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MMC 111

 MMC 111.  Vista intera della locomotiva, perfettamente restaurata e posata sul suo binario, circondata di visitatori nel giorno dell'inaugurazione. La 111, costruita dalle officine belghe di Tubize nel 1912, in realtà non è originale della MMC: la dotazione originale della MMC era infatti rappresentata da macchine di costruzione tedesca Krauss (di cui in particolare le ultime unità 15-17 del 1910 arrivarono fino alla chiusura della linea), ma nessuna di esse è stata conservata. La 111 era stata invece costruita per la Società Anonima Ferrovie del Ticino (SFT) che l'ha utilizzata sulla linea Milano-Pavia. Nel 1933 la SFT, dopo aver chiuso le proprie linee della zona di Novara, cedette la Milano-Pavia alla MMC, insieme con la Pavia-Sant'Angelo Lodigiano. Alla chiusura di queste (1 marzo 1936), la MMC trasferì la 111 sulla Milano-Magenta-Castano, dove fece servizio per altri vent'anni, prima di finire al Museo della Scienza.
MMC 111 - MMC 111.

 

 Targa.  Il costruttore, le Officine belghe di Tubize, insieme alle tedesche Henschel e Krauss e alla belga Couillet, sono un classico per questo tipo di locomotive a cavallo tra XIX e XX secolo.
MMC 111 - Targa.

 

 Forno, caldaia e rodiggio.  Prospetto laterale con la caldaia e il forno sezionati (il sezionamento era già al Museo). A sinistra si riconosce la boccaporta del forno, che in queste macchine era laterale (e non trasversale come sulle locomotive ferroviarie). Le sbarre cilindriche sezionate e dipinte di rosso sono i tiranti, che sostengono il forno all'interno della caldaia (il forno è totalmente avvolto dall'acqua della caldaia); al centro della caldaia i cilindri longitudinali sono i tubi bollitori, anch'essi totalmente immersi in acqua, entro cui scorre il fumo di combustione dal forno al camino, riscaldando l'acqua stessa. La leva in primo piano è quella che regola l'inversione di marcia e il grado di introduzione del vapore, cioè la percentuale di corsa dei cilindri in cui il vapore è immesso nei cilindri stessi (maggiore è questa percentuale, maggiore è la forza di trazione sviluppata). L'unica parte di biellismo visibile è data dalla biella di accoppiamento tra le due ruote (tutto il resto del biellismo è interno come vedremo fra un attimo). Sulle ruote agiscono i due ceppi dei freni, mentre dietro di esse si vede la sospensione a balestra.
MMC 111 - Forno, caldaia e rodiggio.

 

 Dettaglio caldaia e biellismo.  Il riquadro di sinistra mostra ancora la caldaia sezionata a scopo didattico e, sopra di essa, pure sezionato, il duomo dove si raccoglie il vapore prodotto dalla caldaia. La sbarra inclinata con maniglia rossa è la leva del regolatore con cui il macchinista sceglie quanto vapore prelevare e inviare ai cilindri (attraverso il tubo visibile all'interno del duomo) e di conseguenza l'andatura della locomotiva. Nelle locomotive ferroviarie la leva del regolatore e quella dell'inversione sono portate nella cabina di guida (dietro il forno) tramite opportuni rinvii meccanici, ma queste locomotive tranviarie, per semplicità costruttiva, prevedevano una guida totalmente "laterale".

Nei riquadri di destra si vede il biellismo interno. Il lungo tubo trasversale è quello fatto ruotare dalla leva d'inversione, che va quindi a regolare la distribuzione, cioè la direzione di marcia e il grado di introduzione del vapore. Nel riquadro in basso si vede in particolare (nero sulla destra) uno dei due cilindri, cioè il motore a vapore vero e proprio. Il biellismo che vi entra nella parte superiore è ancora quello della distribuzione, mentre più sotto, di metallo lucido, si vede l'asta del pistone, collegata alla biella motrice che aziona la ruota.

MMC 111 - Dettaglio caldaia e biellismo.

 

 Camera fumo.  Frontalmente, la locomotiva presenta la camera fumo i cui sportelli sono stati aperti (azionando la leva rossa) in modo da mostrare l'estremità dei tubi bollitori che attraversano la caldaia. Il fumo prodotto dalla combustione esce dai tubi bollitori e sale per il camino visibile in alto, insieme al vapore scaricato dai cilindri e introdotto anch'esso nella camera fumo, in modo da assicurare il "tiraggio" della combustione. Nella camera fumo si raccoglie la cenere, che deve essere periodicamente pulita. Gli sportelli in primo piano (verdi) fanno parte della struttura "cabinata" della locomotiva e vanno aperti anch'essi per agevolare le operazioni di pulizia.
MMC 111 - Camera fumo.

