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Carri merce.  I due carri, simili come impostazione, differiscono in alcuni dettagli tecnici, che si sono evoluti nella produzione CO.MO.G.E. Il carro più antico, a sinistra, oltre a respingenti un po' più tozzi, mostra un gancio manuale che riproduce il gancio reale, in modo semplificato ma anche assai evocativo. Il carro a destra, al pari di tutto il resto della mia collezione, utilizza un gancio a occhiello, di dimensioni più grandi ma dal funzionamento del tutto analogo ai ganci a occhiello che diventeranno di uso universale nei decenni seguenti.

Inoltre il carro di destra usa assi con ruote come siamo abituati a vederle, cioè con l'asse solidale alla ruota e tenuto fermo dalla boccola. Questa però, in pressofusione, non può contare per il montaggio sull'elasticità di un telaio in plastica o in lamierino (come nei modelli tradizionali Märklin), e utilizza quindi una minuscola vite tarabile, di cui si vede chiaramente l'intaglio, che blocca l'asse lasciandogli il giusto gioco. Inoltre il cerchione è realizzato in lamierino sagomato: una soluzione molto economica che poi cadrà in disuso. Nel carro più antico invece il cerchione è in metallo tornito, ma l'asse è solidale con la boccola, su cui è calettato, e la ruota gli gira attorno grazie a un cilindro cavo. Notiamo infine la raffinatezza delle scritte realizzate con decalcomania, che tra l'altro connotano inequivocabilmente l'origine italiana del modello.
I treni Conti - CO.MO.G.E. degli anni '50 - Carri merce.

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