Ancora una volta, per racchiudere l'intero complesso di svincoli tra la Pedemontana, la Tangenziale Est e la viabilità locale, sono necessari ben quattro quadrati base, mentre ad esempio l'esistente quadrifoglio tra la stessa Tangenziale Est e la provinciale Arcore-Bernareggio è realizzato in una forma decisamente più compatta, che rientra nel rettangolo "metà area". Il tracciato azzurro è invece relativo alla nuova ferrovia Gronda Nord/Est da Seregno verso Treviglio, destinata al trasporto merci (posto che esista ancora un trasporto merci per ferrovia nel momento in cui entrerà in funzione...). Nell'introduzione si diceva che la Pedemontana sarà lunga 87 km ma comporterà anche 70 km di nuova viabilità locale: questo è un altro aspetto di rilievo. Da un lato, la viabilità locale viene aggiunta come evidente strumento di creazione del consenso verso l'opera principale; dall'altro, essa amplifica significativamente il consumo di territorio. Un'interessante "misura" di questo consumo è data dal conteggio delle rotatorie che vi si accompagnano. Le abbiamo identificate con una stelletta e in questo caso sono addirittura 10. Poi è evidente che sono gli stessi Comuni a chiedere questa viabilità aggiuntiva, ma il dubbio che tutto questo aggiunga semplicemente consumo su consumo ci pare tutt'altro che infondato. |
Abbandoniamo i progetti e guardiamo a quello che, purtroppo, è già realtà, lungo la A4. Nel caso di Novara, lavori iniziati già negli anni '90 hanno sostituito il precedente casello in posizione centrale (sulla SS 32 per Arona, ad appena 3 km dal centro) con il nuovo svincolo di Novara Est. Nel rilievo del 1994, per comodità riprodotto in una scala minore, si vede lo svincolo in costruzione (in alto a destra) che confluisce in una rotatoria/cavalcavia della tangenziale cittadina (a sinistra): rotatoria peraltro incompleta, dato che il suo braccio più a ovest terminava allora nel nulla. Per allacciare la modesta tangenziale di Galliate si è scelto di realizzare addirittura un altro svincolo di tipo autostradale (al centro). Ma la vera sorpresa viene confrontando l'immagine del 2000: la rotatoria/cavalcavia di sinistra è stata completamente demolita per essere ricostruita daccapo, prima ancora che venisse finita la versione precedente. Anche le rampe dello svincolo sulla A4 sono in corso di completa ricostruzione, per fare spazio ai binari dell'Alta Velocità (si riconosce, orizzontale, lo "scatolato" del tunnel artificiale della ferrovia). Fare e disfare... |
Ecco il risultato finale, che ahimé sembra persino riduttivo definire faraonico. Per racchiudere lo svincolo di Novara Est - un semplice casello autostradale, sia pure di un capoluogo di provincia - sono stati necessari quattro quadrati, per un'estesa di oltre un km e mezzo, senza contare la rotatoria sulla tangenziale (a sinistra), finalmente completa. Guardiamo ora le rotatorie "gemmate" dall'intervento: se ne contano ben undici, più altre che proseguono sulla tangenziale di Galliate oltre il limite destro dell'immagine. Almeno quattro di queste rotatorie hanno una grandezza spropositata, in senso assoluto e rispetto alle strade che connettono. L'ovale rosso mostra come ciascuna di queste rotatorie sarebbe sufficiente a contenere l'intero Duomo di Milano; o, se preferite rimanere in zona, tutto il Castello di Novara, incluso un pezzo del suo parco. Un'ultima osservazione: il nuovo casello di Novara Est sostituisce anche quello di Galliate, che si trovava tra le due "stelle" più piccole a destra. Provate a guardare la strada che doveva percorrere un automobilista proveniente da Milano (cioè da est) e diretto in centro a Galliate, e quella che deve percorrere oggi. |
L'altro casello di Novara era quello di Agognate, lungo la SS 299 per la Valsesia. Era realizzato nella versione con barriere distinte per senso di marcia: una soluzione economica che permetteva di risparmiare un cavalcavia aggiuntivo, nei casi come questo, in cui fosse allacciato a una strada che già scavalcava l'autostrada. Un rettangolo arancio (metà della nostra unità base) era sufficiente per contenerlo tutto. Si vede anche il tracciato della ferrovia Biella-Novara, con la minuscola fermata di Nibbia in alto a sinistra. L'altra "via" che si nota è il celebre Canale Cavour per l'irrigazione di tutta l'alta pianura piemontese. |
La A4 Torino-Milano, realizzata a semplice carreggiata come tutte le autostrade prebelliche, venne raddoppiata nell'aprile 1962. Nel settembre successivo, tuttavia, si scelse di sacrificare la corsia di emergenza per ottenere tre corsie per senso di marcia, peraltro più strette della norma. In questa versione, particolarmente critica per la sicurezza, l'autostrada è giunta fin verso il 2000. La A4 è stata poi integralmente ricostruita in concomitanza con i lavori per la nuova ferrovia ad alta velocità (ultimata tra il 2006 e il 2009) che oggi vi corre quasi interamente parallela. Ancora una volta l'intervento recente ha fatto letteralmente "esplodere le dimensioni" rispetto alla versione d'origine. In particolare il casello di Agognate è stato sostituito da Novara Ovest. Ben tre quadrati sono necessari per racchiuderlo: sei volte la superficie del casello precedente. Ma una cosa ancora più raccapricciante è l'analisi del percorso di accesso all'autostrada, reso evidente dalle frecce rosse, tracciate nella direzione da Novara città verso Milano. In particolare si nota il giro "elicoidale" prima della barriera (quarta e quinta freccia). La ragione di questo giro è legata alla necessità di connettere anche la strada che prosegue verso sinistra, allacciandosi (con rotatoria) alla strada proveniente da Nibbia. Ma che strada è questa? Ne parliamo nell'immagine seguente. |
