Scegliere una fotocamera digitale compatta

Scritto ad agosto 2008

In fondo l'aggiornamento a marzo 2009 e aprile 2010.

Dopo aver dato qualche piccola regola per fare belle foto, mi sembra utile parlare della fotocamera. Naturalmente vale la regola numero uno: "la foto la fa il fotografo, non la macchina"; però qualche informazione è utile, anche nell'odierno mondo digitale.


Reflex o compatta

Nomenclatura

Per reflex (in inglese SLR = Single Lens Reflex) intendiamo una fotocamera con gli obiettivi intercambiabili e con il mirino che, grazie a un sistema a specchi, "guarda" direttamente attraverso l'obiettivo.

Per compatta (in inglese Point & Shot Camera) intendiamo una fotocamera con obiettivo incorporato, anche zoom, e con mirino che non guarda attraverso l'obiettivo.

 

Nel mondo delle pellicole, il problema quasi non si poneva: qualunque reflex è sempre stata incomparabilmente meglio di ogni compatta 35 mm. Praticamente nessuna compatta ha mai permesso di scegliere con precisione tempi e diaframmi (vedi un inquadramento storico) e le specifiche ottiche sono sempre state modeste, a causa dei vincoli di dimensione, appunto "compatta". In particolare la larga maggioranza degli obiettivi zoom, in posizione tele, aveva aperture massime inevitabilmente frustranti: anche f/11 o f/13. Con tali aperture era giocoforza usare tempi lenti, proprio con le focali più lunghe, che richiederebbero invece tempi veloci per evitare il rischio di mosso (la stabilizzazione ottica era di là da venire).

Con il digitale, la situazione è ben diversa, sia dal punto di vista delle "specifiche", sia dei risultati ottenibili. Infatti:

Il risultato è che esistono compatte digitali che permettono di impostare tutti i parametri di ripresa, in modo del tutto analogo a una reflex, e la cui qualità fotografica è senza dubbio paragonabile a quella di una media reflex a pellicola. Rispetto alle reflex, queste compatte hanno poi un'agilità decisamente superiore: possono essere portate ovunque (anche da chi si sposta senz'auto!) e sono assai meno appariscenti (utile in molte situazioni di ripresa, anche ferroviaria!).

Infine, anche oggi che le reflex digitali hanno prezzi assai più contenuti, va detto che un'escursione focale 35-210 mm reflex continua ad avere costi e ingombri nettamente superiori, ad esempio, ai 200 Euro e 200 grammi di una Canon A720.

Kodak Brownie 127 e Canon A710

Due "compatte" a circa 60 anni di distanza....

Non sembri buffo il confronto: si tratta davvero di due modelli paragonabili, due compatte di classe economica, sostanzialmente simili nelle dimensioni e forse anche nel prezzo, o almeno nel rapporto di prezzo rispetto ai modelli di classe superiore. Eppure, che diversità, nella qualità dei risultati ottenibili!

La Brownie 127 (vedi la descrizione completa), a fuoco fisso, senza regolazione di tempi e diaframmi, non poteva che scattare in condizioni ottimali di pieno sole, e anche con un perenne rischio di mosso, vista la posizione scomoda e la durezza dello scatto (la leva metallica in basso), inferiore ad esempio alla già più evoluta Brownie Flash II. La A710, con controllo completo di tempi, diaframmi e focale, offre una versatilità notevole e risultati encomiabili in un largo ventaglio di situazioni.

E' interessante anche notare che cosa determina le dimensioni: sulla Brownie - praticamente una "scatola vuota" - l'ingombro in altezza è dato dall'altezza stessa del rullo di pellicola, in larghezza dall'ulteriore spazio necessario a ospitare i due rulli, e in profondità dalla focale, necessariamente lunga, visto il formato abbondante del fotogramma. Sulla A710 il vincolo maggiore è l'ingombro delle due pile stilo (che però è utilizzato per creare un'utilissima impugnatura), la profondità è ridotta al minimo grazie all'obiettivo retrattile e base ed altezza sono in larga parte scelte stilistiche, prima ancora che tecniche.

 


La scelta della compatta digitale

Che cosa scegliere, dunque? Questo sito, come noto, non ha mai avuto alcuna intenzione di essere politically correct, e quindi non ha difficoltà a dire che la scelta è semplicissima: Canon e basta.

