ALn 556. La prima generazione "matura" di Littorine è rappresentata dalle ALn 556 (il raddoppio del "5" iniziale precisa che queste macchine introducevano anche il comando multiplo, cioè la possibilità di pilotare due unità da un'unica cabina). Lo stesso gruppo presentava due linee stilistiche completamente diverse, ed entrambe fortemente caratterizzanti: a destra la versione Breda (1939), a sinistra quella Fiat (1937). Le une e le altre hanno fatto servizio pressoché in tutta Italia fino ai primissimi anni Settanta. |
ALn 772.3375 (OM, 1956): rappresentano uno dei più celebri Gruppi di automotrici, onnipresenti in tutta Italia dagli anni Quaranta al 1986. In primo piano invece il carrello motore di un'ALn 556.1900, comprendente l'intero blocco motore e la relativa trasmissione; queste automotrici erano adatte al servizio sulle linee a dentiera come la Paola-Cosenza: si riconosce la ruota dentata, calettata sull'asse più vicino al fotografo. Infine in primissimo piano il muso della Ln 55.104. |
Tempio votivo. Una delle singolarità più curiose di Pietrarsa sono i due altari votivi, questo nel capannone Caldareria e un altro nel Montaggio, che permettono un insolito accostamento con i rotabili esposti. |
Locomotive diesel. Singolare esposizione con i binari posati ad angolo retto per il piccolo mezzo da manovra 215.006 (Badoni, 1855) e la classica locomotiva diesel elettrica D.341.1016 (Stab. Meccanico di Pozzuoli, 1958). |
Capannone Tubi Bollitori. Una piccola scolaresca (francese) ha rappresentato pressoché l'unico altro gruppo di visitatori della mattinata, oltre a chi scrive. |
235.3005 (OM, 1961): un gioco di luce e di penombre caratterizza il capannone Tubi Bollitori che ospita le locomotive diesel. |
Locomotive diesel. Ancora un gioco di luce fra la D.342 e la 235 da manovra. |
D.342.4011 (Ansaldo, 1961): il grosso e caratteristico fregio del costruttore è stato senz'altro il più appariscente utilizzato su una locomotiva italiana. Queste macchine, uniche diesel da treno a trasmissione idraulica delle FS, sono rimaste in servizio fino alla metà degli anni Ottanta, soprattutto nell'area di Siena. |
D.342.4011 (Ansaldo, 1961): il profilo della locomotiva si staglia contro il fascio di luce proveniente dall'esterno del capannone. |
E.626.005 (TIBB, 1928): appartiene al primo gruppo di locomotive a corrente continua delle FS, grazie al quale questo sistema di trazione si impose sulla rete italiana. In particolare, la 005 (ex E.625.005) faceva parte delle quattro unità sperimentali fornite dal TIBB (004-007). Infatti le prime 14 E.625/626 erano state suddivise in piccole sottoserie, realizzate a cura di vari costruttori o delle stesse FS, allo scopo di testare le soluzioni migliori, in vista della successiva produzione di serie che, entro il 1939, avrebbe raggiunto il primato di 448 esemplari. |
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