Nibbia è una minuscola frazione di S.Pietro Mosezzo, che conta meno di 500 abitanti e si trova appena oltre il bordo superiore delle mappe precedenti. Una strada di campagna la congiungeva con S.Pietro, attraverso il ponte originale della foto in alto. Tra la "viabilità locale" che il rifacimento dell'autostrada si è portato dietro, c'è stato anche il nuovo collegamento Nibbia-S.Pietro, la strada con andamento nord-sud della mappa precedente, comprendente la tangenziale(!) di Nibbia e un nuovo ponte sulla ferrovia per Biella, costruito accanto al precedente (rimasto comunque in esercizio). A che cosa serve tutta questa strada? Verosimilmente a nulla, in quanto Nibbia era già molto più comodamente connessa alla viabilità principale (SS 299) dal lato nord. Questo ci preme sottolinearlo: non abbiamo solo un nuovo ponte, enormemente più lungo, pesante e costoso del precedente, ma, costruendo una strada inutile, abbiamo creato le condizioni per rendere necessarie altre due rotatorie e uno svincolo di Novara Ovest ancora più grosso e complesso. Il cemento crea cemento, il consumo di territorio "alimenta se stesso", in un circolo vizioso di auto-giustificazione, in cui sono ormai perse per strada non solo l'eleganza e la sobrietà ma anche ogni efficienza e razionalità nell'uso delle risorse. |
Dopo aver visto i suoi due caselli autostradali, diamo un'occhiata alla città di Novara. Per ricoprire il suo centro storico, all'interno del perimetro dei "baluardi", sono occorsi sette quadrati, esattamente quanti ne abbiamo usati per la somma dei due caselli. L'accesso autostradale a un medio capoluogo di provincia consuma tanto territorio quanto l'intero centro storico del capoluogo stesso. Due rettangoli arancioni, ovvero un quadrato base, bastano invece a racchiudere la stazione ferroviaria, incluso il suo deposito locomotive (sulla destra): un settimo della superficie degli svincoli autostradali. A onor del vero, Novara conta un'altra ampia area ferroviaria merci, il Boschetto, ma si tratta di un impianto sovracittadino, a scala regionale, non solo urbana (peraltro, a voler includere tutti gli svincoli, mancherebbero i cinque o sei della tangenziale...). |
In realtà il consumo del territorio, e anche quello delle risorse economiche, non vale solo per le infrastrutture stradali. Il giudizio complessivo sugli interventi tra Torino e Milano rimane molto critico anche estendendo il discorso alla corrispondente linea ferroviaria ad Alta Velocità. Per la ferrovia, proviamo a fare un discorso lievemente diverso, guardando i treni che la percorrono. L'orario grafico in alto mostra il servizio sulla linea AV, quello in basso riguarda invece la linea tradizionale. Lasciando per ora da parte l'impatto sul territorio della linea AV, appare comunque evidente la disproporzione tra le due linee: si sono costruiti due binari nuovi, nettamente più costosi dei precedenti, ma solo una quota minima di traffico li sta utilizzando (quota che peraltro è già stata artificiosamente aumentata troncando a Genova i tradizionali servizi Roma-Torino via Tirrenica, di modo da "forzare" il viaggiatore a usare il nuovo itinerario AV via Milano). In qualsiasi discorso ambientale, la ferrovia parte avvantaggiata, ma qualche volta sembra che ce la si metta tutta per trasformarla comunque in un impatto, anziché un alleato per l'ambiente. Mah. |
Per confronto, mostriamo gli identici grafici per l'altra linea AV, la Milano-Bologna, attivata a fine 2008. In questo caso, pur continuando a notare un significativo divario tra la linea AV e quella tradizionale, riconosciamo senza problemi che anche la linea AV mostra un tasso di sfruttamento significativo e coerente. |
La A6 Torino-Savona è stata l'ultima autostrada italiana a carreggiata unica. I lavori di raddoppio si sono infatti conclusi solo intorno al 2000. Inutile dire che anche in questo caso il raddoppio, pur utile e doveroso, è stata l'occasione per una amplificazione del consumo di territorio. Si consideri il piccolo comune di Altare, appena al di là dello spartiacque (il breve tunnel di valico lungo la SS 29 originale si riconosce appena a destra del rettangolo verde, sovrastato dai forti ottocenteschi). Per racchiudere il casello originale della A6 (1960) persino la nostra unità più piccola, il rettangolo verde, è sovrabbondante. Oggi il complesso del casello A6 e delle rotatorie connesse occupa due rettangoli arancio, cioè la nostra unità base, esattamente quanto l'intero centro abitato di Altare, e oltre quattro volte il casello originale. A titolo di curiosità, nell'ovale rosa abbiamo evidenziato la minuscola stazione di Altare. Ma da molti anni, ormai, vi fermano solo due treni al giorno: qualunque opportunità di servizio è sicuramente persa. |
Foto 11-20/20 << Pag. precedente ^ Indice ^