In verità anch'io ci ho messo un po' ad accorgermi... Ammetto di non essere un lettore fedelissimo della rivista Tutti Fotografi (peraltro la migliore tra le riviste italiane di fotografia), ma in quasi tutti i numeri che ho avuto in mano, trovavo le recensioni di macchine delle marche più svariate, Sanyo, Casio, Panasonic, Sony... Ognuna di esse mi sembrava un giocattolino davvero poco entusiasmante, ed è anche per questo che sono entrato appieno nel mondo digitale relativamente tardi.

In verità, sarebbe bastato consultare il miglior sito di recensioni di fotocamere digitali, DPReview per accorgersi che nel mondo delle compatte esiste Canon ... e poi tutto il resto!

Le recensioni di DPReview / Ratings from www.DPReview.com

Come si vede dai grafici, le macchine Canon sono le più recensite: segno dell'interesse che questa marca riscuote in DPReview (che peraltro è un sito assolutamente indipendente!). Esse hanno il più alto tasso percentuale di giudizi Highly recommended, cioè "altamente raccomandabile", nonché una pressoché totale assenza di giudizi negativi (da Above average, cioè "sopra la media", in giù).

Le recensioni includono fotocamere digitali, sia compatte, sia reflex, esaminate dal 1999 all'aprile 2008. L'elenco completo delle macchine recensite è contenuto nel file Excel.

Reviews include both DSLR and Point&Shot cameras, tested between 1999 and April 2008. Complete list of tested cameras is available in Excel format.

 

E' così che, nel 2007, è arrivata la A710, con cui è scattata la maggioranza delle foto attuali del sito, e lascio ai lettori giudicare la bontà della scelta!

Vogliamo però elencare una serie di cose da tenere presenti.


Modi di funzionamento

Questa è la prima e fondamentale discriminante. Per fare fotografia seria è indispensabile che la macchina dichiari sempre i valori utilizzati per tempo e diaframma, anche quando lavora in automatismo, cioè quando li sceglie lei; inoltre deve lasciarli scegliere al fotografo, se questi lo desidera.

Scegliere la macchina giusta è facilissimo: basta verificare che sulla ghiera delle modalità ci siano le lettere P A (oppure Av) T (oppure Tv) ed M, che stanno rispettivamente per Program, Aperture Value (priorità diaframmi), Time Value (priorità tempi) e Manuale.

Nomenclatura

P: la macchina sceglie la coppia tempo-diaframma

A: il fotografo sceglie il diaframma e la macchina imposta il tempo appropriato

T: il fotografo sceglie il tempo e la macchina imposta il diaframma appropriato

M: il fotografo sceglie tempo e diaframma e la macchina ubbidisce, limitandosi a segnalare se l'esposizione (a suo giudizio) è corretta o meno

 

Si noti che in digitale esiste una terza grandezza regolabile ad ogni scatto, la sensibilità ISO (con la pellicola, la sensibilità era invece necessariamente fissa per tutti gli scatti di uno stesso rullo). Per un uso consapevole della macchina, utilizzando le modalità T o A è indispensabile impostare manualmente anche la sensibilità, cioè non lasciarla su AUTO (in modalità M la sensibilità AUTO non è ovviamente prevista). Per minimizzare il "rumore" è sempre necessario impostare il valore di sensibilità più basso possibile, e alzarlo solo quando la luce è insufficiente per utilizzare una coppia tempo/diaframma accettabile.

Nella fotografia ferroviaria le modalità T e A sono indispensabili, per essere sicuri di "fermare" il treno: in T il fotografo sceglierà un tempo veloce; in A, il fotografo non sceglie il tempo direttamente, ma il risultato è lo stesso perché, una volta scelto il diaframma, la macchina indica il tempo corrispondente.

Infine ignorate tutte le "scene", modalità notturne, sport, ritratti, fuochi d'artificio e via dicendo: sono solo palliativi per chi non sa usare tempo, diaframma e sensibilità.

In pratica tutte le Canon PowerShot serie A e G vanno bene (salvo il modello più di base, serie A 4xx), mentre va detto che molte macchine anche "appariscenti" - tra cui le stesse Ixus di Canon - sono prive dei modi A, T ed M, e sono pertanto sconsigliate. Spesso la mancanza dei modi manuali tradisce una costruzione più spartana (anche se a volte ciò non si riflette nel prezzo!), perché ad esempio la macchina ha solo due valori di diaframma e supplisce a quelli mancanti giocando sulla sensibilità (altri dettagli).


