Le fotocamere del trifase

Scritto da Franco Dell'Amico a ottobre 2010

Mi è sembrato interessante aggiungere anche questo breve resoconto, scritto da Franco, sulle fotocamere con cui un ragazzo di circa vent'anni cominciava a fotografare il trifase al principio degli anni Settanta.


La mia prima macchina fotografica è stata una "grande" EURA Ferrania vinta ad una lotteria parrocchiale: per chi la conosce, una scatolona in plastica che utilizza pellicole 120 in formato 6x6; con questa (per fortuna) ho scattato poche foto, tra le quali alla E.554.177 a Savona Lavagnola (la mia numero uno), ma anche a 740 e D.342 a Calalzo.

"La Numero Uno: questa immagine è importante, si tratta della mia prima foto ad una locomotiva trifase. Al pomeriggio, prima di iniziare a studiare, quattro passi con un amico ci portano sempre nei pressi del Posto Movimento di Savona Lavagnola, dove vengono composti e partono i merci per il Piemonte, appannaggio delle E.554 savonesi."

Un esemplare di Ferrania Eura con cui è stata scattata la foto precedente. Questo esemplare può funzionare ancora oggi: altri dettagli nella sezione delle fotocamere storiche.

 

In seguito ho usato una Ferrania IBIS 34 (pellicole tipo 127, formato 3x4), apparentemente più solida ma con risultati impresentabili. Consideriamo che noi stiamo parlando di foto a soggetti spesso in movimento: entrambe queste macchine davano risultati accettabili nel caso di soggetti fermi. Visti i risultati e forse mosso a compassione, mio padre mi ha concesso allora l'uso della sua Voigtlander Vito 24x36 a soffietto, con obiettivo Skopar 50 1:3,5, macchina allora non recentissima ma con buona meccanica ed ottica. Prendendo mano all'uso dei caricatori 135 mm, che consentivano una bella autonomia, ho cominciato a comprare le pellicole Ilford FP4 a metri, caricandomi direttamente i rulli con la bobinatrice (che tempi!). Un bel risparmio.

Nell'estate 1971 il premio per la promozione è stata la prima reflex, una CANON FT, macchina robusta e che mi ha dato grandi soddisfazioni, con ottiche esclusivamente Canon; verso la fine degli anni '70, si è affiancata una Canon AE1. Con due corpi macchina, ho incrementato la collezione di diapositive, prima limitata a qualche rotolo intercalato al tradizionale b/n. Ho poi utilizzato anche una AE1 Program ed una A1. Conservo tutte queste macchine, ormai inutili e dal solo valore affettivo.

L'assortimento di pellicole Ilford FP4 in bianco e nero, nel 1974. Si riconoscono i rulli 127, 120 e 220 (come il 120 ma di lunghezza doppia, senza la carta protettiva posteriore), il caricatore Instamatic 126 e naturalmente la pellicola 35 mm, sia in caricatore 135, sia "a metraggio".

Le due Canon FT del 1974: la FT normale montava gli obiettivi della generazione precedente; la più nuova e costosa FTb poteva montare anche gli obiettivi FL ed FD. Questi ultimi, che dureranno fino all'arrivo dell'assortimento EOS a fini anni '80, permettevano la misurazione dell'esposizione "a tutta apertura", cioè come è la norma oggi (in precedenza per leggere l'esposizione occorreva chiudere il diaframma al valore desiderato). Le 105 e 150mila lire del 1974 corrispondono all'incirca a 620 e 880 Euro del 2010. Oggi le macchine reflex digitali entry level costano qualcosa in meno in termini reali.

 

Oggi, passato al digitale dopo un confronto sul campo che mi ha dimostrato la superiorità netta di quest'ultimo supporto, nelle poco frequenti gite ferroviarie utilizzo una Nikon D70, certo non all'ultimo grido ma con buona soddisfazione (a parte un paio di memorie "illeggibili" nei primi tempi ed una riparazione in garanzia che pare risolutiva).


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