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L'EUROPA IN RIVIERA

Sulla Riviera di Levante i treni dal Nord Europa hanno circolato con molta minore frequenza. Una nota internazionale era tuttavia data dai collegamenti fra Roma e i confini spagnoli, svolti con carrozze Tipo Y francesi. Il primo agosto 1993, l'Espresso 1146 Roma Termini - Irun transita a Manarola, la seconda delle Cinque Terre. La stazione è stata ottenuta con un lavoro di vera e propria rimodellazione della costa, compiuto in varie fasi tra il 1874 e il 1920. Un così profondo intervento si rivela sorprendentemente ben inserito nella forma naturale, ed in ciò gioca di certo un ruolo fondamentale la realizzazione integralmente in pietra.
L'EUROPA IN RIVIERA - Manarola

 

L'ultimo arrivato tra i treni internazionali sulla Riviera di Ponente è stato anche l'ultimo a scomparire. L'Intercity 343 Riviera dei Fiori Nizza - Basilea è stato introdotto nel 1995 al posto di precedenti servizi diretti agganciati ad altri treni. Il 23 febbraio 2000 è fotografato lungo l'ansa degli Aregai di Cipressa, composto dalle più moderne carrozze svizzere, compresa la vettura panoramica di prima classe, e trainato dalla E.444R.049 (Off. Savigliano, 1970). Nonostante un utilizzo che è sempre apparso ottimo in ogni stagione, a fine 2005 questo treno è stato sostituito da un nuovo Eurocity Milano - Nizza svolto con materiale FS.
L'EUROPA IN RIVIERA - Aregai

 

Dall'estate 2005, il tradizionale espresso 368 Roma - Nizza è stato trasformato in Euronight e ha origine da Napoli. La composizione non è tuttavia cambiata: la lunga successione di carrozze letti e cuccette FS si staglia nel rettifilo costiero tra Ceriale e Albenga, sullo sfondo del monte Acuto, in un'alba eccezionalmente limpida, il 9 agosto 2005. In coda si trovano anche le carrozze Venezia - Nizza, che fino all'anno prima viaggiavano a parte, come Espresso 360, e che ora vengono agganciate all'Euronight a Genova Piazza Principe. Dal giugno 2008 l'intero treno da Napoli e Venezia è stato soppresso.
L'EUROPA IN RIVIERA - Albenga

 

ORIZZONTE DI PIANURA

Capitolo 3
Orizzonte di pianura

Le prime automotrici ALn 668 sono entrate in servizio nel 1956/57. Le loro ultime discendenti - le ALn 663 - esattamente trent'anni dopo. Per un buon quarto della rete ferroviaria italiana, le ALn 668 hanno rappresentato tutto: l'unico modo di viaggiare per quelle linee, l'unico modo di fotografarle. Molte sono senz'altro linee appenniniche, persino alpine; ma anche tanta è pianura. L'orizzonte di pianura è punteggiato di automotrici; convogli di due o tre elementi, ma anche molte automotrici isolate continuano a correre per gli ampi spazi della pianura padana, tranquille e minuscole, tanto che ai viaggiatori pendolari abituati ai treni suburbani sembrano spesso una ferrovia preistorica.

I nuovi treni che stanno sostituendo queste automotrici hanno l'aria condizionata, e dunque i finestrini sigillati. Provate a chiedere ai viaggiatori se vogliono i finestrini sigillati. Nessuno vi risponderà che li vuole, eppure il futuro ci riserva solo treni sigillati, come fosse una cosa scritta nel destino. Percorrere le risaie senza potersi affacciare al finestrino sarà un nonsenso: il vento caldo, l'odore umido del terreno, il gracidare delle rane sono la risaia.

Già, la risaia. Chi come me vive a Milano, o comunque in un contesto fortemente urbanizzato, di solito intende l'escursione fuori porta come una gita in montagna, al lago. La ferrovia di pianura, la Lomellina a pochi passi, mi hanno invece portato ad esplorare luoghi che difficilmente si direbbero turistici, e tuttavia capaci di insegnare a leggere l'alternanza delle stagioni, la successione dei nuclei urbani, gli scenari di una geografia libera ed aperta, che nelle giornate più limpide si estende fino all'orizzonte delle Alpi, lontane e vicine.

