Il 2012 è stato l'anno del crollo: la Regione Piemonte ha deciso e messo in atto la chiusura di 11 linee ferroviarie, pari a un quarto della propria rete, ottenendo un risparmio al limite dell'irrisorio all'interno di un quadro economico regionale disastroso. In realtà due linee erano già state chiuse in sordina nel biennio precedente, la Mortara-Casale nel 2010 (dopo aver appena concluso il rifacimento dell'armamento) e la Chivasso-Asti nel 2011 (con la scusa di una galleria dichiarata pericolante). Ma è nel 2012 che si ufficializza l'abbandono del servizio ferroviario su queste due e su altre nove linee. Gli ultimi treni in servizio regolare viaggiano sabato 16 giugno, prima della abituale pausa estiva che ne scriverà la parola fine. Altre due linee, miracolosamente scampate, la Vercelli-Casale e la Novara-Varallo, sono state chiuse nel 2013-2014 (e la valdostana Aosta-Pre S.Didier nel 2015). Da allora solo la Savigliano-Saluzzo ha visto la ripresa del servizio, nel 2019, prima che la pandemia lo sopprimesse di nuovo. La Novara-Varallo, la Ceva-Ormea e la Asti-Alba sono state riaperte al solo servizio turistico con treni storici, grazie alla meritevole opera di Fondazione FS. Il servizio merci è continuato là dove era già presente, mentre il resto della rete soppressa giace ormai in totale abbandono, ad esempio sulla Santhià-Arona, Asti-Casale e Pinerolo-Torre Pellice. L'ultima riapertura ad opera di Fondazione FS, quella della Chivasso-Asti nel 2022, ha dato lo spunto per alcune riflessioni ed è stata poi oggetto di una spettacolare gita. Se questa è la cronistoria dei fatti, assai diversa è la mia storia personale: la Ceva-Ormea, quei 35 km che risalgono l'alta val Tanaro fin quasi alle Alpi liguri, è stata una parte importante della mia vita ferroviaria. L'ho percorsa per la prima volta nell'estate 1986; allora nemmeno ne sapevo il passato trifase, e mi avevano colpito quelle sequenze di pali ancora presenti a bordo linea. Ci sono tornato più volte negli anni '90, prima che, al pari di varie altre linee minori, si scegliesse la soluzione di comodo di chiuderle per tutta l'estate. In tempi più recenti, un paio di gite del 2009-2010 non erano state premiate dal meteo... e arriviamo così al principio del 2012. Con l'addensarsi di cupi presagi di chiusura, per tutta la prima metà del 2012 ho deciso di correre ai ripari, di documentare la linea, ma anche e più ancora, di viverne le sensazioni, l'atmosfera, l'Alpe, il viaggiare, la sera e l'alba a Ormea, la rampa in bici da Ceva a Nucetto, insomma tutto ciò che potesse confermare quanto "miei" fossero quei luoghi, e nel contempo ne scrivesse una nuova, emozionante pagina. Le foto che seguono sono il racconto di quei mesi, scandito dall'inverno alla primavera, e poi fino all'estate dell'ultimo giorno, dell'ultima sera. In appendice aggiungo uno sguardo assai più breve alle altre linee che, pur con meno assiduità di quanto avrebbero meritato, sono riuscito a visitare in quello stesso inizio di 2012. |
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