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1956-64: la Genova-Savona

Varazze, Arenzano, Cogoleto.  In quattro riquadri provo a riassumere l'evoluzione della gestione dell'autostrada. Nell'ordine, a Varazze troviamo il viadotto ancora in costruzione, con il fondo stradale in calcestruzzo. Ad Arenzano (sullo sfondo di vari palazzi in costruzione) l'autostrada mostra la versione originaria con i rettifili privi di segnaletica. Infine, ancora a Varazze e poi al viadotto Arrestra di Cogoleto troviamo la versione con cui la A10 originale arrivò fino al raddoppio in variante (attivato tra il 1975 e il 1977): la corsia di sorpasso è regolamentata in modo "alternato" per l'una e l'altra direzione. In particolare a Cogoleto si intuiscono le frecce che invitano al "rientro" dalla corsia di sorpasso, all'avvicinarsi del cambio di orientamento della corsia centrale, che avviene presumibilmente nella galleria sullo sfondo. In basso si riconosce la nuova ferrovia Voltri-Varazze a doppio binario attivata nel 1968.
1956-64: la Genova-Savona - Varazze, Arenzano, Cogoleto.

 

Genova Pegli.  A dicembre 1964 si attiva la tratta tra Genova Aeroporto e Voltri, con lo svincolo intermedio di Pegli (aperto nel 1968). I due rami a est e a ovest di Pegli sono però molto diversi. Da Pegli a Voltri, l'autostrada è a singola carreggiata, del tutto analoga alla tratta già aperta (che nel frattempo, nel 1960, è giunta fino ad Albisola). Dal lato di Genova, invece, l'autostrada è già realizzata nella configurazione "moderna" a due carreggiate indipendenti, con due corsie ciascuna, secondo il modello che, in Italia, era stato inaugurato nel 1959 con il primo tratto dell'Autostrada del Sole, da Milano a Bologna. L'immagine è pertanto particolarmente interessante, in quanto, proprio a Pegli, si vedono le quattro corsie confluire nell'unico fornice della galleria sullo sfondo.
1956-64: la Genova-Savona - Genova Pegli.

 

Le autostrade classiche

Genova Ovest.  Andiamo ora a guardare qualche altro punto significativo della rete autostradale, cominciando dal punto terminale della "Autocamionale dei Giovi", cioè la prima autostrada di valico prebellica, aperta nel 1935 da Serravalle a Genova. Data la rilevante funzione merci a cui l'autostrada era destinata fin dall'origine, a Genova essa è stata dotata di un vasto piazzale di sosta per i mezzi pesanti, ottenuto attraverso l'imponente sbancamento del Colle di San Benigno. Grazie a questo sbancamento si ricavò nel contempo il materiale necessario a interrare il bacino di Sampierdarena, realizzando il corrispondente porto.

Sullo sfondo si vede chiaramente quello che ancora restava del Colle di San Benigno, e che sarebbe stato rimosso negli anni a venire: oggi non ne rimane più alcuna traccia, se si eccettua il piccolo sperone su cui sorge la Lanterna. Davanti al colle, si vede un altro elemento celebre, realizzato con l'autostrada, e cioè la rampa elicoidale, che aveva il compito di superare la sottostante Via di Francia e smistare il traffico tra l'autostrada e il porto (di Genova percorrendo l'elicoidale, di Sampierdarena utilizzando la rampa sul bordo destro della foto). La mappa di Genova del 1943 aiuta a capire il quadro urbano.

Le autostrade classiche - Genova Ovest.

 

Milano (v.le Certosa).  Non può mancare un'immagine del primo ingresso autostradale in assoluto, quello della Milano-Laghi lungo il viale Certosa. Mentre oggi le barriere si trovano vari kilometri più in là, lungo la A4 e la A9, all'origine la barriera era proprio qui all'ingresso. Sullo sfondo si notano le ancora numerose ciminiere della periferia industriale della città, mentre la Certosa di Garegnano è oltre il bordo sinistro dell'immagine.
Le autostrade classiche - Milano (v.le Certosa).