Obiettivo

Salvo pochissimi modelli molto economici, lo zoom è sempre previsto. Preferite però una macchina che dichiari escursione focale e apertura (cioè diaframma massimo), scrivendoli belli chiari sull'obiettivo: ad esempio per la A710 "5.8-34.8 mm 1:2.8-1:4.8". Il primo numero è la focale del grandangolo, il secondo quella del tele. Il terzo numero è l'apertura massima in grandangolo, il quarto quella in tele.

34.8 diviso 5.8 fa 6, quindi l'obiettivo ha un'escursione di 6x.

Il sensore della A710 è circa 6 volte più piccolo di un fotogramma di pellicola 35 mm (sensore da 1/2.5"), quindi l'escursione focale "equivalente" (sottinteso: al formato 35 mm) si ottiene moltiplicando per 6, e risulta 35-210 mm.

Praticamente tutti gli zoom sono meno luminosi in tele (4.8 al posto di 2.8 nell'esempio): è raccomandabile però che anche in tele non si vada oltre 5.6, perché la luminosità dell'obiettivo conta, anche in digitale!

Molte macchine super-compatte hanno escursioni zoom relativamente modeste, intorno a 3x (circa 35-105 equivalenti): uno zoom un po' più spinto, fino ai classici 200 mm, non guasta. Viceversa i super-zoom da 300-400 mm sono di uso assai più limitato e impongono spesso qualche sacrificio ottico.

Il vero grandangolo, cioè 28 mm equivalenti, nelle compatte digitali è una rarità, per il semplice fatto che con i piccoli sensori da 1/2.5" è tecnicamente più complesso da ottenere (mentre il sensore piccolo favorisce i super-teleobiettivi: questo spiega come mai le macchine di classe economica sono spesso più dotate dal lato tele che non dal lato grandangolo). Negli ultimi tempi il numero di modelli con grandangolo da 28 mm è andato aumentando, ma va detto che già il 35 mm mostra spesso una distorsione "a barilotto" piuttosto appariscente ... anche sulla A710, purtroppo è un prezzo da pagare!

Aggiornamento aprile 2010
Segnalo PT Lens di ePaperPress, un software ben fatto ed economico (meno di 20 Euro), che è in grado di correggere le distorsioni ottiche di un gran numero di reflex e compatte (tra cui tutte le Canon), con impostazioni calibrate sul singolo modello. Funziona da solo o come plug-in di Photoshop (compresa la mia vecchia versione 5!) e sa anche rimuovere la vignettatura e fare correzioni prospettiche, il tutto con impostazioni ampliamente regolabili dall'utente esperto.

Un'altra caratteristica tipica dei piccoli sensori è l'altissima profondità di campo. La profondità di campo, cioè l'intervallo di distanza in cui il soggetto è a fuoco, non varia solo con il diaframma (tanto maggiore quanto più esso è chiuso) e la focale (tanto minore più essa è lunga) ma anche con le dimensioni del sensore. Un sensore piccolo determina un effetto "tutto a fuoco" che è un vantaggio per ottenere con facilità una messa a fuoco ragionevole, ma diventa scomodo per un uso artistico della fotografia, in cui è importante il gioco dello sfocato. In tal caso le compatte non sono la scelta più comoda a meno di non reintrodurre lo sfocato in postproduzione, che però non è un lavoro banale.

Dimenticate infine lo zoom digitale, che non serve a nulla (salvo particolarissimi casi, il risultato è indistinguibile dall'ingrandimento/ritaglio effettuato a posteriori).


Stabilizzatore dell'immagine

E' l'invenzione più utile degli ultimi anni, e anche la più incredibile: un sistema ormai dal costo contenutissimo, tanto da essere di serie anche sui modelli più economici, riesce a "compensare" i movimenti della macchina, per scattare foto ferme anche con tempi impossibili. In pratica, rispetto alla vecchia regola focale in millimetri = tempo massimo a mano libera (200 mm = 1/250 s, 28 mm = 1/30 s) si riescono a fare cose incredibili, del tipo 1/10 o 1/12 in grandangolo, 1/40 in tele. Attenzione a una considerazione ovvia: la stabilizzazione "ferma" la mano del fotografo ma non può certo fermare il soggetto. Se il treno sta andando, la foto a 1/40 viene ferma, ma il treno ovviamente resta mosso!


