica?

Diano Marina - Il sottopasso attuale.

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