Monte Antico. Monte Antico è stazione di bivio tra la linea per Siena via Asciano (oggi percorsa solo da treni storici) e la più diretta Grosseto-Siena via Buonconvento. La stazione è praticamente nel nulla, e non avrebbe nemmeno senso se non fosse per la sua condizione di bivio, ma questo non l'ha risparmiata da una selva di cartelli: in questa immagine, che inquadra circa un terzo della stazione, se ne contano ben 14. |
Saluzzo. Solo in questa foto si contano 19 cartelli di varia foggia. Si noti che prima della chiusura della linea Savigliano-Cuneo (2012), fermavano qui soltanto minuscole automotrici ALn 663, ma evidentemente tre cartelli con il numero di ciascun binario erano indispensabili per non perdersi. Non essendovi sottopasso, i cartelli rettangolari lunghi alternano in sequenza "è vietato attraversare i binari" a "l'attraversamento è ammesso sulle passerelle". |
Novara-Varallo. Un'altra linea chiusa al traffico (2014) ma non risparmiata da cartelli monitori, persino in aperta campagna. I due cartelli di divieto suonano addirittura ridicoli in mezzo alla pianura più piatta: la loro vista, con il binario che si perde all'orizzonte, ha qualcosa di amaramente onirico. |
Ivrea-Aosta. Ovviamente nei passaggi a livello il diluvio di cartelli dà il proprio meglio. In questo minuscolo passaggio pedonale se ne contano ben 8, e solo perché si è trascurata la versione inglese. L'unico veramente utile è anche quello collocato nella posizione più intelligente, che non richiede un palo proprio: l'adesivo giallo sulla sbarra, che precisa il numero di telefono da chiamare per eventuali emergenze. Tutto il resto dice complete ovvietà. |
Diano Marina Le linee principali evidentemente meritano anche la traduzione inglese, così i cartelli diventano 10 (cinque per parte). Qui a Diano Marina è quasi superfluo aggiungere che sono stati installati pochissimi mesi prima della chiusura della linea, sostituita dalla variante in galleria a fine 2016. |
Corsico. Il raddoppio della linea Milano-Mortara, attivato a fine 2009 fino alla stazione intermedia di Albairate, è un esempio da manuale di come prendere una modesta infrastruttura ferroviaria e trasformarla in un'opera mastodontica, di raro impatto nella geografia urbana. Il normale cartello blu con il nome della stazione finisce così nel contesto surreale di un marciapiede deserto, separato dal binario da un'autentica muraglia (da cui peraltro ho rimosso digitalmente gli immancabili graffiti vandalici che vi hanno trovato un'imperdibile lavagna). |
Corsico. Dall'interno della stazione: la pensilina dipinta di lilla è anche ragionevolmente allegra, ma chi attende il treno si trova "segregato" a causa dell'immancabile barriera. |
Corsico. Analoga situazione dall'altro lato. Anche qui il risultato urbano sarebbe anche decoroso, con una piacevole area verde, ma anziché vedere la tradizionale stazione, il cittadino del XXI secolo si trova davanti l'inguardabile muraglione. |
Corsico. La stazione dall'interno: senza infamia e senza lode, ma tagliata fuori dal resto del mondo, a causa della barriera. |
Cesano Boscone. Anche una normale dotazione di buon senso come il cestino portarifiuti diventa una tragedia surreale se affidata a progettisti senza senno. In stazione si contavano qualcosa come sessanta cestini, un quantitativo semplicemente enorme. Quando la nuova fermata di Cesano Boscone è stata inaugurata, gli utenti dei primi tempi erano poco più di una sessantina al giorno, quasi che ognuno dovesse avere il suo personale portarifiuti! |
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