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Locomotiva.  Apriamo dunque la macchina e vediamo come è fatta dentro. Anche in questo caso si fa largo uso di viti (biellismo incluso) ma vi sono importanti differenze rispetto alla macchina CO.MO.G.E.: dal punto di vista strutturale, il telaio non è in metallo fresato ma in robusta lamiera tranciata; dal punto di vista del funzionamento, il motore non è a magnete permanente ma a bobina di campo, esattamente come i modelli Märklin. Questo significa che può essere alimentato anche a corrente alternata, ma che l'inversione di marcia non può essere ottenuta per semplice inversione di polarità: bisogna alimentare l'uno o l'altro degli avvolgimenti della bobina di campo. Come noto, nella tradizione Märklin questo è ottenuto con un relè azionato dalla sovratensione a 24 V: una tecnologia sicuramente troppo complessa per la FAGE, che ha scelto invece una semplice levetta di commutazione manuale (sporgente da una fessura della cassa, a modello montato). La levetta alimenta l'uno o l'altro dei due fili gialli, determinando il verso del campo magnetico dello statore e quindi la direzione di marcia.

La presa di corrente è affidata a rustici fili metallici striscianti sui cerchioni (soluzione che rimarrà comune negli anni a venire) e le spazzole non hanno il "tappo" ma sono tenute in posizione da mollette (anche questa è stata una soluzione del tutto abituale per Märklin, ma anche per Rivarossi). La plastica stampata è utilizzata soltanto per i centri ruota, mentre il disco (marrone) su cui sono montati i portaspazzole è un classico isolante elettrotecnico. Forse per eccessivo scrupolo nella circolazione in curva, le ruote dell'asse centrale sono sprovviste di bordino.

I treni FAGE a scartamento 22 mm - Locomotiva.

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