Santuario di Re. Nonostante l'apparente contraddizione, i due volti del santuario sono amalgamati in sorprendente dualismo: la grande e luminosa struttura novecentesca si apre sul fianco destro dell'oratorio originale, quasi a costituirne la prosecuzione del transetto, accanto all'altare barocco e separato da un'alta vetrata. Nell'immagine di destra si vede la navata moderna, ortogonale a quella antica. |
Crevoladossola. Anche la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, come S.Gaudenzio a Baceno, è costruita al vertice di una rupe, nella solitaria zona antica di Crevoladossola (che oggi si sviluppa in maggioranza in piano, in continuità con Domodossola). |
Villaggio SISMA. Sulla strada del ritorno, non posso fare a meno di fermarmi a dare un'occhiata al villaggio operaio legato alla SISMA, che già avevo notato molti anni fa, percorrendo in treno la linea per Novara. La SISMA (Società Industrie Siderurgiche Meccaniche e Affini) era stata fondata a Villadossola nel 1892, assumendo negli anni '20 un ruolo di spicco a livello nazionale. |
Villadossola. L'ultima tappa è per la chiesa romanica di San Bartolomeo, di cui mi attira il classico campanile, per cui è possibile un'insolita inquadratura in filigrana tra gli abeti. |
Centrale di Valdo. Un capitolo specifico della vacanza è rappresentato dalle centrali idroelettriche della valle, realizzate negli anni '10-20 con cura architettonica e unità stilistica, grazie al talento del celebre architetto milanese Piero Portaluppi (1888-1967), qui alle sue prime esperienze. La centrale di Valdo (1922), nell'omonima frazione del Comune di Formazza, anche se inattiva da tempo, si è perfettamente conservata fino a oggi. |
Centrali idroelettriche. Un pannello esplicativo a Valdo. |
Cascate del Toce. Le cascate sono il più celebre spettacolo naturale della valle e si possono ammirare a varie distanze, grazie a un comodo sentiero. Qui scelgo la vista più da lontano, con il Toce in primo piano e l'albergo delle cascate visibile in cima, con la sua caratteristica tinta gialla. In realtà la larga parte della portata idraulica viene di norma sfruttata da tutta la catena di centrali idroelettriche della valle, che intercettano il flusso sin dalla diga di Morasco: salvo che negli specifici orari di apertura, le cascate si riducono a una caduta d'acqua ben più modesta e... silenziosa (il fragore è infatti un elemento distintivo della cascata a portata piena!). |
Lago Morasco. Il bacino artificiale è chiuso da una diga, la cui sommità fa parte del percorso escursionistico intorno al lago. Sulla sponda opposta si vede la Centrale Piero Ferrerio. |
Centrale di Cadarese. Si trova nella media valle, tra Premia e Formazza, lungo la statale, ed è anch'essa opera di Portaluppi (1929). |
Centrale di Verampio. La centrale idroelettrica "Ettore Conti" fu aperta nel 1914 ed è tra le più antiche in Italia. L'aspetto architettonico fu disegnato da Piero Portaluppi e si caratterizza per l'uso del bugnato in pietra locale e per l'apparato decorativo in stile art deco. La progettazione delle cinque centrali in Val d'Ossola fu uno dei primissimi lavori del giovane architetto, all'epoca appena laureato. |
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