 

A6 Millesimo.  Mentre cominciavano a nascere le prime autostrade a carreggiate separate, nel gennaio 1960 si inaugurava la tratta appenninica della A6 da Savona a Ceva, ancora a carreggiata unica come la vicina Voltri-Albisola. L'uso della sezione ridotta trovava verosimilmente giustificazione nella difficoltà del tracciato di valico e anche in previsioni di traffico più modeste (ancora oggi la A6, eccettuati i picchi turistici, ha un livello di traffico non paragonabile alle altre autostrade liguri e piemontesi).

Analogamente alla Genova-Savona, anche la A6 aveva richiesto un buon numero di viadotti, spesso realizzati con le esili forme dell'arco parabolico, come in questo caso sulla Bormida di Millesimo.

Le autostrade classiche - A6 Millesimo.

 

A1 Merizzano.  Arriviamo ora alla prima vera autostrada moderna, o di seconda generazione, e cioè la celeberrima Autostrada del Sole, tutta a due carreggiate e quattro corsie, aperta da Milano a Napoli tra il 1959 e il 1964. Il tratto più complesso era ovviamente quello appenninico tra Bologna e Firenze, inaugurato nel dicembre 1960, per il quale si dice che non si limitò a migliorare un itinerario stradale, ma realmente ne creò uno dal nulla: prima di allora, nessuna delle statali di valico poteva essere considerata un'alternativa efficace alla ferrovia direttissima del 1934.

Proprio sull'Appennino tosco-emiliano si trovavano i viadotti più significativi, ancora una volta realizzati nella forma elegante dell'arco parabolico, ma larghi quasi il doppio di quelli della Genova-Savona, per via delle loro quattro corsie. Uno dei più celebri, e dunque ricorrenti sulle cartoline dell'epoca, è quello di Merizzano, di 420 m, appena a sud dello svincolo di Roncobilaccio.

Le autostrade classiche - A1 Merizzano.

 

A1 Roncobilaccio.  Ancora più complesso è il viadotto "Poggettone e Pecora Vecchia", di complessivi 456 m, a più archi parabolici, situato esattamente sul confine tra Emilia e Toscana, a sud di Roncobilaccio. La fotografia guarda a sua volta in direzione sud e la galleria di valico Citerna, di 760 m, si trova circa 1,5 km più in là.
Le autostrade classiche - A1 Roncobilaccio.

 

A1 Barberino di Mugello.  Poco a nord di Barberino di Mugello, dove oggi la variante di valico si stacca dal tracciato storico, si trova il viadotto Aglio, di 440 m. Come si può vedere, i viadotti differiscono uno dall'altro per alcuni particolari costruttivi: questo ad esempio ha gli archi parabolici realizzati con due bande continue, anziché con un'unica struttura reticolare, come nel caso di Merizzano.
Le autostrade classiche - A1 Barberino di Mugello.

 

A5 Quassolo.  Nel 1961 apre la tratta piemontese della A5, da Torino a Quincinetto, che raggiungerà poi Aosta tra il 1967 e il 1970. Dopo il primo tratto dell'Autostrada del Sole e la A7 Milano-Serravalle (1960), è la terza autostrada a nascere già nella configurazione "moderna" a quattro corsie. L'unica galleria della tratta è quasi al capolinea, presso Quassolo, ed è lunga 547 m.
Le autostrade classiche - A5 Quassolo.

 

A4, A1, A12, A5.  Biodiversità delle autostrade negli anni '60. Nell'ordine, il ponte sull'Oglio, lungo la A4 tra Bergamo e Brescia mostra la struttura "doppia" tipica delle autostrade a carreggiata unica, raddoppiate in seguito: la versione ad arco parabolico del ponte prebellico è stata abbinata a un'impostazione ad architravi, delle medesime luci. Lungo l'Autostrada del Sole, a sud di Firenze, il ponte sull'Arno presenta un meno comune arco parabolico ribassato. Con la realizzazione di svincoli in morfologie più complesse, si sviluppano soluzioni alternative al classico ricciolo: a Recco, lungo la A12 (1969), le quattro rampe di accesso sono tutte distinte, al prezzo di avere due ponti sopra l'autostrada, anziché uno. Infine anche per i caselli si tentano soluzioni architettoniche un po' più ricercate, sfruttando la duttilità delle realizzazioni in cemento armato, come in questo caso lungo il primo tratto della A5 (1961).
Le autostrade classiche - A4, A1, A12, A5.

 

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