552.036, S685.600. Una delle inquadrature più celebri del padiglione ferroviario, con la 552 della Rete Adriatica (Breda, 1900), tra le ultime eredi della tradizione ottocentesca, e la S.685, "millesima locomotiva" costruita dalla Breda (1908). |
S.685.600. Sguardo misto di cabina e caldaia (su questa locomotiva si può salire grazie a un apposito terrazzino). |
746.031. Proprio qui davanti, era stato collocato per lungo tempo un aereo(!), che rendeva infotografabile la locomotiva. Finalmente sparito l'aereo, la 746 si può ammirare come uno dei mezzi più grandi e importanti della raccolta. |
691.022. Primo piano per l'imponenza delle ruote motrici della 691, la celebre Pacific italiana, costruita da Breda nel 1914 come 690 e trasformata in 691 nel 1933. |
746.031. Particolare della distribuzione. |
746.031. Il museo non è certo affollato come i gemelli stranieri (...) ma almeno ogni tanto transita allegra una scolaresca di liceali! Ai piedi di un segnale ad ala di tipo molto antiquato, si trova la 250-05 (Costruzioni Meccaniche di Saronno, 1915), una delle cinque locomotive superstiti delle Ferrovie Nord Milano. |
FNM 250-05. Giocando con i dettagli... |
R.301.002 Particolare del duomo di questa piccola locomotiva, progettata per la rete a scartamento ridotto della Sicilia. |
Segnali. Selva di storicissimi segnali ferroviari. E'una delle collezioni più "inosservate" del padiglione, per il fatto che ... bisogna guardare in su (e anche che non sembra esserci alcuna didascalia). Nella foto ho cercato di unire i pezzi più interessanti. Da sinistra, un avviso ad ala di tipo classico, un segnale di protezione luminoso a due vele, un segnale a tre ali verticali (era come un candeliere, cioè dava gli itinerari, ala in alto = binario più a sinistra, ecc.), tre dischi girevoli (erano solo rossi, il verde si otteneva ruotando il disco parallelo al binario, di modo che risultava "invisibile" al macchinista; i dischi girevoli sono stati in assoluto i primordi del segnalamento ferroviario), un segnala ad ali di foggia tedesca (o austrungarica) e un disco che, essendo giallo, era probabilmente un avviso. |
E.321.012. L'unico esemplare di locomotiva a terza rotaia sopravvissuto (TIBB, 1927). |
MTB BC.34. La locomotiva tranviaria n. 34 viene solitamente attribuita alla Monza-Trezzo-Bergamo (MTB), ultima linea dove ha fatto servizio. In realtà si tratta di una dotazione originale della Milano-Gallarate (poi ceduta alla MTB), costruita da Henschel nel 1909. |
Dettagli. In alto a destra, la targa della BC.34 riporta la sigla STFE ("Società Anonima delle tramvie e delle ferrovie economiche di Roma, Milano e Bologna") a lettere intrecciate, come d'uso al tempo. Nel 1913, la STFE venne rilevata dalla STIE, che avrebbe esercitato da quel momento in poi la tranvia Milano-Gallarate. |
Modelli tram. Il museo conserva anche numerosi modelli a grande scala, sia tranviari, sia ferroviari. Qui vediamo, dall'alto in basso, una Edison, una Carrelli allo stato d'origine, una 5100 sezionata, un (futuro) Bloccato serie 500, un omnibus a cavalli e un tram a vapore. |
FNM 250-05. Le Ferrovie Nord Milano sono rappresentate sia dalla locomotiva 250-05, sia dalla carrozza di terza classe C.359. |
FNM 250-05. Lo spazio vuoto, peraltro utile ad apprezzare meglio i mezzi sul binario di sinistra, è quello inizialmente occupato dalla locomotiva Bayard (dal 1989 a Pietrarsa) e poi per qualche anno dalla motrice diesel ex TEE ALn 448.2007 (Breda, 1957), poi demolita(!) in quanto contenente amianto. |
Foto 1-15/45 ^ Indice ^ Pag. successiva >>