Casale Monf. |
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Altavilla Monf. La ex rimessa tranviaria di Altavilla, a sud di Casale Monferrato, risale all'epoca della rete delle tranvie a vapore del basso Piemonte. Adibita da tempo a deposito degli autobus, doveva diventare una sede distaccata del Museo Ferroviario Piemontese. In realtà ben poco del progetto originale si è concretizzato: nel cortile della rimessa sono oggi visibili una locomotiva a vapore tipo T3 con una carrozza ex FNM (in foto), un'altra locotender parzialmente smontata e una carrozza a carrelli. La T3 era arrivata qui fresca di verniciatura, ma il tempo e l'esposizione all'aperto hanno rivestito i mezzi di una patina tra il vintage e il decadente. La rimessa è tuttavia aperta e visitabile senza problemi, e questo lascia un certo fascino al luogo e al suo ispezionarlo, anche nel caldo mezzogiorno di luglio. |
Altavilla Monf. |
Altavilla Monf. |
Altavilla Monf. |
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Cogne. A metà strada tra archeologia industriale, museo ferroviario, operazione fallimentare e dilapidazione di risorse pubbliche si colloca la linea mineraria Cogne-Acquefredde, in Valle d'Aosta, nota anche come Ferrovia del Drinc. Si tratta di una linea ferroviaria in buona parte in galleria, aperta nel 1922 nel quadro dello sfruttamento delle miniere di Cogne, quando funzionava in sinergia con la teleferica, che, dal terminale di Acquefredde, trasportava il minerale alla ferriera di Aosta, ancora oggi esistente proprio alle spalle della stazione. Sin dal 1928, la linea era stata elettrificata e vi facevano servizio tre locomotive costruite dalle Officine di Savigliano, soprannominate Coccodrilli del Drinc per via della struttura ad avancorpi, anche se ovviamente non erano affatto articolate, a differenza del loro ben più celebre omonimo svizzero. Al museo minerario di Cogne è esposto il "Coccodrillo" 86. Il museo ha un'apertura ridicola (a metà settembre è già chiuso), ma la locomotiva è all'aperto, i cancelli sono spalancati e intorno non c'è anima viva, così almeno si possono fare tutte le foto che si vuole. |
Cogne. Il Coccodrillo è mostrato nella colorazione grigia, mentre negli ultimi tempi del servizio regolare le macchine erano state verniciate in giallo. |
Cogne. Se la ferrovia del Drinc fosse stata semplicemente chiusa con l'abbandono della miniera (1979), la nostra storia sarebbe finita qui. Invece, a fine anni '80 si ipotizzò il riutilizzo della linea a scopo turistico/sciistico, per collegare Cogne con la funivia di Pila, il cui tracciato ricalcava quello della teleferica originale. In realtà la sagoma estremamente ridotta della linea, e in particolare della lunga galleria di valico (9 km), doveva far sorgere molti dubbi sulla effettiva praticabilità della cosa. I dubbi non sorsero, e la ferrovia venne totalmente ricostruita, prolungata di circa 1 km lato Acquefredde per arrivare alla fermata della funivia, e vennero realizzati due treni, trainati, nelle intenzioni, da locomotive ad accumulatori (in modo da guadagnare un po' di sagoma rinunciando alla linea aerea). Dopo vari anni... e 30 milioni di euro spesi, il progetto è stato abbandonato, per una serie di problemi, in parte inevitabilmente noti fin dal principio (le condizioni di sicurezza critiche a causa della sagoma ridotta, e la capacità di trasporto poco più che irrisoria, per via dei pochi posti disponibili sui mini-treni) e in parte emersi nelle prove (le prestazioni negative delle locomotive, costruite da Firema, i cui accumulatori non parevano in grado di garantire il servizio previsto). Nell'immagine si vede la stazione originale di Cogne, nella tipica architettura in pietra, con a sinistra l'infausta ricostruzione mai entrata in esercizio, e una delle tre loco ad accumulatori. |
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