Squadra Rialzo. Nel capannone della Squadra Rialzo si effettuava la manutenzione delle carrozze (in ciascuno dei suoi 12 binari potevano esserne ospitate tre). Nonostante fosse già in disuso da alcuni anni, prima di passare alla Fondazione dei treni storici, appare spontaneo cominciare il nostro racconto proprio con tre carrozze in sosta sotto la grande iscrizione: una Tipo X degli anni '60 e due Centoporte degli anni '30, tutte colorate nel tradizionale grigio ardesia. |
E.646. La scena dei due giorni di festa è dominata dalle E.646, le locomotive che hanno caratterizzato le FS degli anni '60, di cui sono esposti ben quattro esemplari. Alla E.646.028 (Breda, 1962) sono state ricostruite le tradizionali modanature in rilievo, che la riportano allo stato d'origine. La E.646.196 (Aerfer-Ocren, 1966) si mostra invece nell'aspetto degli anni '80. La E.636.164, pur di poco più anziana (Off. Savigliano, 1956), appartiene a una generazione tecnicamente precedente. |
ALe 840 ed ETR.401. L'ETR.401 è un altro protagonista della manifestazione. Si tratta del primo prototipo di Pendolino ad assetto variabile (Fiat, 1976), di cui sono stati restaurati 2 elementi su 4. A sorpresa per l'occasione, i visitatori possono provare il pendolamento, cioè la rotazione della cassa, che caratterizza questi treni e che risulta ancora efficiente, ovviamente nella funzione di test a rotabile fermo. Nell'immagine, il sensazionale profilo aerodinamico dell'ETR.401, ispirato dai treni ad alta velocità giapponesi degli anni '60, è confrontato con le linee tondeggianti dell'ALe 840.012 (Pozzuoli-Ocren, 1951). |
ALe 840 ed ETR.401. Sguardo frontale per gli stessi rotabili: le forme morbide dell'ALe 840 e quelle slanciate dell'elettrotreno. |
E.656 e TEE. Un'accoppiata che ci riporta agli anni '70: l'esemplare 001 delle E.656 (Sofer-Italtrafo, 1976) in testa alla carrozza ristorante Trans Europ Express, ad oggi l'unico rotabile ripristinato nella celebre e splendida colorazione con cui effettuava i servizi rapidi Ligure (Milano-Avignon) e Mediolanum (Milano-München). |
E.646. Vista d'effetto per tre E.646. In primo piano l'unità 158 (Breda, 1964) è stata restaurata nella versione con le "ali" verdi intorno al fregio FS: si tratta di una variante che questa unità ebbe insieme ad alcune altre, sul finire degli anni '70, quando venne adibita al traino dei treni navetta per il traffico pendolare. |
E.646, E.626, E.645. La quarta E.646 è cronologicamente la prima (TIBB, 1959) e appartiene ai cinque prototipi con cui, alla fine degli anni '50, si studiò una versione più moderna e potente delle precedenti E.636. La colorazione verde e grigia venne scelta allora proprio per enfatizzare le differenze rispetto a queste ultime, colorate nel consueto castano e Isabella, come l'unità 164 sulla sinistra. Per quest'occasione la E.645.104 ha ripreso simbolicamente anche la numerazione d'origine E.646.004. Completano il gruppo la E.626.443 prebellica (OM-CGE, 1939) e la E.645.023 (OM-Marelli, 1959). |
E.656, E.646. Anni '60 e '70 fianco a fianco: la E.646.028 in verde magnolia e la E.656.001 in blu orientale. |
ETR.401. Il muso dell'Elettrotreno fa capolino dal secondo binario della Squadra Rialzo. |
ETR.401. Gioco di ombre, luci e geometrie per il Pendolino, l'ALe 840 e il carro di servizio Vre. |
D.343, E.626, ALe 883. Pezzi di storia ferroviaria accomunati dall'affacciarsi dal capannone del Rialzo: la locomotiva diesel D.343.1030 (Omeca, 1969), la veterana elettrica E.626.294 (OM-CGE, 1937) e l'elettromotrice aerodinamica ALe 883.007 (1942). |
Squadra Rialzo. Antologia dei cartelli tecnici e antinfortunistici all'interno del capannone. |
ETR.401. Viaggiatori al cospetto dell'ospite d'onore, in coda, con ombrelli e... con bimbo! |
Squadra Rialzo. L'attrezzatura del capannone prevedeva la possibilità di alimentare le carrozze alle quattro tensioni classiche in uso in Europa. Quelle in corrente continua, come i 3000 V delle FS, corrispondono alla tensione di linea, mentre quelle in corrente alternata sono fortemente ridotte rispetto alla tensione di linea (che è rispettivamente di 15.000 V nei paesi di area tedesca a 16 2/3 Hz e di 25.000 V nel caso della frequenza industriale). Naturalmente la possibilità di utilizzare un trasformatore permetteva anche in epoca pre-elettronica di gestire l'abbassamento di tensione in corrente alternata. |
Targhe e costruttori. Tre dei nomi più classici della trazione elettrica italiana: la Ansaldo di Genova (oggi scomparsa dal panorama ferroviario), la Breda di Milano (oggi sotto il controllo pubblico come AnsaldoBreda, dalle capacità tecniche ahimé alquanto più modeste) e il Tecnomasio di Milano, con officina a Vado Ligure (attuale stabilimento Bombardier a controllo canadese). |
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