Scheda di memoria

Quasi nulla da dire: praticamente tutti i modelli usano le SD (Secure Digital), il cui costo è ormai irrisorio (meno di 10 Euro per 1 GB).


Pile

Stilo o non stilo? Personalmente, nella mia scelta tra A710 e G7, le stilo sono state l'ago della bilancia. Le pile dedicate permettono un'autonomia un po' superiore, ma sono molto più scomode: è infatti indispensabile mettere in conto l'acquisto di una seconda batteria di scorta, che non costa poco, e in futuro potrebbero esserci anche problemi di reperibilità (ogni modello è diverso dall'altro!). Anche con le stilo ovviamente si deve sempre girare con un set di batterie di scorta, ma costano molto meno e, in caso di emergenza, si possono usare normali pile non ricaricabili, che si trovano ovunque.

Tutte le super-compatte, infine, usano pile dedicate per motivi di ingombro... e questo è un altro buon motivo per evitare macchine dalle dimensioni troppo piccole.


Flash

Inutile farsi illusioni, le qualità del flash incorporato sono sempre modeste: poca potenza (e dunque obbligo di lavorare quasi sempre a tutta apertura e con sensibilità medio-alta) e vicinanza all'asse dell'obiettivo (e dunque "occhi rossi" pressoché scontati, nonostante tutti i vanti delle soluzioni "anti occhi rossi"). Inoltre sulle Canon serie A il tempo di ricarica del flash è decisamente a prova di pazienza: anche una decina di secondi, purtroppo.

Molte macchine hanno anche la possibilità di correggere gli occhi rossi a posteriori, cioè dopo lo scatto, come si farebbe in Photoshop. Ho fatto qualche prova con la A720: nei casi più facili i risultati sono stati buoni e nettamente più veloci che non operando "a mano" in Photoshop [così: L di Lazo, selezionare la prima pupilla con il mouse, poi la seconda tenendo premuto Ctrl per aggiungere alla selezione precedente; Selezione, Sfuma, 2 pixel; Ctrl+H per nascondere la selezione; Ctrl+U per Tonalità/Saturazione, scegliere Rossi dalla casella a discesa, ridurre quasi a zero la Saturazione; Ctr+L per Livelli, spostare a destra il triangolino centrale, selezionare Rosso dalla casella a discesa e spostare ancora a destra il triangolino centrale]. Nei casi più difficili, ad esempio con pupilla bianca, anziché rossa, il risultato automatico non riesce a competere con quello a mano.

Solo poche macchine hanno la slitta standard per flash esterni: tra queste la G9. Va detto che un flash dedicato rischia di costare quasi quanto la macchina, ma spesso basta un vecchio flash standard. Ad esempio ho provato la G9 con lo Speedlite 277 della T70: flash e macchina non comunicano, ma se imposto su entrambe il medesimo diaframma (in "A" sulla macchina e con l'apposito tasto sul flash), l'esposizione è perfetta perché, pur non parlandosi, i due sistemi esposimetrici si trovano a "ragionare" allo stesso modo.


Display

Non conta tanto la dimensione ma il numero di pixel; ormai la dimensione di 2.5" è lo standard, ma una macchina economica ci fa stare 150'000 pixel, una più pregiata almeno 230'000, e la differenza si vede (anche se ovviamente è solo questione di comodità e non incide sulla qualità della foto).

Va anche detto che in pieno sole tutti i display si leggono malissimo. Potrebbe essere utile il mirino ottico, ma tenete presente che, anche quando c'è (come in molte Canon), per evitare errori di parallasse, mostra solo un'inquadratura marcatamente parziale.


Video

Di solito una buona macchina ha anche una qualità video più che decorosa; unico inconveniente delle Canon: durante il video si può utilizzare solo lo zoom digitale. Come mai? Perché la macchina, per economia costruttiva, non conserva la messa a fuoco durante la zoomata ottica, e quindi il video risulterebbe sfocato.