Poi ci sono le stazioni; la gestione moderna della ferrovia tende a separare i servizi dalle infrastrutture, mettendoli in conto a due società distinte, ma chi esplora e fotografa la ferrovia, rimane affascinato nel ritrovare una compattezza stilistica tra il treno e la sua stazione. E' qualcosa che oggi si legge sempre più con difficoltà, moltissime stazioni sono diventate come un guscio vuoto, spesso ricoperto di scarabocchi, con gli stessi binari ridotti al minimo. Naturalmente queste economie hanno permesso di mantenere in vita la ferrovia: ad esempio nell'inverno 1991/92 la maggior parte delle linee secondarie piemontesi rimase chiusa vari mesi per essere ammodernata e automatizzata, e grazie a questo intervento i treni vi corrono ancora oggi. Tuttavia, alcune delle immagini che seguono documentano proprio quella singolare, forse arcaica atmosfera di stazione, là dove si è conservata più a lungo.

Infine le linee principali: ci sono certamente anche loro, per la pianura, ed è su di esse che la varietà del materiale rotabile è maggiore. E anche su queste linee la risaia dà un valore aggiunto, con la tipica pulizia dei suoi argini, così importante per il fotografo, a confronto con la selva ininterrotta di alberi e arbusti che troppo spesso costeggia le altre linee ferroviarie.

Forse sulle linee di pianura c'è meno da raccontare, da discutere: negli spazi abbondanti della campagna non c'è quel contrasto aspro tra la velocità e la morfologia naturale, che rende così dibattute le ferrovie costiere (anche se persino in pianura si parla sempre più insistentemente di interramenti e altri strani sistemi per occultare i binari). Nondimeno, la grande pianura rimane un soggetto di primo piano nell'orizzonte della ferrovia, nei suoi modi di leggerla e fotografarla.


 

Nel cuore della Lomellina la trazione a vapore è stata una presenza costante fino alla metà degli anni Settanta. Una locomotiva a vapore Gruppo 640, tipica delle ferrovie facenti capo ad Alessandria, è in testa a questo treno per Mortara, nella stazione di Sartirana, prima dell'elettrificazione della linea Alessandria - Novara, attivata nel 1960.
Ed. Cartoleria Sesia.
ORIZZONTE DI PIANURA - Sartirana

 

La copiosa nevicata di fine gennaio 2006 ha imbiancato tutta la Lomellina. Il primo febbraio, le due automotrici ALn 668 del Regionale 4662 da Pavia per Mortara viaggiano tranquille nel lungo rettifilo tra Tromello e Gambolò, mentre la neve ne attutisce il rumore.
ORIZZONTE DI PIANURA - Gambolò

 

Una automotrice ALn 663 isolata (Fiat Savigliano, 1983) svolge il servizio locale da Biella per Novara, fotografata dall'alto del cavalcavia della stazione di Nibbia, il 13 dicembre 1990 (foto G. Demuru).
ORIZZONTE DI PIANURA - Nibbia

 

Il terreno completamente ghiacciato e gli alberi velati di galaverna trasmettono una sensazione di freddo, profondamente invernale, mentre transita il treno regionale 4659 Vercelli - Pavia, all'alba del 14 gennaio 2006.
ORIZZONTE DI PIANURA - Tromello

 

Ad aprile le risaie vengono allagate e i loro specchi d'acqua disegnano un'infinita scacchiera geometrica per la pianura. Il 25 aprile 1999, due automotrici ALn 668.1500 transitano davanti al solitario fabbricato viaggiatori della stazione di Vinzaglio-Torrione, abbandonato da tempo, mentre effettuano il treno regionale 4663 Vercelli - Pavia. Negli ultimissimi anni, un nuovo modo di coltivare il riso su terreno soltanto umido, anziché in acqua, sta progressivamente riducendo il periodo di allagamento e le superfici interessate.
ORIZZONTE DI PIANURA - Vinzaglio

 

A Vignale, piccola stazione poco a nord di Novara, si diramano le linee per Varallo, Domodossola e Arona. Un'automotrice isolata da Varallo, ancora dotata della marcatura frontale nei caratteri tipografici d'origine, transita sugli scambi, sotto una linea aerea anch'essa d'epoca, risalente all'elettrificazione del 1960 (Regionale 4843, 5 gennaio 2000).
ORIZZONTE DI PIANURA - Vignale

 

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