Campi. A Campi è prevista una sosta per incrocio e si può prendere un caffè nel bar della stazione, riaperto da non molto. L'impianto è semplice e pulito, senza nulla di troppo: ci sta bene un primo piano classico, di tre quarti. |
Campi. Stanno anche fiorendo gli oleandri: meritano un primo piano! |
Campi. Come spesso accade sulle ferrovie secondarie, la recinzione della stazione è realizzata con rotaie di riciclo, qui ridipinte di verde. Il foro di una rotaia - che in origine ospitava i chiodi di serraggio - sembra fatto apposta per offrire uno sguardo insolito sulla A2. |
Cappuccio. Torniamo al versante marittimo per gli ultimi appuntamenti con i luoghi più classici della macchia mediterranea. Galleria in curva, roccia, alberi e ginestre riassumono l'essenza di questo tratto di linea. |
Cappuccio. Sotto un pino, la vista si apre sulla val Bisagno, Genova e il mare. |
Cappuccio. Le "esse" del binario sono sempre un soggetto meritevole. |
Cappuccio. L'ultimo appuntamento è con il viadotto Rovena, in cui già avevamo fatto tappa nelle scorse gite, ma stavolta inquadrato in modo inedito dal lato Casella. La salita al punto foto, per quanto facilitata dal disboscamento preventivo dei soci AAFGC, non è del tutto agevole, i fili d'erba sono quanto di più scivoloso si possa immaginare. Però lo sguardo è notevole: scelgo un panoramix per andare dalla luce piena della collina e del mare, fino all'ombra radente del versante vicino. |
Cappuccio. In una successiva variante metto ancora le ginestre in primo piano. Ora la gita è finita, arriviamo a Manin in perfetto orario. Tappa gelato e poi si va a casa. Gran giornata senza dubbio! |
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