Tenete presente che il video occupa molto spazio: circa 100 mega per 1 minuto alla massima risoluzione. Ormai non è più tanto un problema di costo, ma resta un problema di gestione, perché gestire un backup di 100 GB è più impegnativo che gestirlo di 10.


Risoluzione

La lascio in fondo, perché oggi non è più un problema. Con la A710 da 7 Megapixel ho stampato poster in A2 praticamente perfetti. Spesso 10 o 12 Megapixel sono troppo vicini al limite ottico degli obiettivi (ricordiamo ancora una volta le minime dimensioni del sensore!), e, più che informazioni, aggiungono solo rumore alla foto. La risoluzione reale è infatti "tagliata" dai software di riduzione del rumore e soprattutto dal potere risolvente dell'obiettivo, anche se una buona progettazione dovrebbe cercare un equilibrio il più possibile bilanciato tra risoluzione del sensore, risoluzione ottica dell'obiettivo, rumore e infine software di riduzione del rumore.

Questo vale anche per le reflex: i 12 o 14 Megapixel degli ultimi modelli entry level si sfruttano davvero solo con obiettivi di ottima qualità - che quasi certamente costano molto più della macchina! - mentre sono sicuramente sovradimensionati se si monta solo l'economicissimo zoom in dotazione.


Raw o JPG?

Tutte le macchine salvano in JPG, solo poche sanno salvare anche i dati non elaborati che escono dal sensore: raw, appunto, cioè grezzo. I lettori tipici di questo articolo, che suppongo principianti, possono ignorare il raw, molto complesso da trattare a posteriori (se si vuole tirar fuori qualcosa di meglio del JPG, ovviamente!).

E' però importante sapere che c'è JPG e JPG! Allo stesso modo come non tutti i programmi di fotoritocco sanno scrivere dei JPG "puliti" (personalmente, per questo aspetto io mi fido solo di Photoshop - vedi qualche altro commento), così non tutte le macchine tirano fuori la stessa qualità JPG. E ancora una volta Canon è una garanzia: i suoi JPG non sono mai eccessivamente pasticciati - o, come si dice, overprocessed - tanto che trovo più che sufficiente la compressione "fine", e ormai non ricorro nemmeno più a quella extrafine.

Segnalo comunque che su molte Canon sprovviste di raw, lo si può ottenere egualmente grazie a un programmino aggiuntivo, il chdk (il raw può poi essere letto ed elaborato con ufraw).


Consumi

Altra nota comunque dolente: le digitali succhiano tanta corrente. Attenzione, però: nonostante quello che quasi sicuramente avete letto in giro, non è il display acceso a far crescere i consumi, ma il sensore. Spegnendo il display i consumi scendono (e la durata delle pile cresce) per il semplice fatto che, così facendo, viene spento anche il sensore!

In ogni caso è consigliabile spegnere il display con l'apposito tasto (DISP) in attesa di scattare, per esempio mentre si aspetta il treno, a meno che non sia richiesta una prontezza di scatto assoluta.


Back-up. Back-up. Back-up.

Non dimenticate mai che il prodotto della fotografia digitale è un file: duplicabile all'infinito, è vero, ma anche molto "delicato", più facile da perdere o danneggiare di quanto non sia una diapositiva. Se non avete una copia di sicurezza, e succede qualche pasticcio, potete dire addio alle vostre foto.

Ricordate anche che i CD e DVD masterizzati sono un po' come le vecchie dia Agfa degli anni Settanta: durano molto meno di quel che ci si aspetterebbe (vedi qualche commento). La soluzione: non una, ma almeno tre copie per ogni foto, indicativamente il disco rigido del proprio PC, un disco esterno, un CD/DVD (io ci aggiungo un secondo PC e un disco magneto-ottico, una soluzione un po' di nicchia, ma che non guasta).


E allora che cosa scegliere?

Ecco dunque un piccolo elenco di macchine Canon basato sulla produzione della primavera 2008 , immaginando che in futuro Canon prosegua l'evoluzione più o meno su queste linee di prodotto:

Le specifiche di tutti i modelli sono disponibili nell'archivio di DPReview. Non cito la A650 perché sembra abbia delle infiltrazioni di luce da dietro il display ruotabile, che potrebbero velare le foto scattate col sole alle spalle.

