Tranvia Biella-Oropa. |
Ferrovia Intra-Premeno. La linea collegava la sponda piemontese del Lago Maggiore con il paese di Premeno, a quota 789 m. Inaugurata nel 1926, venne chiusa nel 1959/60. La linea era lunga 13 km, a scartamento metrico e trazione elettrica a 1350 V in corrente continua (Wikipedia). La cartolina evidenzia il percorso della ferrovia sul disegno stilizzato del versante, secondo un canone classico dell'epoca, dimostrando chiaramente la valenza turistica della ferrovia. |
Ferrovia Intra-Premeno. Il capolinea superiore di Premeno in una cartolina d'anteguerra. |
Ferrovia Val Seriana. Le ferrovie delle Valli Bergamasche - Seriana e Brembana - hanno bisogno di poche presentazioni. Sono state infatti uno degli esempi più tristemente illustri di chiusure degli anni '60 (rispettivamente nel 1967 e nel 1966) di linee che avrebbero avuto un plausibilissimo futuro, sia in chiave pendolare-suburbana, sia in chiave turistica: la situazione migliore a cui può aspirare una ferrovia. Solo per la breve tratta iniziale della Val Seriana, 12 km su 34, dal 2009 è stata ricostruita una metrotranvia, che ha oggi ottime performance e utenza abbondante. Nella nitidissima immagine del capolinea di Clusone affollato di viaggiatori, è in sosta l'AD 5606, costruita da Breda nel 1948 e arrivata su questa linea nel 1954 insieme alla gemella 5605, facendo seguito alle precedenti quattro unità ALn 56 Breda di modello FS (Wikipedia). La colorazione dei mezzi era in rosso cupo e avorio. In alto si staglia il Santuario della Santissima Trinità. |
Ferrovia Val Brembana. La linea venne aperta nel 1906 da Bergamo a San Pellegrino Terme e poi prolungata nel 1926 fino a Piazza Brembana. Fin dall'origine è stata elettrificata a 6.000 Volt in corrente alternata monofase a 25 Hz, allora inconsueta soluzione d'avanguardia. La cartolina è doppiamente vintage: risale infatti agli anni '70, e quindi ne proponeva la memoria già allora, a ferrovia ormai chiusa. |
Ferrovia Mori-Arco-Riva. Era una ferrovia lunga 24 km, con trazione a vapore e scartamento da 760 mm, inaugurata nel 1891, quando faceva parte dell'impero austro-ungarico. Passata all'Italia con la fine della prima guerra mondiale, venne prolungata da Mori a Rovereto nel 1925, per poi essere chiusa nel 1936 (Wikipedia). Il manifesto pubblicitario, realizzato secondo gli stili tipici dell'epoca, testimonia che anche questa linea era pensata con finalità tipicamente turistiche. |
Ferrovia delle Dolomiti. La Calalzo-Cortina-Dobbiaco è stata inaugurata nel 1921 con trazione a vapore e scartamento 950 mm, completando una precedente ferrovia militare incompiuta risalente alla grande guerra. Elettrificata nel 1929, è stata poi chiusa tra il 1962 e il 1964, prima dal lato di Dobbiaco e poi da quello di Calalzo (Wikipedia). La copertina della rivista della Brown Boveri mostra i nuovi treni realizzati da questo celebre costruttore svizzero in concomitanza con l'elettrificazione. La Calalzo-Dobbiaco è senza dubbio l'esempio più evidente di una ferrovia eccezionale, per i luoghi attraversati, l'importanza turistica, il paesaggio spettacolare, chiusa negli anni del boom a causa della totale incapacità di vederne il valore e immaginarne un futuro. Il testo di Evaldo Gaspari, che ne racconta il declino con lucida e appassionata precisione, è talmente importante per capirne gli eventi che l'ho riportato per ampi tratti. |
Ferrovia delle Dolomiti. Le Olimpiadi Invernali di Cortina del 1956 sono stati l'ultimo evento in cui la Ferrovia delle Dolomiti ha rivestito un ruolo di rilievo. Per l'occasione furono ordinati due nuovi elettrotreni TIBB, dalla caratteristica forma arrotondata (comune ad esempio ad analoghi mezzi della Roma-Fiuggi). Una volta chiusa la linea, gli elettrotreni sono stati trasferiti sulla Trento-Malè. |
Ferrovia Rocchette-Asiago. La linea è stata inaugurata nel 1910, nata prioritariamente per favorire il trasporto merci dell'industria tessile vicentina (Wikipedia). Era a scartamento 950 m, con lunghezza di 21 km, di cui quasi 6 con cremagliera Strub. L'esercizio, curato dalla Società Veneta, è sempre stato a vapore, con locomotive di costruzione svizzera SLM simili alle 980 delle linee a cremagliera FS. La linea è stata chiusa nel 1958. A differenza delle linee viste finora, questa non era nata con finalità turistiche, ma è evidente che un impianto a cremagliera che si arrampica su un altopiano alpino sarebbe stato facilmente convertibile a un uso turistico. |
Ferrovia Ora-Predazzo. La linea della Val di Fiemme venne aperta nel 1917 nell'allora territorio austro-ungarico come ferrovia a scartamento ridotto da 760 mm e trazione a vapore. Con la fine della grande guerra, la linea passò alle FS, che la gestirono fino al 1927. In tale data la gestione passò a una nuova società appositamente costituita, la Ferrovia Elettrica Val di Fiemme (FEVF) che, come diceva la sua stessa ragione sociale, ne prevedeva l'elettrificazione. La nuova linea, ricostruita a scartamento metrico e con trazione elettrica a 2600 V in corrente continua, venne inaugurata nel 1929 (Wikipedia). La singolarità geografica della Val di Fiemme è data dal fatto che il tratto basso del torrente Avisio è assai meno antropizzato e accessibile della media valle. Di conseguenza la ferrovia, così come la strada, arrivava a Cavalese attraverso il passo di S.Lugano, risalendo la montagna da Ora, con una successione di sette tornanti in rampa. Il viadotto di Gleno, al quinto tornante, è stato uno del simboli della linea: qui è ritratto in una foto ufficiale del TIBB, che aveva fornito le elettromotrici, sullo sfondo della valle dell'Adige. Dopo la chiusura della linea, all'inizio del 1963, le elettromotrici finirono sulla Genova-Casella dove furono ampiamente utilizzate. La colorazione iniziale gialla e rossa nel dopoguerra divenne grigia e celeste. |
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