Il marciapiede di molte stazioni della Como-Lecco è semplicemente un prato. Niente asfalto, niente piastrelle, solo erba ben rasata, aiuole, fiori, l'ombra degli alberi. Sembra impossibile, quasi fuori dal mondo, eppure è così, e ci si sta sorprendentemente bene, anche nel cuore dell'estate, camminando su un manto soffice, sedendosi nel prato, come fosse per un picnic, e naturalmente fotografando i treni che arrivano, senza fili, senza cartelli ovunque, senza tutto quello che è di troppo, eppure pare immancabile in così tante stazioni. Chi ha frequentato la linea negli anni '80, quando era in costante pericolo di chiusura, ricorderà ambienti veramente dimessi, al limite del degrado. Poi la rinascita: il fabbricato di Moiana è abitato, Casletto è in uso al Comune, Brenna è affidata al circolo locale di Greenpeace. Il risultato è quello che si può vedere in queste immagini. Nel 2021 viene annunciata l'elettrificazione della linea, all'interno del PNRR, il piano di investimenti che ci fa sembrare proiettati verso il Campo dei miracoli, dove "durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e la mattina dopo di levata, ritornando nel campo, che cosa trovi? Trovi un bell'albero carico di tanti zecchini d'oro quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno" (cap. 12). Ma noi sappiamo bene - e l'esperienza lo prova - che l'elettrificazione non è condizione sufficiente per ottenere un servizio migliore, e spesso nemmeno necessaria. E' però più che bastevole per stendere una colata di cemento su tutto quanto, anche questi piccoli gioielli, come alcune immagini in appendice a questo racconto già fanno presagire. |
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