Ivrea-Aosta. Ovviamente nei passaggi a livello il diluvio di cartelli dà il proprio meglio. In questo minuscolo passaggio pedonale se ne contano ben 8, e solo perché si è trascurata la versione inglese. L'unico veramente utile è anche quello collocato nella posizione più intelligente, che non richiede un palo proprio: l'adesivo giallo sulla sbarra, che precisa il numero di telefono da chiamare per eventuali emergenze. Tutto il resto dice complete ovvietà. |
Diano Marina Le linee principali evidentemente meritano anche la traduzione inglese, così i cartelli diventano 10 (cinque per parte). Qui a Diano Marina è quasi superfluo aggiungere che sono stati installati pochissimi mesi prima della chiusura della linea, sostituita dalla variante in galleria a fine 2016. |
Corsico. Il raddoppio della linea Milano-Mortara, attivato a fine 2009 fino alla stazione intermedia di Albairate, è un esempio da manuale di come prendere una modesta infrastruttura ferroviaria e trasformarla in un'opera mastodontica, di raro impatto nella geografia urbana. Il normale cartello blu con il nome della stazione finisce così nel contesto surreale di un marciapiede deserto, separato dal binario da un'autentica muraglia (da cui peraltro ho rimosso digitalmente gli immancabili graffiti vandalici che vi hanno trovato un'imperdibile lavagna). |
Corsico. Dall'interno della stazione: la pensilina dipinta di lilla è anche ragionevolmente allegra, ma chi attende il treno si trova "segregato" a causa dell'immancabile barriera. |
Corsico. Analoga situazione dall'altro lato. Anche qui il risultato urbano sarebbe anche decoroso, con una piacevole area verde, ma anziché vedere la tradizionale stazione, il cittadino del XXI secolo si trova davanti l'inguardabile muraglione. |
Corsico. La stazione dall'interno: senza infamia e senza lode, ma tagliata fuori dal resto del mondo, a causa della barriera. |
Cesano Boscone. Anche una normale dotazione di buon senso come il cestino portarifiuti diventa una tragedia surreale se affidata a progettisti senza senno. In stazione si contavano qualcosa come sessanta cestini, un quantitativo semplicemente enorme. Quando la nuova fermata di Cesano Boscone è stata inaugurata, gli utenti dei primi tempi erano poco più di una sessantina al giorno, quasi che ognuno dovesse avere il suo personale portarifiuti! |
Avise. Se si può (forse) giustificare qualche eccesso in una stazione suburbana appena realizzata, risulta ancora più sgradevole vedere la miriade di piccole cose insulse in una appartata fermata alpina. Ad Avise, sulla linea Aosta-Pre S.Didier, che sarebbe stata chiusa di lì a pochi giorni, si contavano 9 cestini, l'immancabile cartello "1" del binario, il cartello della sala d'attesa (che ovviamente era chiusa da anni) e due cartelli per indicare l'uscita, quasi che qualcuno potesse dubitare su come lasciare la stazione. E per finire, la semplice panchina in legno era stata affiancata da due rozze panche di cemento, a parere personale alquanto squallide in ogni caso, e qui di sicuro avulse dal contesto. |
Andora. Il fabbricato della nuova stazione di Andora, inaugurato a fine 2016, è stato collocato in modo da essere allineato all'eventuale prosecuzione della nuova linea verso Finale, prosecuzione che forse nemmeno si farà mai. Ne è uscito un edificio piuttosto insignificante, isolato al centro di un "nulla" di asfalto, senza alcun legame con il binario. Ma tanto la stazione è di fatto chiusa e priva di alcun servizio: la stessa biglietteria automatica non è posta nel fabbricato ma nel sottopasso... |
Pista minima Nel variegato panorama di piste ciclabili di scarsa efficacia, ci si poteva domandare quale fosse la più inutile: sicuramente questa, realizzata insieme all'accesso alla nuova stazione di Andora (situata in fondo a destra). Non c'è trucco né inganno: inizia e finisce proprio dove si vede, altrove non c'è nulla. |
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