 

 Vista frontale e dettagli.  Vista frontale dal lato opposto, cioè quello del forno (il lato "posteriore", con la cabina di guida nelle locomotive ferroviarie, ma qui abbiamo visto che la guida è laterale, senza una cabina vera e propria). A destra, dettaglio della boccaporta del forno, da cui il fuochista introduce il carbone e regola il fuoco. Ma qui noterete una sorpresa, resa visibile dal tempo di scatto lento... Ebbene sì: il rodiggio gira realmente! Piano piano, azionato da un motore elettrico con riduttore dell'ordine di 50:1 e inverter per garantire la partenza graduale, ma cammina tutto, incluso ovviamente il biellismo interno. E mi hanno detto che non è stato nemmeno difficile, è bastata una accurata ripulitura e si riusciva già a farlo girare a mano! Naturalmente le ruote sono tenute leggermente sollevate dalle rotaie, grazie a un'adeguata incastellatura.
MMC 111 - Vista frontale e dettagli.

 

 Targhe.  Collezione di iscrizioni in giro per la sala: la sigla MMC (Milano-Magenta-Castano) sul frontale della loco; la targa con la numerazione 111; la rotaia delle fonderie di Piombino, datata 1926, da 36 kg al metro; cartelli di costruttori degli altri apparati, che vedremo fra poco: Compagnia Generale Segnali Milano (sul retro di un segnale ad ala), Siemens & Halske (strumento di blocco ex austroungarico) e OMS Servettaz Basevi Genova Savona (apparecchiature legate ai segnali).
MMC 111 - Targhe.

 

 MMC 111.  Un'altra vista d'insieme della 111. A sinistra un classico segnale luminoso FS a due vele, regolarmente acceso sul rosso.
MMC 111 - MMC 111.

 

 Pancone.  Il respingente unico centrale era una caratteristica tipica dei mezzi tranviari, con i due ganci a catena sui lati (qui la catena di sinistra è chiusa a riposo sul gancio di destra, che in servizio riceverebbe ovviamente la catena della prima carrozza).
MMC 111 - Pancone.

 

In arrivo a Settimo.  La 111, smontata in più pezzi, transita per la via centrale di Settimo - la stessa che percorreva in servizio regolare - nell'estate 2014, pronta per il paziente lavoro di restauro. Si riconosce in primo piano il forno (parallelepipedo) e poi la caldaia (cilidrica) mentre il pezzo successivo è rappresentato dal telaio (rosso) con la struttura cabinata (verde).
MMC 111 - In arrivo a Settimo.

 

Impianti fissi

 Strumenti di blocco e segnale.  I volontari hanno recuperato dalla sala del museo anche il resto che vi era ospitato, che non ha legami con il Gamba de Legn (è materiale FS) ma che così è anch'esso tornato accessibile. Si tratta di due classici segnali ad ala (un segnale di partenza ad ala rossa, visibile in foto, e un altro di protezione ad ali accoppiate rossa e gialla), il segnale luminoso visto sopra, un instrumento di blocco Cardani (rosso, che vedremo a breve) e un banco a leve (verde).
Impianti fissi - Strumenti di blocco e segnale.

 

 Instrumento di blocco sistema Cardani.  L'allestimento, ripreso nella medesima forma in cui era presente nel Museo, comprende gli apparati che gestivano un posto di passaggio dal semplice al doppio binario tra Calcio e Romano, sulla Milano-Brescia (vista ingrandita del disegno). L'armadio blu è un banco a chiavi, i due oggetti rossi sono instrumenti di blocco sistema Cardani e i riquadri verdi sono ripetitori Castelli che servivano per il controllo dei segnali ad ala.
Impianti fissi - Instrumento di blocco sistema Cardani.

 

 Instrumento di blocco sistema Cardani.  Dettagli. Gli strumenti di blocco erano gli apparati elettrici con cui due stazioni comunicavano tra loro, chiedendo l'una all'altra il "permesso" di inviare un treno. Il termine "consenso" fa proprio riferimento al fatto che la stazione successiva acconsente a ricevere il treno inviato dalla stazione precedente. Una volta concesso il consenso, la sezione (cioè la tratta compresa tra le due stazioni) veniva "bloccata", cioè non si potevano effettuare altre operazioni fin tanto che il treno non aveva percorso la tratta. Attualmente (2014) il Blocco Elettrico Manuale BEM, erede del sistema Cardani qui illustrato, è ancora in uso in un limitato numero di stazioni della rete FS, in via di sostituzione con sistemi più moderni e soprattutto telecomandabili.
Impianti fissi - Instrumento di blocco sistema Cardani.

 

 Strumento di blocco ex austroungarico.  Le lampadine di destra e la suoneria di sinistra sono ancora perfettamente funzionanti (azionate dai piccoli interruttori moderni posti al centro).
Impianti fissi - Strumento di blocco ex austroungarico.

 

 Strumento di blocco ex austroungarico.  Dettagli.
Impianti fissi - Strumento di blocco ex austroungarico.

 

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