Capitolo 2
La trazione elettrica
Di tutti gli aspetti della ferrovia, ve ne è uno in particolare per cui le FS si sono distinte fin dal loro nascere: la trazione elettrica. Nella prima metà del ventesimo secolo non si contano i primati italiani in questo settore: la prima fabbrica al mondo destinata specificamente alla costruzione di locomotive elettriche (Westinghouse, Vado Ligure, 1908); le rivoluzionarie elettrificazioni trifasi dei valichi alpini e appenninici negli anni '10, che per prime dimostrarono l'assoluta superiorità della trazione elettrica sul vapore; il primato mondiale di costruzione in serie di locomotive elettriche (448 esemplari di E.626) e di estensione della rete elettrificata (4700 km) negli anni '30; la prima locomotiva al mondo in grado di raggiungere i 120 km/h a completa aderenza (E.636, 1940); i servizi rapidi degli elettrotreni - o, più propriamente, la stessa invenzione dell'Elettrotreno - con gli ETR 200 in esercizio sulla Milano-Napoli.
E, concluso quel periodo eroico, anche le realizzazioni più mature della tecnica tradizionale sono state significative, dalle oltre mille macchine con il "rodiggio italiano" a tre carrelli su due semicasse (B0'B0'B0'), per decenni colonna portante del parco di trazione, alla nuova generazione di elettrotreni di prestigio che ha accompagnato la rinascita del paese nel dopoguerra. Né è da dimenticare l'avventura dell'alta velocità, negli anni '60, con mezzi allora all'avanguardia in Europa, dalle ALe 601 alla Tartaruga, per finire con il Pendolino e l'invenzione dell'assetto variabile, che ha poi fatto scuola in mezza Europa.
Grazie alla vita utile estremamente lunga dei mezzi a trazione elettrica (un altro degli aspetti "ecologici" del treno, spesso sottovalutato) molte delle più gloriose locomotive elettriche ed elettromotrici delle FS sono state in servizio fino a pochi anni fa, o lo sono tuttora: nelle prossime pagine se ne vedranno alcuni esempi.