Varedo. La motrice 85, anch'essa una «Reggio Emilia», manovra nel deposito per ricoverare i rimorchi dopo il rientro a Varedo del convoglio. |
Viaggiare sulla «Reggio Emilia»
Dal quaderno di appunti del 24 settembre 2007 Tornare a viaggiarvi, dunque. Continua ad essere una cosa memorabile, che non dovrebbe mancare a nessun appassionato. Subito alla prima curva, una slittata da brivido - la solita macchina che tagliava la strada - e, con due motori esclusi, riprendere il passo non è cosa da poco! Venerdì scorso, apprendo, aveva fatto un po' di fumo: macchinista e viaggiatori si scambiano i commenti ("scusate se non vi ho ancora salutato, ma oggi sono un po' preso"): i pochi e fedeli frequentatori della corsa ascendente sono certo un altro mondo rispetto alla folla di pendolari dell'andata. A colpi di timone, la 92 avanza, persino spedita, col fischio incessante. Anche solo affacciarsi al finestrino, le chiodature sulla cassa arancione lucente nel freddo del primo sole, è un'emozione preziosa, una fortuna che mai si sarebbe detta possibile, addì 2007. Poi a Varedo la 92 entra con le carrozze, si affaccia la 85, prende le carrozze e le tira fuori, cambia loro binario, di modo che la 92 si rimetta in testa, pronta per la corsa della mattina successiva. Basta, è ora di correre alla stazione delle Ferrovienord per prendere la mia S4 che mi riporti in ufficio. Da settembre 2010 la corsa della Reggio Emilia è stata cancellata e sostituita da un normale Bloccato, sussidiato, almeno nei primi tempi, da un autobus. Pare che il motivo contingente sia il fatto che la motrice è sprovvista di tachimetro e quindi non ci sia la possibilità di controllare il rispetto dei numerosi rallentamenti che sono stati imposti lungo la linea, a causa della negligente conservazione del binario. Fine della storia. |
Foto 40-41/41 << Pag. precedente ^ Indice ^
[Indice della sezione / This Section] [Articolo principale / Main Page: TRAM]