Lloyd Express. Subito dopo il rallentamento imposto dalla stretta curva in ingresso a Monza, il macchinista della 6864 (Breda, 1908) riparte a tutto vapore per lanciarsi in piena velocità verso Milano alla testa del Lloyd Express proveniente da Hamburg Altona e diretto a Genova, un collegamento di 1500 km in quasi 28 ore (orario). Come molti treni internazionali di lusso della bella epoque, era effettuato con vetture CIWL a cassa in legno: si trattava di due carrozze letti, di una ristorante e, generalmente, due furgoni per la posta e i bagagli posti alle estremità. Nella tratta d'oltralpe, questo treno riusciva a tenere una velocità di tutto rispetto: ad esempio i 65 km Strasburgo - Colmar erano percorsi in soli 40 minuti, anche grazie all'uso di prestanti locomotive 2'C della EL (Ferrovia dell'Alsazia e Lorena), con velocità commerciale superiore ai 90 km/h; al confronto le 3 ore e 10 da Milano a Genova non erano particolarmente significative. La scena è ambientata attorno al 1910, quando le nuove 680 si stavano diffondendo sulla rete FS dimostrandosi locomotive potenti e affidabili. Queste macchine per treni espressi, con disposizione degli assi 1C1, erano derivate concettualmente dalle 670, di cui abbandonavano l'insolita disposizione a cabina avanti, pur mantenendo il motore Plancher a 4 cilindri, vapore saturo e doppia espansione. Dall'esperienza fatta sulle prime 680, già nel 1912 nacque la loro versione migliorata, la 685, che abbandonava la doppia espansione e adottava il surriscaldatore del vapore. Negli anni a seguire, gradualmente, quasi tutte le 680 furono trasformate in 685. In particolare l'unità raffigurata venne trasformata nel 1928, assumendo la nuova numerazione 685.464. Nell'anno successivo venne rinumerata 685.364 e con tale numero di matricola arrivò sino al termine della sua lunga carriera, nel 1966. Sullo sfondo del dipinto, alcune tracce delle industrie che, all'inizio del XX secolo, facevano di Monza un polo importante del settore manifatturiero italiano: a sinistra la sede storica delle telerie Frette (che era anche fornitrice di tessuti d'arredo per la stessa CIWL!) e, a destra, le ciminiere del Cappellificio Cambiaghi, altra grande azienda che all'epoca contava mille dipendenti e una produzione annua di 3 milioni di cappelli esportati in tutto il mondo. Infine, degno di nota è il magazzino/torre a pianta ottagonale, tutt'oggi esistente e ultimo reperto della prima stazione monzese, inaugurata nel 1840. |