Perché non le Ixus (e le altre macchine "stylish")? E' ovvio: se si vogliono mettere le stesse funzioni in un corpo più piccolo, perché così è più elegante, è chiaro che qualche compromesso lo si deve fare. E comunque, se anche non ci fossero compromessi, le Ixus costano di più a pari specifiche.


Aggiornamento marzo 2009 per Canon
Ho scritto queste note ad agosto 2008. A metà settembre leggo le anteprime delle nuove compatte Canon, A1000 e A2000 (eredi delle serie A5xx e A7xx): vedo con molto disappunto che si tratta di macchine nettamente inferiori alle precedenti, nell'apertura massima in tele (5.6 o 5.9 al posto di 4.8), ma soprattutto nella scomparsa dei modi manuali e a priorità di tempi e diaframmi: una classica scelta di marketing (e forse di risparmio) nella consueta direzione di ridurre l'intelligenza media del cliente "a cui il modo manuale non dovrebbe servire".
Va detto che la scelta è probabilmente anche quella spingere maggiormente sulle reflex economiche, come la 1000D, che però, proprio in quanto reflex, hanno sì una qualità superiore, ma perdono quella grande agibilità che apprezzavo prima per le compatte.

Stando sempre in campo Canon, la scelta con controllo manuale completo si riduce oggi (inizio 2009) a quattro modelli, che, in ordine di prezzo crescente, sono:

Personalmente punterei su una delle prime due. Le altre hanno un costo quasi da reflex, ma una qualità generale (ottica, rumore ad Iso alti, ecc.) che resta comunque da compatta.


Aggiornamento aprile 2010
Anche la A590 non è più in produzione, mentre la G11, erede della G10, conferma i dubbi precedenti (prezzo elevato, costruzione solida, ma qualità dell'immagine comunque legata al piccolo sensore). Di fatto il modello da consigliare oggi è uno solo, la SX120 (nuova versione della 110), che mantiene tutti i modi manuali e un prezzo ragionevole. Integralmente nuova ma nettamente più costosa è la S90: vanta un sensore un po' più grande e un obiettivo luminoso (f/2) ma quando l'ho provata, non mi è sembrata il massimo: fin troppo piccola e con un'interfaccia a mio avviso meno efficace di quella delle Powershot tradizionali. In ogni caso, anche per l'acquirente non interessato ai modi manuali, la gamma Powershot rimane di gran lunga preferibile alle Ixus, inutilmente "piccole & costose", senza alcun vantaggio sulla qualità dell'immagine.

E io? Per la cronaca, a febbraio 2010 ho comperato una reflex Canon 1000D... perché era in offerta con i punti dell'Esselunga! Funziona bene, naturalmente, e, pur essendo la reflex più economica di Canon, non è molto dissimile da quelle intermedie delle serie 300D-500D. Però le mie tre Powershot - A710, A720 e A590 - sono tutt'altro che andate in pensione: la grandissima flessibilità e comodità di utilizzo, la buona apertura massima, l'elevata profondità di campo e il comodo teleobiettivo stabilizzato continuano a farmele piacere, e tanto. E' vero che le confronto con il modesto obiettivo "kit" della 1000D, il 18-55 3.5-5.6 (non ero stato mai abituato a un obiettivo che già nel medio-tele apre solo a 5.6!), ma se acquistassi un obiettivo migliore, aumenterei ancora di più il divario rispetto alle compatte, per il costo, ma soprattutto per il peso e la comodità. In ogni caso le foto che vedete su questo sito sono tuttora scattate con un mix di tutte queste macchine.


Al di fuori del mondo Canon, segnalo il caso singolare di due macchine Fuji, sfortunatamente fuori produzione: la F30 e la F31fd, con priorità dei tempi e dei diaframmi, e, soprattutto, un sensore abbastanza grande e pochi megapixel (6), al contrario dei 10-12 che ora vanno di moda anche sui piccoli sensori delle compatte. Questo si traduce in una resa esemplare anche a 800 ISO, quando tutte le altre compatte (anche le Canon, purtroppo), già scendono a pesanti compromessi con 400 ISO.

Basandomi sempre su dpreview, segnalo anche alcune ultime Panasonic sono state recensite molto bene, ma non le ho mai provate. Infine ho fatto solo qualche test occasionale (in negozio) con macchine Samsung, Kodak e simili, ma praticamente nessuna mi ha entusiasmato.


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