N. 4 "Busseto". Non sono molte le locomotive tranviarie ancora esistenti: oltre alla "Trezzo" vista sopra, ricordiamo la MMC 111 ora a Settimo (articolo completo). La "Busseto" n. 4 è una costruzione Breda del 1892 che faceva parte della dotazione "tranviaria" della SNFT, società assai più nota come esercente della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, e che tuttavia in origine si era occupata delle tranvie a vapore della provincia di Parma. Particolarità della Busseto è la presenza aggiuntiva dei respingenti ferroviari, utilizzati per le manovre nei raccordi di Parma e Montecchio Emilia. Sullo sfondo, la 835.222 (OM, 1911). I mezzi più prettamente ferroviari, compresa per fortuna la stessa Busseto, si trovano in condizioni mediamente migliori dei mezzi tranviari, intrinsecamente molto più delicati a causa della tecnologia costruttiva più leggera, spesso in legno ricoperto di sottile lamierino. |
Draisine. Si tratta di tipici mezzi di servizio, sia pure in colorazioni di fantasia (un aspetto ricorrente e spesso criticato del Museo di Ranco). |
Degrado. Gli interni della vettura ATM 4041 sono forse ancora recuperabili, grazie alla robustezza del legno massiccio. Ben più gravi appaiono le condizioni della sottile tela di rivestimento della Guidovia della Madonna della Guardia e l'ossatura in legno, ricoperta di lamierino dell'elettromotrice 54 "Abbiategrasso". Anche l'Emmina delle FCL mostra il preoccupante avanzare della ruggine. Nel 2017 la vettura della Guidovia verrà poi restaurata dalla società Autoguidovie, erede dell'esercente storico, e collocata presso la sua sede di Milano. |
"Emmina" FCL M1c 88R Era un'automotrice molto leggera, tipica della rete delle Ferrovie Calabro-Lucane, a due assi e monodirezionale (a fine corsa andava girata su una piattaforma, come una locomotiva a vapore). La 88 appartiene alla serie 81-90 "INOX" ordinata alla Piaggio nel 1937 e caratterizzata dalla carrozzeria autoportante in acciaio inossidabile (Wikipedia). Si noti che al principio degli anni '90 tutti questi mezzi erano in ottime condizioni, come provano le immagini di Franco Castiglioni a corredo dell'articolo su iTreni n. 127 del 1992 (vedi la stessa Emmina). Ma la conservazione all'aperto è inevitabilmente del tutto sconsigliabile... |
Tram. Collezione di pezzi unici, tutti molto deteriorati. Il tram a cavalli della breve linea della Certosa di Pavia, proveniente a sua volta dalla rete di Genova, era stato dotato di un secondo piano, come scelta fantasiosa e discutibile per simulare un ipotetico tram della Milano-Monza (anche l'altro dei due tram della Certosa, come abbiamo visto, è ancora esistente, presso la Certosa stessa, ma in condizioni similmente precarie). La vettura Edison è l'unica sopravvissuta della flotta che aveva caratterizzato la rete milanese per i primi due decenni del XX secolo (rimane anche un truck di Edison nelle officine ATM e un solo frontale al Museo della Scienza, per lungo tempo esposto nel padiglione Trasporti Terrestri e ora ricollocato nel padiglione ferroviario). Infine la motrice 54 (Carminati & Toselli, 1914) è l'unica esistente del tipo Abbiategrasso, ma la cassa con ossatura in legno, ricoperta di sottile lamierino, sarebbe praticamente da ricostruire ex novo. |
Tram Edison. Dietro la Edison, si scorge la vettura 4041 (è conservata la sola unità di testa del complesso Due camere con cucina serie 4000). |
"Emmina" FCL M1c 88R Sullo sfondo la Abbiategrasso; in primo piano una locomotiva a vapore di tipo Decauville che nasconde quasi del tutto la motrice della Guidovia. |
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Il viaggio prosegue con altre locomotive monumento.