Copertina e frontespizio della prima edizione della Guida Rossa, acquistata usata ai soliti mercatini nel 2000. Sul frontespizio è anche firmata e datata dall'originale proprietario. |
Guida d'Italia del Touring Club Italiano I VOLUME Piemonte, Lombardia, Canton Ticino Milano 1915 Dalla prima edizione della Guida Rossa del Touring Club, riproduco tutta la descrizione dell'itinerario Cuneo-Ventimiglia attraverso il Colle di Tenda. La ferrovia era allora aperta solo parzialmente: c'era già il tunnel di valico (1900) e la tratta fino a Tenda (1913, mappa), mentre mancava tutto il tracciato intermedio Tenda-Airole (1928), ma la guida si sofferma ugualmente a descriverne la costruzione: "fervono grandiosi lavori ferroviari per Ventimiglia e Nizza". Per alleggerire la lettura ho esplicitato le numerosissime abbreviazioni del testo originale, lasciando invece i termini del tempo, come gli skiatori. Ho poi evidenziato in rosso le parti ferroviarie, ma il testo è interessante anche per tutti gli altri dettagli: vi ritrovo il paesaggio che ben conosco, descritto con gli occhi del visitatore di un secolo fa... che non sono così diversi dai nostri, quando nota le gole e gli ulivi, le vie del borgo di Tenda e il corso del fiume. Fa sorridere che, oltre all'alloggio e alle distanze stradali e ferroviarie, segnalino la disponibilità di cavalcature... conducente compreso! Allora noleggiamo una vettura a due cavalli da Tenda a Briga? Sono solo Lire 4!
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Cartolina di Vievola dei primi anni di esercizio, con il fabbricato viaggiatori (ancor oggi esistente) e la torre dell'acqua (demolita nei lavori di ricostruzione).
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La pagina con la carta all'1:250.000 del Colle di Tenda e della Val Roya, dalla Guida Rossa del 1915. La scansione mostra anche una curiosa singolarità: un autentico quadrifoglio che era contenuto tra le pagine della guida e che molto probabilmente ha anch'esso 100 anni o quasi! |
Guida d'Italia del Touring Club Italiano I VOLUME Piemonte, Lombardia, Canton Ticino Milano 1915
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Cartolina del viadotto di Scarassoui (1928), simbolo della linea, posto immediatamente a valle del percorso elicoidale di Bergue (in alto a sinistra, rispetto all'inquadratura). Siamo nel tratto tra San Dalmazzo e Fontan, che apparteneva alla Francia fin dall'origine. La mancanza dell'elettrificazione (1935) colloca la cartolina nei primissimi anni di esercizio.
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Vievola. E' stato il capolinea provvisorio dal 1900 al 1913, ed è probabilmente a tale periodo che risale la cartolina. Appare curiosa la presenza persino del ristorante: allora come oggi, a Vievola non esiste nemmeno un paese vero e proprio, ma solo alcune case sparse. |
Tenda. Una locomotiva a vapore del Gruppo 470 transita sul viadotto, fotografato da est, guardando verso il centro urbano. Le 470 erano locomotive a cinque assi accoppiati, a vapore saturo e doppia espansione (sistema Plancher), destinate a servizi impegnativi su linee di montagna. Sono state realizzate in 143 esemplari nel 1907-1911 e appartenevano ai 12 gruppi standard progettati a inizio secolo dalle Ferrovie dello Stato appena costituite (1905). Si distinguevano per la cabina chiusa e il tender-bagagliaio, ben visibile in foto; le scorte di carbone erano invece collocate sulla macchina. Dal 1918 vennero in larga parte trasformate a vapore surriscaldato (Gruppo 471), mantenendo la doppia espansione ma in molti casi ricevendo un tender e una cabina di tipo normale. |
Scarassoui. Ancora una 470 sul celebre viadotto, poco più a sud del confine di allora. Nel 1930, periodo a cui risale la cartolina, 15 esemplari di 470 erano assegnati al deposito di Cuneo. Oggi l'unica unità sopravvissuta, la 092, è conservata al Museo della Scienza di Milano. |
Fontan-Saorge. La stazione appena completata (1928) o forse in via di ultimazione. Si nota a valle tutto il terreno di risulta del recente sbancamento, oggi totalmente ricoperto dal bosco. La stazione esiste tuttora, mentre il magazzino merci è stato demolito. |
Fontan-Saorge. Un'immagine postbellica, con il magazzino merci parzialmente diroccato e l'elettrificazione trifase quasi intatta (si vedono i pali; altre immagini). La stazione ferve di animazione, in quanto è utilizzata dalle stesse ferrovie francesi come colonia estiva per bimbi. Sullo sfondo si nota il percorso a tornanti che saliva a Saorge (les lacets de Saorge), allora in alternativa al più recente tunnel a cui conduce la strada a sinistra della ferrovia. Oggi i tornanti sono ancora presenti e utilizzabili come sentiero pedonale (Editeur Photoguy à Nice n° C 929). |
Breil. La stazione nel primissimo periodo di esercizio (1928-35), prima dell'elettrificazione, con numerose carrozze passeggeri in sosta. Il fabbricato viaggiatori è quello in secondo piano: in primo piano appaiono le costruzioni del secondo marciapiede, le uniche oggi molto ridimensionate in altezza e lunghezza (Editeur Frédéric Laugier). |
Breil. La stazione nel pieno del suo sviluppo, a elettrificazione completata (1935), con il fabbricato viaggiatori, l'ampio fascio merci popolato di carri e le rimesse in calcestruzzo con volta ad arco. Quelle sullo sfondo sono ancora esistenti ma utilizzate per scopi non ferroviari. In quella lato nord, seminascosta dalle chiome dell'albero in primo piano, ha oggi sede l'Ecomusée di Breil. |
Breil. Dopo la guerra, la linea per Nizza è stata riaperta nel 1947, ma la stazione, ridotta al semplice capolinea di una tratta secondaria, è stata fortemente semplificata, rimuovendo quasi tutti i binari di scalo (di cui si intuiscono ancora i lunghi tracciati rettilinei) e tagliando obliquamente il piazzale con un binario di raccordo alle rimesse lato nord e alla piattaforma girevole. Sullo sfondo la linea verso Fontan presenta ancora i pali dell'elettrificazione (rimossi dal resto della stazione) ma naturalmente è in abbandono e vi rimarrà fino alla ricostruzione degli anni '70. Oggi è stato ripristinato il binario 2, allora rimosso, sono state ridimensionate le costruzioni sul secondo marciapiede ed è stato eliminato il terzo marciapiede. La piattaforma girevole, ancora esistente, fa parte dell'Ecomusée (Editeur Lapie à Saint-Maur, 1955). |
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